Il lavoro rappresenta uno studio funzionale sulla figura della causa del contratto nel contesto del diritto europeo emergente. Spunto per l'analisi è il dibattito che negli ultimi anni è fiorito in Francia circa il mantenimento della corrispondente figura della cause, che pur con qualche differenza rispetto al nostro sistema, rappresenta comunque anche nel Code Napoléon un elemento necessario del contratto, corrispondentemente a quanto prevede l'art. 1325, n. 2, c.c. Lo studio consta di una prima pars construens nella quale si analizza lo status delle opinioni della nostra dottrina sulla costruzione dogmatica del concetto causale e l'applicazione che la nostra giurisprudenza fa della causa contractus, per evidenziarne pregi e criticità. L'emersione di numerose incongruenze teoriche e di non indifferenti difficoltà di tradurre il concetto nella dimensione applicativa della prassi conducono alla seconda parte del lavoro nella quale si esaminano le soluzioni elaborate dai Paesi c.d. acausalisti per stabilire quale sia il discrimen tra i negozi giuridicamente significativi e quelli che invece non meritano il crisma della giuridicità. In particolare si considerano le scelte di Germania e Regno Unito. Segue poi l'analisi delle opzioni adottate dai progetti c.d. di soft law (PECL, Principi Unidroit, Code Européen des contrats, Draft Common Frame of Reference). Alla luce dei dati raccolti la ricerca formula quindi, nella sua ultima parte, una proposta interpretativa che, in linea con il quadro emergente nel diritto europeo in materia, si presta ad assecondare le esigenze di efficienza del nostro sistema contrattuale: si riconosce, invero, che dando centralità all'oggetto del contratto, inteso nella sua versione più lata ad evocare l'intero regolamento negoziale, è possibile arrivare a comprendere il significato letterale ma anche funzionale degli atti prodotti dall'autonomia privata, senza bisogno di ricorrere alla figura della causa, che a questo punto risulta più che altro un artificio, una superfetazione dogmatica della quale il sistema può permettersi di svalutare il ruolo.

L'artificio della causa contractus

GIROLAMI, MATILDE
2012

Abstract

Il lavoro rappresenta uno studio funzionale sulla figura della causa del contratto nel contesto del diritto europeo emergente. Spunto per l'analisi è il dibattito che negli ultimi anni è fiorito in Francia circa il mantenimento della corrispondente figura della cause, che pur con qualche differenza rispetto al nostro sistema, rappresenta comunque anche nel Code Napoléon un elemento necessario del contratto, corrispondentemente a quanto prevede l'art. 1325, n. 2, c.c. Lo studio consta di una prima pars construens nella quale si analizza lo status delle opinioni della nostra dottrina sulla costruzione dogmatica del concetto causale e l'applicazione che la nostra giurisprudenza fa della causa contractus, per evidenziarne pregi e criticità. L'emersione di numerose incongruenze teoriche e di non indifferenti difficoltà di tradurre il concetto nella dimensione applicativa della prassi conducono alla seconda parte del lavoro nella quale si esaminano le soluzioni elaborate dai Paesi c.d. acausalisti per stabilire quale sia il discrimen tra i negozi giuridicamente significativi e quelli che invece non meritano il crisma della giuridicità. In particolare si considerano le scelte di Germania e Regno Unito. Segue poi l'analisi delle opzioni adottate dai progetti c.d. di soft law (PECL, Principi Unidroit, Code Européen des contrats, Draft Common Frame of Reference). Alla luce dei dati raccolti la ricerca formula quindi, nella sua ultima parte, una proposta interpretativa che, in linea con il quadro emergente nel diritto europeo in materia, si presta ad assecondare le esigenze di efficienza del nostro sistema contrattuale: si riconosce, invero, che dando centralità all'oggetto del contratto, inteso nella sua versione più lata ad evocare l'intero regolamento negoziale, è possibile arrivare a comprendere il significato letterale ma anche funzionale degli atti prodotti dall'autonomia privata, senza bisogno di ricorrere alla figura della causa, che a questo punto risulta più che altro un artificio, una superfetazione dogmatica della quale il sistema può permettersi di svalutare il ruolo.
2012
9788813332969
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