La ricerca in psicoterapia affronta, a livello di studi empirici, le problematiche connesse alla psicoterapia e agli interventi psicosociali. Tale ambito di studio si rivolge in particolare a due ampi filoni di ricerca: l’outcome e il process (Roth and Fonagy, 1996). All’interno di quest’ampia problematica, rispetto all’orientamento psicodinamico, un aspetto meno preso in considerazione concerne la relazione tra assessment psicologico nel processo di consultazione e presa in carico psicoterapeutica, in particolare quando all’interno del processo di consultazione ci si serva di strumenti testistici. Da questo punto di vista, i test proiettivi rappresentano uno strumento utile per la diagnosi e la comprensione di aspetti di personalità dei pazienti e, per tale ragione, vengono spesso affiancati ai colloqui di consultazione nella fase diagnostica di approccio al paziente. Per contro, in letteratura, non sempre i proiettivi sono stati utilizzati con metodologie rigorose di somministrazione, codifica e di analisi, che permettano di evidenziarne con chiarezza le caratteristiche, le potenzialità e i limiti nell’impiego clinico e di consultazione. Il nostro gruppo di ricerca, da alcuni anni, fornito un contributo allo sviluppo e alla validazione di sistemi di codifica applicati a differenti metodi proiettivi di ampio utilizzo nella clinica, sia con gli adulti (ORT di Philippson; Lis et al., 2002) che con i bambini (CAT; Mazzeschi et al., 1999). Il presente lavoro, pertanto, si configura come un ulteriore sviluppo nell’utilizzo dei metodi proiettivi tematici nell’ambito della consultazione clinica, con lo scopo di analizzare la produzione tematica di tipo affettivo presente nei protocolli ORT di un gruppo di studenti universitari che si sono rivolti al Servizio di Consultazione Psicologica (SAP-Clinico) dell’Università di Padova. METODOLOGIA: All’interno del SAP-clinico viene fornito un servizio di assessment e diagnosi a tutti gli studenti universitari che si autosegnalano per un problema o disagio psicologico. Per alcuni di essi l’intervento si conclude con questo processo di consultazione, per altri si ravvisa la possibilità di una presa in carico psicoterapeutica, dettata dalla specificità del disturbo e dalla motivazione al cambiamento. In tale caso, prima di procedere alla presa in carico stessa (solitamente un sostegno a lungo termine a scadenza settimanale), per meglio precisare le finalità del trattamento e investigare più a fondo la struttura di personalità, vengono somministrate prove diagnostiche ed in particolare metodi proiettivi, oltre ad una valutazione dell’attaccamento. Partecipanti: 20 studenti universitari che si sono rivolti al SAP Clinico per una consultazione psicologica. Strumenti e misure: ai soggetti è stato applicato il test proiettivo ORT di Phillipson (1955) che è stato analizzato secondo la griglia di codifica, opportunamente modificata, denominata APS e proposta da Russ (1993) per valutare la produzione di temi affettivi distinti in differenti tipologie. Risultati: il lavoro intende analizzare la tipologia e l’andamento dei temi affettivi nei pazienti.
Espressione di temi affettivi in consultazione psicologica: analisi del proiettivo tematico ORT
LIS, ADRIANA;CALVO, VINCENZO;
2003
Abstract
La ricerca in psicoterapia affronta, a livello di studi empirici, le problematiche connesse alla psicoterapia e agli interventi psicosociali. Tale ambito di studio si rivolge in particolare a due ampi filoni di ricerca: l’outcome e il process (Roth and Fonagy, 1996). All’interno di quest’ampia problematica, rispetto all’orientamento psicodinamico, un aspetto meno preso in considerazione concerne la relazione tra assessment psicologico nel processo di consultazione e presa in carico psicoterapeutica, in particolare quando all’interno del processo di consultazione ci si serva di strumenti testistici. Da questo punto di vista, i test proiettivi rappresentano uno strumento utile per la diagnosi e la comprensione di aspetti di personalità dei pazienti e, per tale ragione, vengono spesso affiancati ai colloqui di consultazione nella fase diagnostica di approccio al paziente. Per contro, in letteratura, non sempre i proiettivi sono stati utilizzati con metodologie rigorose di somministrazione, codifica e di analisi, che permettano di evidenziarne con chiarezza le caratteristiche, le potenzialità e i limiti nell’impiego clinico e di consultazione. Il nostro gruppo di ricerca, da alcuni anni, fornito un contributo allo sviluppo e alla validazione di sistemi di codifica applicati a differenti metodi proiettivi di ampio utilizzo nella clinica, sia con gli adulti (ORT di Philippson; Lis et al., 2002) che con i bambini (CAT; Mazzeschi et al., 1999). Il presente lavoro, pertanto, si configura come un ulteriore sviluppo nell’utilizzo dei metodi proiettivi tematici nell’ambito della consultazione clinica, con lo scopo di analizzare la produzione tematica di tipo affettivo presente nei protocolli ORT di un gruppo di studenti universitari che si sono rivolti al Servizio di Consultazione Psicologica (SAP-Clinico) dell’Università di Padova. METODOLOGIA: All’interno del SAP-clinico viene fornito un servizio di assessment e diagnosi a tutti gli studenti universitari che si autosegnalano per un problema o disagio psicologico. Per alcuni di essi l’intervento si conclude con questo processo di consultazione, per altri si ravvisa la possibilità di una presa in carico psicoterapeutica, dettata dalla specificità del disturbo e dalla motivazione al cambiamento. In tale caso, prima di procedere alla presa in carico stessa (solitamente un sostegno a lungo termine a scadenza settimanale), per meglio precisare le finalità del trattamento e investigare più a fondo la struttura di personalità, vengono somministrate prove diagnostiche ed in particolare metodi proiettivi, oltre ad una valutazione dell’attaccamento. Partecipanti: 20 studenti universitari che si sono rivolti al SAP Clinico per una consultazione psicologica. Strumenti e misure: ai soggetti è stato applicato il test proiettivo ORT di Phillipson (1955) che è stato analizzato secondo la griglia di codifica, opportunamente modificata, denominata APS e proposta da Russ (1993) per valutare la produzione di temi affettivi distinti in differenti tipologie. Risultati: il lavoro intende analizzare la tipologia e l’andamento dei temi affettivi nei pazienti.Pubblicazioni consigliate
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