Lo studio delle differenze individuali nell'acquisizione del linguaggio è sempre stato considerato uno degli ambiti di ricerca privilegiati per chiarire la natura dei processi sottostanti a questo processo e per verificare i modelli teorici proposti a sua spiegazione. A partire dallo studio di K. Nelson (1973) la composizione del primo vocabolario è stato l'aspetto più diffusamente studiato in molte ricerche che hanno cercato di verificare la distinzione originariamente proposta da questa autrice tra bambini che posseggono un vocabolario composto prevalentemente da nominali (bambini referenziali) e bambini il cui vocabolario è più ricco di voci lessicali funzionali ad un uso più sociale-comunicativo del linguaggio (bambini espressivi). Dalla mole di ricerche in questo ambito, nonostante le divergenze nei risultati, due punti sembrano poter essere stabiliti in modo conclusivo: 1) le differenti voci lessicali compaiono all'interno del vocabolario dei bambini in funzione dell'ampiezza del vocabolario stesso; vale dire, la proporzione relativa di nomi, verbi e altri predicati, e items appartenenti alla "classe chiusa" aumenta o diminuisce in differenti punti dello sviluppo (Bates, Bretherton & Snyder, 1988). Ciò rende indispensabile che 2) le variazioni di tipo stilistico nella composizione del vocabolario siano analizzate solo confrontando bambini che hanno la stessa ampiezza di vocabolario, indipendentemente dall'età, se non si vogliono confondere le differenze individuali legate al ritmo di sviluppo con quelle legate al tipo di composizione del vocabolario. L'adesione a questo dettato metodologico permette non solo di studiare le differenze individuali in due fenomeni distinti, il ritmo di sviluppo del vocabolario e il tipo di composizione del vocabolario, ma permette di verificare anche se le variazioni nella composizione del vocabolario presenti all'inizio dello sviluppo (ad esempio, quando il vocabolario è composto di sole SO parole) si mantengano anche ad uno stadio di sviluppo più avanzato (ad esempio quando il vocabolario è composto da 200 parole). Le informazioni ottenute tramite questa strategia di ricerca sono tuttavia molto scarse. Ad esempio, solo in due studi relativi alla lingua inglese (Pine, 1992; Liven, Pine &. Barnes; 1992) li è cercato di verificare la stabilità nelle differenze individuali tra lo stadio delle 50 parole e quello delle 100 parole. In questa ricerca lo sviluppo del vocabolario di 30 bambini (14 maschi e 16 femmine) è stato rilevato attraverso la compilazione mensile da parte delle madri della versione italiana del MacArthur Communicative Inventory (Caselli & Casadio, 1995) a partire dai 12 mesi fino al raggiungimento di un'ampiezza del vocabolario pari circa a 200 parole . Il primo obiettivo del lavoro è stato quello di verificare la stabilità delle differenze individuali nel ritmo di sviluppo del vocabolario, confrontando i percentili a cui ogni soggetto si collocava in base all’età in cui veniva raggiunta un'ampiezza di vocabolario pari a 50, 100 e 200 parole. Il calcolo dei percentili è stato fatto in riferimento alle norme riportate da Caselli e Casadio per la popolazione italiana. La stabilità delle differenze individuali nella composizione del vocabolario è invece stata verificata esaminando le correlazioni esistenti tra le proporzioni relative di alcune categorie lessicali (nomi, predicati e funtori) nelle 3 tappe di sviluppo sopra individuate. Inoltre è stata analizzata l' esistenza di una relazione tra ritmo di sviluppo e tipo di composizione del vocabolario, verificando se i bambini più precoci nell'acquisizione del vocabolario, possedessero anche un vocabolario qualitativamente diverso da quello dei bambini più lenti. Infine la relazione tra domini linguistici differenti (lessico e grammatica) è stata analizzata verificando a) se i bambini più precoci nello sviluppo del vocabolario conservassero tale caratteristica anche nello sviluppo delle prime combinazioni di parole; b) se il tipo di composizione del vocabolario alle 50, 100 e 200 parole fosse o meno collegato allo sviluppo delle prime combinazioni di parole.

Stabilità delle differenze individuali nello sviluppo del vocabolario

CALVO, VINCENZO
1997

Abstract

Lo studio delle differenze individuali nell'acquisizione del linguaggio è sempre stato considerato uno degli ambiti di ricerca privilegiati per chiarire la natura dei processi sottostanti a questo processo e per verificare i modelli teorici proposti a sua spiegazione. A partire dallo studio di K. Nelson (1973) la composizione del primo vocabolario è stato l'aspetto più diffusamente studiato in molte ricerche che hanno cercato di verificare la distinzione originariamente proposta da questa autrice tra bambini che posseggono un vocabolario composto prevalentemente da nominali (bambini referenziali) e bambini il cui vocabolario è più ricco di voci lessicali funzionali ad un uso più sociale-comunicativo del linguaggio (bambini espressivi). Dalla mole di ricerche in questo ambito, nonostante le divergenze nei risultati, due punti sembrano poter essere stabiliti in modo conclusivo: 1) le differenti voci lessicali compaiono all'interno del vocabolario dei bambini in funzione dell'ampiezza del vocabolario stesso; vale dire, la proporzione relativa di nomi, verbi e altri predicati, e items appartenenti alla "classe chiusa" aumenta o diminuisce in differenti punti dello sviluppo (Bates, Bretherton & Snyder, 1988). Ciò rende indispensabile che 2) le variazioni di tipo stilistico nella composizione del vocabolario siano analizzate solo confrontando bambini che hanno la stessa ampiezza di vocabolario, indipendentemente dall'età, se non si vogliono confondere le differenze individuali legate al ritmo di sviluppo con quelle legate al tipo di composizione del vocabolario. L'adesione a questo dettato metodologico permette non solo di studiare le differenze individuali in due fenomeni distinti, il ritmo di sviluppo del vocabolario e il tipo di composizione del vocabolario, ma permette di verificare anche se le variazioni nella composizione del vocabolario presenti all'inizio dello sviluppo (ad esempio, quando il vocabolario è composto di sole SO parole) si mantengano anche ad uno stadio di sviluppo più avanzato (ad esempio quando il vocabolario è composto da 200 parole). Le informazioni ottenute tramite questa strategia di ricerca sono tuttavia molto scarse. Ad esempio, solo in due studi relativi alla lingua inglese (Pine, 1992; Liven, Pine &. Barnes; 1992) li è cercato di verificare la stabilità nelle differenze individuali tra lo stadio delle 50 parole e quello delle 100 parole. In questa ricerca lo sviluppo del vocabolario di 30 bambini (14 maschi e 16 femmine) è stato rilevato attraverso la compilazione mensile da parte delle madri della versione italiana del MacArthur Communicative Inventory (Caselli & Casadio, 1995) a partire dai 12 mesi fino al raggiungimento di un'ampiezza del vocabolario pari circa a 200 parole . Il primo obiettivo del lavoro è stato quello di verificare la stabilità delle differenze individuali nel ritmo di sviluppo del vocabolario, confrontando i percentili a cui ogni soggetto si collocava in base all’età in cui veniva raggiunta un'ampiezza di vocabolario pari a 50, 100 e 200 parole. Il calcolo dei percentili è stato fatto in riferimento alle norme riportate da Caselli e Casadio per la popolazione italiana. La stabilità delle differenze individuali nella composizione del vocabolario è invece stata verificata esaminando le correlazioni esistenti tra le proporzioni relative di alcune categorie lessicali (nomi, predicati e funtori) nelle 3 tappe di sviluppo sopra individuate. Inoltre è stata analizzata l' esistenza di una relazione tra ritmo di sviluppo e tipo di composizione del vocabolario, verificando se i bambini più precoci nell'acquisizione del vocabolario, possedessero anche un vocabolario qualitativamente diverso da quello dei bambini più lenti. Infine la relazione tra domini linguistici differenti (lessico e grammatica) è stata analizzata verificando a) se i bambini più precoci nello sviluppo del vocabolario conservassero tale caratteristica anche nello sviluppo delle prime combinazioni di parole; b) se il tipo di composizione del vocabolario alle 50, 100 e 200 parole fosse o meno collegato allo sviluppo delle prime combinazioni di parole.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2529628
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