Fatto e diritto. L'ordinamento tra realtà e norma

In questo contributo si parte dall’analisi dell’idea di fatto, per vedere se e in che termini si possa parlare di un fatto «puro», lontano da ogni «contaminazione» interpretativa; per verificare inoltre se mai si sia pensato alla possibilità di rappresentare un fatto «pregiuridico» ossia esistente prima della sua rappresentazione giuridica e a prescindere da essa, ed anche prima della sua valutazione relativamente alla sua capacità di dare soddisfazione ad un bisogno o ad un interesse (giuridico) dell’uomo. Acquisita la consapevolezza che ad oggi pochi sono stati i contributi miranti al superamento di questo limite teoretico, che vede il fatto completamente assorbito dal diritto che lo qualifica, si mira, attraverso una rilettura del significato dell’attività interpretativa, a ricercare e valorizzare la naturale giuridicità del fatto, che deve essere al centro di ogni indagine, che voglia porsi come autenticamente giuridica, in ordine alle relazioni intersoggettive, nella costante ed infaticabile opera di riconoscimento del suo di ciascuno.