Nel lavoro che segue si affronta il delicato problema del potenziale conflitto tra l'esigenza urgente ed eccezionale di reperire risorse da destinare al ripianamento dei conti pubblici, al cui soddisfacimento è finalizzata la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, e gli interessi al miglior assetto del territorio sul quale i beni pubblici da alienare sono collocati, che potrebbero risultare sacrificati da modifiche della destinazione d'uso dei beni stessi, volte a rendere più appetibili gli investimenti privati. La sede in cui tale contrasto emerge e deve trovare composizione va ravvisata proprio nelle apposite varianti agli strumenti urbanistici, il che rende di particolare interesse l'indagine sui principi desumibili dalla legislazione statale intervenuta dopo la sentenza della Corte costituzionale n. 340 del 2009, in forza dei quali le Regioni, nell'esercizio della competenza concorrente in materia di governo del territorio, dovranno disciplinare tali procedure. Nel quadro di una disciplina la cui ricostruzione appare all'interprete estremamente complessa e scarsamente soddisfacente a causa del succedersi convulso degli interventi del legislatore statale, l'individuazione di un principio fondamentale di semplificazione dell'azione amministrativa, declinabile secondo accezioni diverse e complesse - dalla riduzione dei tempi procedimentali alla necessaria copianificazione, al proporzionamento degli interessi coinvolti - appare in grado di fornire utili contenuti alla legislazione regionale.

la semplificazione nei procedimenti di variante degli strumenti di pianificazione territoriale e degli strumenti urbanistici, in sede di dismissione e alienazione del patrimonio immobiliare; i Piani delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari e i Programmi unitari di valorizzazione.

MARZARO, PATRIZIA
2012

Abstract

Nel lavoro che segue si affronta il delicato problema del potenziale conflitto tra l'esigenza urgente ed eccezionale di reperire risorse da destinare al ripianamento dei conti pubblici, al cui soddisfacimento è finalizzata la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, e gli interessi al miglior assetto del territorio sul quale i beni pubblici da alienare sono collocati, che potrebbero risultare sacrificati da modifiche della destinazione d'uso dei beni stessi, volte a rendere più appetibili gli investimenti privati. La sede in cui tale contrasto emerge e deve trovare composizione va ravvisata proprio nelle apposite varianti agli strumenti urbanistici, il che rende di particolare interesse l'indagine sui principi desumibili dalla legislazione statale intervenuta dopo la sentenza della Corte costituzionale n. 340 del 2009, in forza dei quali le Regioni, nell'esercizio della competenza concorrente in materia di governo del territorio, dovranno disciplinare tali procedure. Nel quadro di una disciplina la cui ricostruzione appare all'interprete estremamente complessa e scarsamente soddisfacente a causa del succedersi convulso degli interventi del legislatore statale, l'individuazione di un principio fondamentale di semplificazione dell'azione amministrativa, declinabile secondo accezioni diverse e complesse - dalla riduzione dei tempi procedimentali alla necessaria copianificazione, al proporzionamento degli interessi coinvolti - appare in grado di fornire utili contenuti alla legislazione regionale.
2012
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