La relazione che si instaura tra una buona qualità ambientale e il benessere percepito dall’utente, insieme all’incremento della sua produttività e del suo rendimento, è stata ampiamente documentata. A tal proposito, la scuola rappresenta una tipologia edilizia importante, dal momento che è il luogo in cui i ragazzi trascorrono gran parte della loro fase di crescita. I bambini, oltre ad essere particolarmente sensibili ai fattori ambientali, subiscono passivamente le condizioni interne presenti, senza poter intervenire per modificarle, pertanto una gestione automatizzata del comfort interno sarebbe auspicabile, anche se di improbabile realizzazione. Questo lavoro presenta un metodo di indagine sulle condizioni, misurate e percepite, all’interno delle scuole elementari, nonché la sua prima applicazione in campo. Il campione interessato è rappresentato da 614 bambini, di età compresa tra i 9 e gli 11 anni, appartenenti a 7 diverse scuole della provincia di Venezia. Per ciascuna classe, 14 in totale, è stata scattata una sorta di “fotografia ambientale” in cui si sono registrati i principali parametri microclimatici e si sono raccolte le risposte date ad uno specifico questionario, formulato in collaborazione con insegnanti, psicologi e statistici. I rilevamenti sono stati effettuati nell’arco di due anni, nella primavera del 2009 e del 2010. Le misure “spot” riguardano: temperatura (dell’aria e piana radiante), umidità, illuminamento, velocità dell’aria e concentrazione di CO2. I risultati del questionario, oltre ad indagare sulla frequenza di discomfort, forniscono indicazioni circa l’interazione utente-edificio (accensione luci, apertura finestre, controllo schermature solari) e le reazioni dei bambini nel caso in cui si manifestassero situazioni di discomfort. L’utilizzo di avanzati metodi di analisi statistica non parametrica hanno permesso la successiva elaborazione dei risultati, evidenziando le differenze significative riscontrate nei vari edifici, diversi per tipologia costruttiva, valutando anche le risposte date dalle bambine rispetto a quelle date dai bambini. Dai monitoraggi sono emerse eccessive concentrazioni di anidride carbonica, in alcuni casi insufficienti valori di illuminamento sui banchi e, in generale, una distribuzione non uniforme di illuminamento. Inoltre, i bambini hanno espresso prevalentemente discomfort termico nella stagione più calda, scarsa qualità dell’aria e discomfort acustico
Qualita' ambientale nelle scuole: un caso studio
DE GIULI, VALERIA;DE CARLI, MICHELE;DA POS, OSVALDO
2012
Abstract
La relazione che si instaura tra una buona qualità ambientale e il benessere percepito dall’utente, insieme all’incremento della sua produttività e del suo rendimento, è stata ampiamente documentata. A tal proposito, la scuola rappresenta una tipologia edilizia importante, dal momento che è il luogo in cui i ragazzi trascorrono gran parte della loro fase di crescita. I bambini, oltre ad essere particolarmente sensibili ai fattori ambientali, subiscono passivamente le condizioni interne presenti, senza poter intervenire per modificarle, pertanto una gestione automatizzata del comfort interno sarebbe auspicabile, anche se di improbabile realizzazione. Questo lavoro presenta un metodo di indagine sulle condizioni, misurate e percepite, all’interno delle scuole elementari, nonché la sua prima applicazione in campo. Il campione interessato è rappresentato da 614 bambini, di età compresa tra i 9 e gli 11 anni, appartenenti a 7 diverse scuole della provincia di Venezia. Per ciascuna classe, 14 in totale, è stata scattata una sorta di “fotografia ambientale” in cui si sono registrati i principali parametri microclimatici e si sono raccolte le risposte date ad uno specifico questionario, formulato in collaborazione con insegnanti, psicologi e statistici. I rilevamenti sono stati effettuati nell’arco di due anni, nella primavera del 2009 e del 2010. Le misure “spot” riguardano: temperatura (dell’aria e piana radiante), umidità, illuminamento, velocità dell’aria e concentrazione di CO2. I risultati del questionario, oltre ad indagare sulla frequenza di discomfort, forniscono indicazioni circa l’interazione utente-edificio (accensione luci, apertura finestre, controllo schermature solari) e le reazioni dei bambini nel caso in cui si manifestassero situazioni di discomfort. L’utilizzo di avanzati metodi di analisi statistica non parametrica hanno permesso la successiva elaborazione dei risultati, evidenziando le differenze significative riscontrate nei vari edifici, diversi per tipologia costruttiva, valutando anche le risposte date dalle bambine rispetto a quelle date dai bambini. Dai monitoraggi sono emerse eccessive concentrazioni di anidride carbonica, in alcuni casi insufficienti valori di illuminamento sui banchi e, in generale, una distribuzione non uniforme di illuminamento. Inoltre, i bambini hanno espresso prevalentemente discomfort termico nella stagione più calda, scarsa qualità dell’aria e discomfort acusticoPubblicazioni consigliate
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