Molti farmaci, assunti per via topica o sistemica, possono aumentare la sensibilità ai raggi solari, scatenando manifestazioni cutanee di varia gravità, classificabili come reazioni fototossiche o fotoallergiche. I medicinali fotosensibilizzanti sono antibiotici di diverse classi (sulfamidici, tetracicline, chinolonici), antinfiammatori non steroidei, chemioterapici antitumorali, psicotropi (antidepressivi triciclici, neurolettici, antiepilettici, ansiolitici), antiaritmici, Ace-inibitori, diuretici, antistaminici, anestetici, antifungini e antivirali e, più recentemente, inibitori della HMG-CoA reduttasi (statine). Tali reazioni avverse dipendono da diversi fattori, come il dosaggio del farmaco assunto, la dose e la penetrazione della radiazione attivante, lo spessore dello strato corneo, il grado di pigmentazione e la presenza degli altri cromofori a livello cutaneo, lo stato immunologico della persona interessata. I meccanismi alla base delle reazioni di fotosensibilizzazione si distinguono in “fotodinamici” e “non fotodinamici”, a seconda che coinvolgano o meno l’ossigeno. In tutti i casi, l'assorbimento di raggi UV (principalmente UVA e UVB) produce uno stato eccitato del farmaco o di un suo metabolita, cui seguono due principali vie: una che procede attraverso la generazione di radicali liberi, in grado di danneggiare direttamente i componenti cellulari, o che possono a loro volta reagire con l’ossigeno e generare specie reattive dell’ossigeno (radicali perossidici, perossido di idrogeno, radicali ossidrilici); la seconda attraverso il trasferimento di energia o di un elettrone dal farmaco eccitato all’ossigeno con la generazione, rispettivamente, di ossigeno singoletto o di anione superossido, che, a loro volta, provocano l'ossidazione di biomolecole e quindi il danno cellulare. Farmaci fotosensibilizzanti possono anche dar luogo alla formazione di prodotti stabili di fotodegradazione, responsabili essi stessi della fototossicità in vivo. I bersagli molecolari coinvolti nelle reazioni di fotosensibilizzazione sono principalmente i lipidi, le proteine, il DNA e le membrane lisosomiali. Quando, in seguito alla modifica fotochimica delle proteine, si genera un antigene, le reazioni fotosensibilizzanti coinvolgono il sistema immunitario e sono di tipo fotoallergico, meno frequenti. Uno studio approfondito dei meccanismi farmacologici e fotobiologici di un farmaco fotosensibilizzante può essere dunque di grande utilità per prevedere tale reazione avversa anche in molecole simili e per poter prendere le opportune precauzioni per il paziente: la scelta di un farmaco non fotosensibile, in rapporto al tipo di esposizione, storia clinica, stagionalità, o la protezione dall’esposizione alle radiazioni solari, può infatti contribuire a ridurre questa reazione avversa.

Meccanismi farmacologici e fotobiologici nella fototossicità da farmaco

MIOLO, GIORGIA
2013

Abstract

Molti farmaci, assunti per via topica o sistemica, possono aumentare la sensibilità ai raggi solari, scatenando manifestazioni cutanee di varia gravità, classificabili come reazioni fototossiche o fotoallergiche. I medicinali fotosensibilizzanti sono antibiotici di diverse classi (sulfamidici, tetracicline, chinolonici), antinfiammatori non steroidei, chemioterapici antitumorali, psicotropi (antidepressivi triciclici, neurolettici, antiepilettici, ansiolitici), antiaritmici, Ace-inibitori, diuretici, antistaminici, anestetici, antifungini e antivirali e, più recentemente, inibitori della HMG-CoA reduttasi (statine). Tali reazioni avverse dipendono da diversi fattori, come il dosaggio del farmaco assunto, la dose e la penetrazione della radiazione attivante, lo spessore dello strato corneo, il grado di pigmentazione e la presenza degli altri cromofori a livello cutaneo, lo stato immunologico della persona interessata. I meccanismi alla base delle reazioni di fotosensibilizzazione si distinguono in “fotodinamici” e “non fotodinamici”, a seconda che coinvolgano o meno l’ossigeno. In tutti i casi, l'assorbimento di raggi UV (principalmente UVA e UVB) produce uno stato eccitato del farmaco o di un suo metabolita, cui seguono due principali vie: una che procede attraverso la generazione di radicali liberi, in grado di danneggiare direttamente i componenti cellulari, o che possono a loro volta reagire con l’ossigeno e generare specie reattive dell’ossigeno (radicali perossidici, perossido di idrogeno, radicali ossidrilici); la seconda attraverso il trasferimento di energia o di un elettrone dal farmaco eccitato all’ossigeno con la generazione, rispettivamente, di ossigeno singoletto o di anione superossido, che, a loro volta, provocano l'ossidazione di biomolecole e quindi il danno cellulare. Farmaci fotosensibilizzanti possono anche dar luogo alla formazione di prodotti stabili di fotodegradazione, responsabili essi stessi della fototossicità in vivo. I bersagli molecolari coinvolti nelle reazioni di fotosensibilizzazione sono principalmente i lipidi, le proteine, il DNA e le membrane lisosomiali. Quando, in seguito alla modifica fotochimica delle proteine, si genera un antigene, le reazioni fotosensibilizzanti coinvolgono il sistema immunitario e sono di tipo fotoallergico, meno frequenti. Uno studio approfondito dei meccanismi farmacologici e fotobiologici di un farmaco fotosensibilizzante può essere dunque di grande utilità per prevedere tale reazione avversa anche in molecole simili e per poter prendere le opportune precauzioni per il paziente: la scelta di un farmaco non fotosensibile, in rapporto al tipo di esposizione, storia clinica, stagionalità, o la protezione dall’esposizione alle radiazioni solari, può infatti contribuire a ridurre questa reazione avversa.
2013
88 Congresso Nazionale SIDeMaST
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2666434
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