Il contributo si inserisce all’interno dell’ormai consolidato filone di studi relativo al progetto MetaMArS, che tenta di porre sistematicamente in confronto le brillanti opere di Ovidio con la produzione figurativa ad esse contemporanea o di poco seriore, così da individuare strette e inequivocabili tangenze tra due piani narrativi quanto mai distanti, ma che spesso si guardano l’un l’altro influenzandosi reciprocamente. In questa prospettiva il mito di Ippolito si rivela un eccellente terreno di indagine. All’interno di un repertorio iconografico che sovente si diletta a mettere in scena quei temi che nulla hanno a che vedere con il racconto fornito da Ovidio, spicca un medaglione ad applique gallo-romano in cui è raffigurata la resurrezione del giovane figlio di Teseo da parte di Esculapio: l’episodio, non altrimenti noto in tutta la tradizione figurativa relativa al mito e attestato solo di sfuggita dalle fonti letterarie romane, è narrato con dovizia di dettagli proprio nei Fasti. Risulta perciò imperativo confrontare in maniera serrata il medaglione con il racconto del Sulmonese, così da capire se tra i due livelli, testo scritto e “testo” rappresentato, intercorra un rapporto univoco di interdipendenza
La resurrezione di Ippolito da parte di Esculapio su un medaglione ad applique gallo-romano
SALVO, GIULIA
2012
Abstract
Il contributo si inserisce all’interno dell’ormai consolidato filone di studi relativo al progetto MetaMArS, che tenta di porre sistematicamente in confronto le brillanti opere di Ovidio con la produzione figurativa ad esse contemporanea o di poco seriore, così da individuare strette e inequivocabili tangenze tra due piani narrativi quanto mai distanti, ma che spesso si guardano l’un l’altro influenzandosi reciprocamente. In questa prospettiva il mito di Ippolito si rivela un eccellente terreno di indagine. All’interno di un repertorio iconografico che sovente si diletta a mettere in scena quei temi che nulla hanno a che vedere con il racconto fornito da Ovidio, spicca un medaglione ad applique gallo-romano in cui è raffigurata la resurrezione del giovane figlio di Teseo da parte di Esculapio: l’episodio, non altrimenti noto in tutta la tradizione figurativa relativa al mito e attestato solo di sfuggita dalle fonti letterarie romane, è narrato con dovizia di dettagli proprio nei Fasti. Risulta perciò imperativo confrontare in maniera serrata il medaglione con il racconto del Sulmonese, così da capire se tra i due livelli, testo scritto e “testo” rappresentato, intercorra un rapporto univoco di interdipendenzaPubblicazioni consigliate
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