La difesa delle marginature in ambiente fluviale e costiero richiede un notevole impegno progettuale e costruttivo, dal momento che l’azione delle acque - sia in senso tangenziale sia normale al paramento - può divenire estremamente severa, fino al collasso delle opere di protezione. Per resistere meccanicamente dall’azione erosiva della corrente e del moto ondoso, i materiali impiegati nelle opere di protezione devono essere di prima scelta e offrire un’adeguata resistenza alla degradazione chimico-fisica in ambiente aggressivo. Recentemente, si sta affermando l’uso di elementi di protezione a gravità, costituiti da un contenitore di geosintetico all’interno del quale si pone in opera una zavorra di materiale inerte; la resistenza complessiva dell’elemento viene in parte esercitata dalla struttura in geosintetico, in grado di resistere alle forze indotte dalla corrente, e in parte dal peso della zavorra. Nella memoria si espone una prima applicazione di tale tecnologia al progetto di potenziamento dell’impianto idrovoro di PLANAIS presso il comprensorio industriale Aussa-Corno (Udine). Le opere qui esaminate, costituiscono un efficace presidio nella difesa spondale, e devono essere dimensionate alla luce delle prevedibili azioni della corrente, sia nei riguardi della resistenza alla lacerazione che per la stabilità idrodinamica. A tal riguardo si sottolinea la necessità di un approfondito studio idrodinamico della portanza sotto forti correnti marittime o in conseguenza di eccezionali eventi di piena fluviale. I tradizionali metodi di calcolo, GLE ed FDM, forniscono un efficace strumento nella valutazione del livello di sicurezza delle opere di ingegneria civile, anche in presenza di falda, di azioni sismiche e di rapido svaso. Vista la notevole eterogeneità degli elementi che interagiscono, si consiglia un’attenta valutazione dei possibili cinematismi di rottura. In tale ottica, i due metodi di calcolo adottati si integrano vicendevolmente, assicurando la possibilità di investigare numerosi cinematismi di rottura senza perdere la visione del comportamento d’insieme della struttura.

Una tecnologia innovative per la difesa degli argini: applicazione al fiume Corno.

CARRUBBA, PAOLO
2013

Abstract

La difesa delle marginature in ambiente fluviale e costiero richiede un notevole impegno progettuale e costruttivo, dal momento che l’azione delle acque - sia in senso tangenziale sia normale al paramento - può divenire estremamente severa, fino al collasso delle opere di protezione. Per resistere meccanicamente dall’azione erosiva della corrente e del moto ondoso, i materiali impiegati nelle opere di protezione devono essere di prima scelta e offrire un’adeguata resistenza alla degradazione chimico-fisica in ambiente aggressivo. Recentemente, si sta affermando l’uso di elementi di protezione a gravità, costituiti da un contenitore di geosintetico all’interno del quale si pone in opera una zavorra di materiale inerte; la resistenza complessiva dell’elemento viene in parte esercitata dalla struttura in geosintetico, in grado di resistere alle forze indotte dalla corrente, e in parte dal peso della zavorra. Nella memoria si espone una prima applicazione di tale tecnologia al progetto di potenziamento dell’impianto idrovoro di PLANAIS presso il comprensorio industriale Aussa-Corno (Udine). Le opere qui esaminate, costituiscono un efficace presidio nella difesa spondale, e devono essere dimensionate alla luce delle prevedibili azioni della corrente, sia nei riguardi della resistenza alla lacerazione che per la stabilità idrodinamica. A tal riguardo si sottolinea la necessità di un approfondito studio idrodinamico della portanza sotto forti correnti marittime o in conseguenza di eccezionali eventi di piena fluviale. I tradizionali metodi di calcolo, GLE ed FDM, forniscono un efficace strumento nella valutazione del livello di sicurezza delle opere di ingegneria civile, anche in presenza di falda, di azioni sismiche e di rapido svaso. Vista la notevole eterogeneità degli elementi che interagiscono, si consiglia un’attenta valutazione dei possibili cinematismi di rottura. In tale ottica, i due metodi di calcolo adottati si integrano vicendevolmente, assicurando la possibilità di investigare numerosi cinematismi di rottura senza perdere la visione del comportamento d’insieme della struttura.
2013
XXV Convegno Nazionale Geosintetici “Applicazioni sostenibili per la difesa del territorio e la tutela dell’ambiente”.
9788855532518
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