Il saggio, introduttivo della sezione italiana (con i casi di Milano, Genova, Napoli, Bologna, Veneto centrale) del volume dedicato ai recenti sviluppi delle principali aree metropolitane dell'Europa meridionale, descrive in modo critico, le trasformazioni del sistema insediativo italiano. Le riflessioni evidenziano il passaggio da un sistema (supposto) tradizionalmente dualistico con la presenza di alcune aree metropolitane di grande attrazione (Torino, Milano, Genova, Roma, alle quali si devono affiancare le “metropoli del sottosviluppo” di Napoli e Palermo) e il resto del territorio soggetto ad una crescita demografica più contenuta e ad un irreversibile spostamento dei popolazione dalle aree agricole più interne e dalle aree di montagna verso le pianure e le fasce costiere. Questa descrizione dell’Italia è risultata ed è tuttora fuorviante, poiché nega le profonde differenze esistenti tra le diverse regioni ed all’interno delle regioni, differenze che diventano più marcate nel corso degli anni ’70, quando una «Terza Italia» si afferma grazie allo sviluppo della piccola e media impresa e dei distretti industriali e la crescita demografica dei centri urbani piccoli e medi. Le forme urbane mutano e indicano le nuove preferenze insediative delle famiglie e delle attività economiche: il Nord-Est, innanzitutto (Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) e poi anche alcune regioni del Centro (Marche e Toscana) mostrano dinamiche e forme di sviluppo economico e soprattutto una profonda varietà. Paesaggi differenti e mutevoli, la cui composizione – caleidoscopica, per l’appunto – scaturisce dalla forza - o dall’inerzia – dei diversi fattori di carattere sociale, economico, storico e culturale che contraddistinguono le singole regioni. Nuovi paesaggi che mostrano fenomenologie incerte ed instabili nel tempo e con grande difficoltà permettono l’elaborazione di scenari futuri, la previsione di possibili dinamiche evolutive e delle conseguenze di questa trasformazione, nell’imbarazzante incertezza di contrastare i fenomeni in atto (quali processi anomali di sviluppo urbano ad elevato impatto sociale ed ambientale) o favorirlo (come naturale tendenza di crescita della città, che pur nella sua dimensione “esplosa” sul territorio, continua a rappresentare la forma predominante di aggregazione sociale sul pianeta).
Un caleidoscopio territoriale
SAVINO, MICHELANGELO
2005
Abstract
Il saggio, introduttivo della sezione italiana (con i casi di Milano, Genova, Napoli, Bologna, Veneto centrale) del volume dedicato ai recenti sviluppi delle principali aree metropolitane dell'Europa meridionale, descrive in modo critico, le trasformazioni del sistema insediativo italiano. Le riflessioni evidenziano il passaggio da un sistema (supposto) tradizionalmente dualistico con la presenza di alcune aree metropolitane di grande attrazione (Torino, Milano, Genova, Roma, alle quali si devono affiancare le “metropoli del sottosviluppo” di Napoli e Palermo) e il resto del territorio soggetto ad una crescita demografica più contenuta e ad un irreversibile spostamento dei popolazione dalle aree agricole più interne e dalle aree di montagna verso le pianure e le fasce costiere. Questa descrizione dell’Italia è risultata ed è tuttora fuorviante, poiché nega le profonde differenze esistenti tra le diverse regioni ed all’interno delle regioni, differenze che diventano più marcate nel corso degli anni ’70, quando una «Terza Italia» si afferma grazie allo sviluppo della piccola e media impresa e dei distretti industriali e la crescita demografica dei centri urbani piccoli e medi. Le forme urbane mutano e indicano le nuove preferenze insediative delle famiglie e delle attività economiche: il Nord-Est, innanzitutto (Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) e poi anche alcune regioni del Centro (Marche e Toscana) mostrano dinamiche e forme di sviluppo economico e soprattutto una profonda varietà. Paesaggi differenti e mutevoli, la cui composizione – caleidoscopica, per l’appunto – scaturisce dalla forza - o dall’inerzia – dei diversi fattori di carattere sociale, economico, storico e culturale che contraddistinguono le singole regioni. Nuovi paesaggi che mostrano fenomenologie incerte ed instabili nel tempo e con grande difficoltà permettono l’elaborazione di scenari futuri, la previsione di possibili dinamiche evolutive e delle conseguenze di questa trasformazione, nell’imbarazzante incertezza di contrastare i fenomeni in atto (quali processi anomali di sviluppo urbano ad elevato impatto sociale ed ambientale) o favorirlo (come naturale tendenza di crescita della città, che pur nella sua dimensione “esplosa” sul territorio, continua a rappresentare la forma predominante di aggregazione sociale sul pianeta).Pubblicazioni consigliate
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