Le politiche di riqualificazione del waterfront sono diventate l’ultima frontiera della rigenerazione urbana, della progettazione e della riflessione critica sui destini delle città, in un ambiente sempre più dinamico e competitivo. Più esperienze tendono a presentarlo come il luogo delle politiche pubbliche per eccellenza, un’occasione per confrontarsi non solo con le nuove condizioni di trasformazione della città, ma anche per misurarsi con i più innovativi strumenti della pianificazione e del progetto urbano, con i nuovi linguaggi dell’architettura e con stili di vita così mutati; un’opportunità per esercitare le acquisite capacità di integrazione delle politiche urbane e di coinvolgimento degli attori istituzionali e privati nel processo di rigenerazione urbana, che oggi risente pesantemente della razionalizzazione dei bilanci pubblici e dell’imprescindibile ricorso a risorse private. E nel nostro paese non mancano esperienze, dibattiti, progetti e politiche che, tra recupero dei fronti portuali, riorganizzazione degli approdi marittimi, ridefinizione delle relazioni tra terra ed acqua e tra mare e città, hanno reso ancora una volta vivace ed articolato il panorama delle trasformazioni urbane. Ma non tutto sembra risolto nella riorganizzazione di questi ambiti così specifici. Emerge, nei diversi casi illustrati nel libro, come nel dibattito sul waterfront, sembrano riproporsi i dilemmi su modalità e qualità dell’azione progettuale, le contraddizioni istituzionali sugli strumenti urbanistici, la difficoltà di cooperazione, le millantate certezze e le promesse sul rinnovamento urbano che tendono spesso a nascondere una grave mancanza di strategie, ma soprattutto la complessità del problema e le numerose e diverse articolazioni della questione (tra cui quelle logistico-infrastrutturale, economica, sociale) spesso negate nelle appassionate dissertazioni urbanistico-architettoniche, all’interno delle quali non di rado pare affiorare una progressiva banalizzazione delle accezioni di “waterfront”. Così il volume, tra prima sezione dedicata al tema nei suoi aspetti più generali (con i contributi di R. Pavia, R. Bruttomesso, M. Moretti, M. Carta ed una nota riepilogativa del curatore), una seconda sezione dedicata a quei waterfront italiani oggetto di progetti di intervento e ridefinizione (La Spezia, Genova, Trieste, Napoli, Salerno, Bari, Brindisi, Reggio Calabria, Messina, Palermo, Siracusa e dei porti della Sardegna) ed una finale che richiama le esperienze più note di interventi sui waterfront europei e mediterranei, tenta di capire cosa stia succedendo in alcune città marittime italiane. L’intento dei vari autori è offrire un’esplorazione sui recenti progetti e sulle loro prospettive di attuazione, con la chiara volontà di esplicitare intenti e contenuti delle soluzioni urbanistiche avanzate; fornire dati e notizie sul processo di formazione delle politiche, sugli esiti delle diverse alchimie amministrative, sui meccanismi di interazione; rilevare limiti e potenzialità di questa nuova fase di riorganizzazione urbana che in Italia sembra si stia consumando senza raggiungere i risultati agognati guardando a quanto è accaduto in altre realtà europee e non solo: in breve, restituire un quadro complessivo utile ad una riflessione critica scevra di pregiudizi ma anche liberata dalle tante retoriche che spesso avvolgono le politiche (e non solo sui fronti dei porti) con i loro veli di nebbia.

WATERFRONT D'ITALIA. PIANI POLITICHE PROGETTI

SAVINO, MICHELANGELO
2010

Abstract

Le politiche di riqualificazione del waterfront sono diventate l’ultima frontiera della rigenerazione urbana, della progettazione e della riflessione critica sui destini delle città, in un ambiente sempre più dinamico e competitivo. Più esperienze tendono a presentarlo come il luogo delle politiche pubbliche per eccellenza, un’occasione per confrontarsi non solo con le nuove condizioni di trasformazione della città, ma anche per misurarsi con i più innovativi strumenti della pianificazione e del progetto urbano, con i nuovi linguaggi dell’architettura e con stili di vita così mutati; un’opportunità per esercitare le acquisite capacità di integrazione delle politiche urbane e di coinvolgimento degli attori istituzionali e privati nel processo di rigenerazione urbana, che oggi risente pesantemente della razionalizzazione dei bilanci pubblici e dell’imprescindibile ricorso a risorse private. E nel nostro paese non mancano esperienze, dibattiti, progetti e politiche che, tra recupero dei fronti portuali, riorganizzazione degli approdi marittimi, ridefinizione delle relazioni tra terra ed acqua e tra mare e città, hanno reso ancora una volta vivace ed articolato il panorama delle trasformazioni urbane. Ma non tutto sembra risolto nella riorganizzazione di questi ambiti così specifici. Emerge, nei diversi casi illustrati nel libro, come nel dibattito sul waterfront, sembrano riproporsi i dilemmi su modalità e qualità dell’azione progettuale, le contraddizioni istituzionali sugli strumenti urbanistici, la difficoltà di cooperazione, le millantate certezze e le promesse sul rinnovamento urbano che tendono spesso a nascondere una grave mancanza di strategie, ma soprattutto la complessità del problema e le numerose e diverse articolazioni della questione (tra cui quelle logistico-infrastrutturale, economica, sociale) spesso negate nelle appassionate dissertazioni urbanistico-architettoniche, all’interno delle quali non di rado pare affiorare una progressiva banalizzazione delle accezioni di “waterfront”. Così il volume, tra prima sezione dedicata al tema nei suoi aspetti più generali (con i contributi di R. Pavia, R. Bruttomesso, M. Moretti, M. Carta ed una nota riepilogativa del curatore), una seconda sezione dedicata a quei waterfront italiani oggetto di progetti di intervento e ridefinizione (La Spezia, Genova, Trieste, Napoli, Salerno, Bari, Brindisi, Reggio Calabria, Messina, Palermo, Siracusa e dei porti della Sardegna) ed una finale che richiama le esperienze più note di interventi sui waterfront europei e mediterranei, tenta di capire cosa stia succedendo in alcune città marittime italiane. L’intento dei vari autori è offrire un’esplorazione sui recenti progetti e sulle loro prospettive di attuazione, con la chiara volontà di esplicitare intenti e contenuti delle soluzioni urbanistiche avanzate; fornire dati e notizie sul processo di formazione delle politiche, sugli esiti delle diverse alchimie amministrative, sui meccanismi di interazione; rilevare limiti e potenzialità di questa nuova fase di riorganizzazione urbana che in Italia sembra si stia consumando senza raggiungere i risultati agognati guardando a quanto è accaduto in altre realtà europee e non solo: in breve, restituire un quadro complessivo utile ad una riflessione critica scevra di pregiudizi ma anche liberata dalle tante retoriche che spesso avvolgono le politiche (e non solo sui fronti dei porti) con i loro veli di nebbia.
2010
978-88-568-2520-6
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