L’autore prende in esame la brevitas e la ripetizione nella Guerra dei poveri di Nuto Revelli, concentrandosi sulla prima parte, nella quale lo scrittore narra la ritirata di Russia dell’esercito italiano durante le seconda guerra mondiale. Viene dapprima esaminata la repetitio, nelle sue articolazioni interne alla frase e quindi nelle sue forme macrotestuali; sono illustrate di seguito le forme dell’accumulazione, attraverso le figure dell’adiectio e dell’enumerazione; e infine le figure della brevitas: la sintassi nominale, frasi e periodi brevi, scanditi da un’interpunzione fitta e martellante; la brachilogia. Nella parte finale del saggio l’autore mette a confronto alcuni aspetti delle strutture narrative della Guerra dei poveri con i racconti della ritirata di Russia di Mario Rigoni Stern e Giulio Bedeschi (Il Sergente nella neve, Centomila gavette di ghiaccio): l’assenza di artifici narrativi come le analessi e le prolessi, la rarità di commenti autoriali, il dominio assoluto del perfetto singolativo, l’assenza di descrizioni paesaggistiche, conferiscono al racconto di Revelli un ritmo serrato e senza soste, all’opposto del racconto romanzato e sovente consolatorio di Rigoni e Bedeschi.

Revelli nella «sacca». Ripetizione e brevità nella «Guerra dei poveri»

BOZZOLA, SERGIO
2013

Abstract

L’autore prende in esame la brevitas e la ripetizione nella Guerra dei poveri di Nuto Revelli, concentrandosi sulla prima parte, nella quale lo scrittore narra la ritirata di Russia dell’esercito italiano durante le seconda guerra mondiale. Viene dapprima esaminata la repetitio, nelle sue articolazioni interne alla frase e quindi nelle sue forme macrotestuali; sono illustrate di seguito le forme dell’accumulazione, attraverso le figure dell’adiectio e dell’enumerazione; e infine le figure della brevitas: la sintassi nominale, frasi e periodi brevi, scanditi da un’interpunzione fitta e martellante; la brachilogia. Nella parte finale del saggio l’autore mette a confronto alcuni aspetti delle strutture narrative della Guerra dei poveri con i racconti della ritirata di Russia di Mario Rigoni Stern e Giulio Bedeschi (Il Sergente nella neve, Centomila gavette di ghiaccio): l’assenza di artifici narrativi come le analessi e le prolessi, la rarità di commenti autoriali, il dominio assoluto del perfetto singolativo, l’assenza di descrizioni paesaggistiche, conferiscono al racconto di Revelli un ritmo serrato e senza soste, all’opposto del racconto romanzato e sovente consolatorio di Rigoni e Bedeschi.
2013
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