Questo studio riguarda una nuova procedura probabilistica per valutare ponti esistenti stradali/ferroviari dopo un evento sismico per mezzo di curve di fragilità analitiche e ispezioni sulla struttura. In particolare, la valutazione riguarda ponti esistenti in calcestruzzo armato aventi uno schema strutturale comune in Italia (ponti multicampata in semplice appoggio). La procedura è composta di 6 fasi e ciascuna fase è stata approfondita. Le fasi 1 e 2 sono una sorta di lavoro preliminare da eseguire prima che l’evento sismico accada: l’impostazione di un database per raccogliere tutte le informazioni riguardo i ponti di una specifica rete stradale/ferroviaria (fase 1) e la costruzione delle curve di fragilità per ciascun ponte (fase 2): le curve di fragilità sono grafici che esprimono la probabilità condizionata di un manufatto di eguagliare o eccedere un certo livello di danno per diverse intensità dell’azione sismica. Poiché la fase 2 è una fase importante per i risultati finali dell’intera procedura probabilistica, è presentato un ampio studio sulla costruzione delle curve di fragilità, considerando alcuni ponti localizzati in posizioni strategiche della rete stradale della regione Veneto (Italia nord orientale) e differenti modellazioni numeriche, al fine di valutare la modellazione più conveniente per la stima della vulnerabilità sismica. Inoltre, particolare attenzione è posta sugli interventi di adeguamento con materiali FRP e il loro effetto sulla riduzione della vulnerabilità sismica del manufatto. Le altre fasi riguardano le attività da svolgere dopo un evento simico, utili per le fasi di emergenza e post- emergenza. La fase 3 riguarda un metodo per decidere se iniziare o meno le ispezioni su un ponte in relazione all’intensità sismica del terremoto accaduto; se l’intensità sismica raggiunge o supera una certa soglia, la fase 4 indica come effettuare le ispezioni visive sui manufatti, a livello probabilistico, e come generare le curve di fragilità dei ponti eventualmente danneggiati. Infine, le ultime due fasi cercano di fornire informazioni utili agli enti che gestiscono la rete stradale per ottenere un’organizzazione ottimale della rete stradale/ferroviaria nelle fasi dopo il terremoto. La fase 5 riguarda una veloce procedura per decidere se permettere o meno il traffico sui ponti che hanno subito l’evento sismico, mentre la fase 6 fornisce informazioni riguardo possibili vantaggi economici, che derivano da un confronto tra costi di ricostruzione e costi di riparazione (considerando interventi con materiali FRP) dei ponti danneggiati. Per chiarire la procedura qui descritta, si è svolto un esempio esplicativo per ogni fase.

Strategies for seismic assessment of common existing reinforced concrete bridges typologies

MORBIN, RICCARDO
2013

Abstract

Questo studio riguarda una nuova procedura probabilistica per valutare ponti esistenti stradali/ferroviari dopo un evento sismico per mezzo di curve di fragilità analitiche e ispezioni sulla struttura. In particolare, la valutazione riguarda ponti esistenti in calcestruzzo armato aventi uno schema strutturale comune in Italia (ponti multicampata in semplice appoggio). La procedura è composta di 6 fasi e ciascuna fase è stata approfondita. Le fasi 1 e 2 sono una sorta di lavoro preliminare da eseguire prima che l’evento sismico accada: l’impostazione di un database per raccogliere tutte le informazioni riguardo i ponti di una specifica rete stradale/ferroviaria (fase 1) e la costruzione delle curve di fragilità per ciascun ponte (fase 2): le curve di fragilità sono grafici che esprimono la probabilità condizionata di un manufatto di eguagliare o eccedere un certo livello di danno per diverse intensità dell’azione sismica. Poiché la fase 2 è una fase importante per i risultati finali dell’intera procedura probabilistica, è presentato un ampio studio sulla costruzione delle curve di fragilità, considerando alcuni ponti localizzati in posizioni strategiche della rete stradale della regione Veneto (Italia nord orientale) e differenti modellazioni numeriche, al fine di valutare la modellazione più conveniente per la stima della vulnerabilità sismica. Inoltre, particolare attenzione è posta sugli interventi di adeguamento con materiali FRP e il loro effetto sulla riduzione della vulnerabilità sismica del manufatto. Le altre fasi riguardano le attività da svolgere dopo un evento simico, utili per le fasi di emergenza e post- emergenza. La fase 3 riguarda un metodo per decidere se iniziare o meno le ispezioni su un ponte in relazione all’intensità sismica del terremoto accaduto; se l’intensità sismica raggiunge o supera una certa soglia, la fase 4 indica come effettuare le ispezioni visive sui manufatti, a livello probabilistico, e come generare le curve di fragilità dei ponti eventualmente danneggiati. Infine, le ultime due fasi cercano di fornire informazioni utili agli enti che gestiscono la rete stradale per ottenere un’organizzazione ottimale della rete stradale/ferroviaria nelle fasi dopo il terremoto. La fase 5 riguarda una veloce procedura per decidere se permettere o meno il traffico sui ponti che hanno subito l’evento sismico, mentre la fase 6 fornisce informazioni riguardo possibili vantaggi economici, che derivano da un confronto tra costi di ricostruzione e costi di riparazione (considerando interventi con materiali FRP) dei ponti danneggiati. Per chiarire la procedura qui descritta, si è svolto un esempio esplicativo per ogni fase.
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