Il contributo documenta, sulla base delle raccolte araldiche ufficiali del Regno di Portogallo, l’origine medievale e autenticamente portoghese dello stemma della famiglia di sant’Antonio, i Bulhoes, messa a volte in dubbio da autorevoli studiosi. Giunto a Padova all’inizio del XVI secolo (prime attestazioni nel 1508 e 1509-10), lo stemma dei Bulhoes sarebbe divenuto in progresso di tempo quello della Veneranda Arca (ufficialmente riconosciuto dal Regno d’Italia nel 1915) e, con alcune varianti negli ornamenti esteriori, delle altre istituzioni e realtà devozionali legate al complesso antoniano. Si esamina così il probabile significato originario dell’arma della «croce ghiandata» e si ripercorre la fase cruciale tra la sua comparsa nella documentazione ufficiale dell’Arca (1571), a connotarne però il patrimonio ancora come proprietà «personale» del santo, e la prima apparizione della dizione «arma di essa V. Arca» (1631). Si analizzano infine due inedite varianti settecentesche dello stesso stemma, destinate forse a recuperare, nel contesto di una nuova sensibilita culturale ma in una chiave ancora tutta portoghese, due dimensioni della rappresentazione araldica – quella personale, con il ricorso alle armi della famiglia materna del santo affiancate a quelle paterne, e quella devozionale – poste in ombra dall’uso ormai pienamente istituzionale dell’originaria arma patris sancti Antonii, «arma di esso Glorioso Santo»

Uno stemma per la Veneranda Arca

BENUCCI, FRANCO
2013

Abstract

Il contributo documenta, sulla base delle raccolte araldiche ufficiali del Regno di Portogallo, l’origine medievale e autenticamente portoghese dello stemma della famiglia di sant’Antonio, i Bulhoes, messa a volte in dubbio da autorevoli studiosi. Giunto a Padova all’inizio del XVI secolo (prime attestazioni nel 1508 e 1509-10), lo stemma dei Bulhoes sarebbe divenuto in progresso di tempo quello della Veneranda Arca (ufficialmente riconosciuto dal Regno d’Italia nel 1915) e, con alcune varianti negli ornamenti esteriori, delle altre istituzioni e realtà devozionali legate al complesso antoniano. Si esamina così il probabile significato originario dell’arma della «croce ghiandata» e si ripercorre la fase cruciale tra la sua comparsa nella documentazione ufficiale dell’Arca (1571), a connotarne però il patrimonio ancora come proprietà «personale» del santo, e la prima apparizione della dizione «arma di essa V. Arca» (1631). Si analizzano infine due inedite varianti settecentesche dello stesso stemma, destinate forse a recuperare, nel contesto di una nuova sensibilita culturale ma in una chiave ancora tutta portoghese, due dimensioni della rappresentazione araldica – quella personale, con il ricorso alle armi della famiglia materna del santo affiancate a quelle paterne, e quella devozionale – poste in ombra dall’uso ormai pienamente istituzionale dell’originaria arma patris sancti Antonii, «arma di esso Glorioso Santo»
2013
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