Gli spazi pubblici e sociali hanno lo scopo di porre gli esseri umani a contatto con i propri sensi e con la natura, presentandosi come una condizione fondamentale della democrazia, dal momento che consentono di stabilire e mantenere relazioni. Affronterò di seguito alcuni aspetti dei significati culturali assunti dagli usi dello spazio nella città: dallo sviluppo urbano sostenibile nel suo rapporto con il potere e le ambizioni territoriali, nonché con gli usi simbolici e politici della natura, al rapporto tra città e natura, visto che al giorno d'oggi le città dei paesi sviluppati sono principalmente di fronte a problemi “verdi”. La “città intermedia” (Sieverts 1999 e 2003) diventa a questo punto un nuovo paradigma di riferimento, mentre l’urbanizzazione, guidata dalla visione del mondo propria della cultura del consumo, appare insostenibile (York, Rosa e Dietz 2003 e Reitan 2005). Altro tema di rilievo è quello della rigenerazione, riqualificazione e riuso urbano sostenibile attraverso la costruzione di opportuni processi decisionali inclusivi (Musco 2009) capaci di funzionare alla stregua di strategia di modificazione dello spazio metropolitano (Mazzoleni 2009). Il problema del declino o della crescita urbana viene affrontato di seguito: il fenomeno della “contrazione urbana” è in atto in molte città europee. Il riuso della città, in regioni con una drammatica riduzione della popolazione, può dunque divenire l’occasione per l’invenzione di nuove pratiche, tese a creare nuovi luoghi urbani condivisi e nuovi significati collettivi (Schwiontek 2010). Seguendo la lezione di Čapek (2010) proverò poi a suggerire che la sociologia urbana può trarre beneficio da un approccio socio-ecologico in grado di arricchire la nostra comprensione della natura e della città e di farci partecipare più pienamente alle discussioni sulla sostenibilità. Seguendo Zukin (2002) cercherò di affrontare il tema della costruzione di spazi urbani con modelli di piani urbanistici che rappresentano, al tempo stesso, “geroglifici del potere ambientale, economico e sociale”, ovvero tentativi di definizione culturale del problema della formazione del significato dello spazio urbano. Che l’ambiente costruito trasmetta un’immagine del potere è condiviso anche da Gans (2002) e Chandra Mukerji (1997). Quest’ultima, in particolare, si interroga su come e se sia ancora possibile governare attraverso il paesaggio, essendo questo uno dei problemi sociali più urgenti del nostro tempo, come nel caso dei giardini storici (Verdi 2004). Prenderò quindi in considerazione alcuni casi di studio, come le architetture sostenibili di Sheppard Robson, con la loro aspirazione ad un’architettura più “responsabile”, concepita come un processo di ridefinizione delle possibili relazioni tra aspetti ambientali, sociali ed economici del progetto di sostenibilità

"Sviluppo urbano sostenibile e nuove prospettive per le arti"

VERDI, LAURA
2013

Abstract

Gli spazi pubblici e sociali hanno lo scopo di porre gli esseri umani a contatto con i propri sensi e con la natura, presentandosi come una condizione fondamentale della democrazia, dal momento che consentono di stabilire e mantenere relazioni. Affronterò di seguito alcuni aspetti dei significati culturali assunti dagli usi dello spazio nella città: dallo sviluppo urbano sostenibile nel suo rapporto con il potere e le ambizioni territoriali, nonché con gli usi simbolici e politici della natura, al rapporto tra città e natura, visto che al giorno d'oggi le città dei paesi sviluppati sono principalmente di fronte a problemi “verdi”. La “città intermedia” (Sieverts 1999 e 2003) diventa a questo punto un nuovo paradigma di riferimento, mentre l’urbanizzazione, guidata dalla visione del mondo propria della cultura del consumo, appare insostenibile (York, Rosa e Dietz 2003 e Reitan 2005). Altro tema di rilievo è quello della rigenerazione, riqualificazione e riuso urbano sostenibile attraverso la costruzione di opportuni processi decisionali inclusivi (Musco 2009) capaci di funzionare alla stregua di strategia di modificazione dello spazio metropolitano (Mazzoleni 2009). Il problema del declino o della crescita urbana viene affrontato di seguito: il fenomeno della “contrazione urbana” è in atto in molte città europee. Il riuso della città, in regioni con una drammatica riduzione della popolazione, può dunque divenire l’occasione per l’invenzione di nuove pratiche, tese a creare nuovi luoghi urbani condivisi e nuovi significati collettivi (Schwiontek 2010). Seguendo la lezione di Čapek (2010) proverò poi a suggerire che la sociologia urbana può trarre beneficio da un approccio socio-ecologico in grado di arricchire la nostra comprensione della natura e della città e di farci partecipare più pienamente alle discussioni sulla sostenibilità. Seguendo Zukin (2002) cercherò di affrontare il tema della costruzione di spazi urbani con modelli di piani urbanistici che rappresentano, al tempo stesso, “geroglifici del potere ambientale, economico e sociale”, ovvero tentativi di definizione culturale del problema della formazione del significato dello spazio urbano. Che l’ambiente costruito trasmetta un’immagine del potere è condiviso anche da Gans (2002) e Chandra Mukerji (1997). Quest’ultima, in particolare, si interroga su come e se sia ancora possibile governare attraverso il paesaggio, essendo questo uno dei problemi sociali più urgenti del nostro tempo, come nel caso dei giardini storici (Verdi 2004). Prenderò quindi in considerazione alcuni casi di studio, come le architetture sostenibili di Sheppard Robson, con la loro aspirazione ad un’architettura più “responsabile”, concepita come un processo di ridefinizione delle possibili relazioni tra aspetti ambientali, sociali ed economici del progetto di sostenibilità
2013
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2822883
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