Percorrere oggi l’autostrada che da Venezia porta verso Verona significa poter percepire il risultato di un lungo processo di sedimentazione della struttura territoriale in cui, attraverso un variegato mix funzionale e tipologico, si è arrivati ad una rete continua di caselli autostradali, stazioni, centri commerciali, business park, ville venete, zone residenziali e, come costante leit motiv, aree industriali. Uscendo poi da un casello e dirigendosi ad esempio verso Nord ci si accorge che, man mano che ci si addentra nel territorio, esso rimane unito dal continuo motivo della “campagna urbanizzata”fino a che non si cominciano a percepire le montagne come elemento cogente sul territorio. Nasce così un paesaggio che alcuni studiosi hanno definito “ibrido”. Essi sostengono che esso sia frutto dell’eterogeneità e del contrasto tra i diversi oggetti territoriali, in cui l’elemento di unificazione è una nuova maniera di concepire lo spazio. Oggi si può altresì sostenere che l’elemento unificante i diversi tipi di paesaggio è la strada: l’autostrada, arteria di scorrimento veloce e di elevata visibilità, capace di divenire la vetrina delle attività svolte lungo i propri assi, e la strada secondaria, dove il rapporto tra l’oggetto che compone il paesaggio e l’osservatore che lo percepisce diventa diretto in quanto essa è elemento di accessibilità. Si tratta quindi di un modello auto-organizzativo in cui l’uomo, attraverso il sistema dei vincoli, non è riuscito a risolvere le criticità all'interno del rapporto bene tutelato e bene comune. Da qui prende piede l’idea della rete: un insieme di relazioni che potremmo definire “orizzontali” quando coinvolgono elementi tra essi omogenei (come ad esempio le relazioni tra elementi costituenti i paesaggi) e “verticali”, quando si riferiscono a sistemi di risorse e condizioni locali (il mix funzionale che ha portato alla “nascita” dei paesaggi ibridi). E se, come già accennato, i paesaggi si mettono in rete attraverso il particolare rapporto esistente tra l’infrastruttura ed il suo intorno, cosa accade se si pensasse ad una rete di paesaggi e quali sarebbero le ricadute all'interno dei modi della pianificazione?

Paesaggi di rete o rete di paesaggi

BOVE, ALESSANDRO
2007

Abstract

Percorrere oggi l’autostrada che da Venezia porta verso Verona significa poter percepire il risultato di un lungo processo di sedimentazione della struttura territoriale in cui, attraverso un variegato mix funzionale e tipologico, si è arrivati ad una rete continua di caselli autostradali, stazioni, centri commerciali, business park, ville venete, zone residenziali e, come costante leit motiv, aree industriali. Uscendo poi da un casello e dirigendosi ad esempio verso Nord ci si accorge che, man mano che ci si addentra nel territorio, esso rimane unito dal continuo motivo della “campagna urbanizzata”fino a che non si cominciano a percepire le montagne come elemento cogente sul territorio. Nasce così un paesaggio che alcuni studiosi hanno definito “ibrido”. Essi sostengono che esso sia frutto dell’eterogeneità e del contrasto tra i diversi oggetti territoriali, in cui l’elemento di unificazione è una nuova maniera di concepire lo spazio. Oggi si può altresì sostenere che l’elemento unificante i diversi tipi di paesaggio è la strada: l’autostrada, arteria di scorrimento veloce e di elevata visibilità, capace di divenire la vetrina delle attività svolte lungo i propri assi, e la strada secondaria, dove il rapporto tra l’oggetto che compone il paesaggio e l’osservatore che lo percepisce diventa diretto in quanto essa è elemento di accessibilità. Si tratta quindi di un modello auto-organizzativo in cui l’uomo, attraverso il sistema dei vincoli, non è riuscito a risolvere le criticità all'interno del rapporto bene tutelato e bene comune. Da qui prende piede l’idea della rete: un insieme di relazioni che potremmo definire “orizzontali” quando coinvolgono elementi tra essi omogenei (come ad esempio le relazioni tra elementi costituenti i paesaggi) e “verticali”, quando si riferiscono a sistemi di risorse e condizioni locali (il mix funzionale che ha portato alla “nascita” dei paesaggi ibridi). E se, come già accennato, i paesaggi si mettono in rete attraverso il particolare rapporto esistente tra l’infrastruttura ed il suo intorno, cosa accade se si pensasse ad una rete di paesaggi e quali sarebbero le ricadute all'interno dei modi della pianificazione?
2007
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2830742
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