Le migrazioni hanno alimentato le civiltà per secoli mettendo gli uomini in condizione di abbandonare antiche tradizioni e pregiudizi, di manifestare la propria individualità, di fondersi e amalgamarsi in nuove culture. Ogni grande civiltà è stata prodotta dal mescolarsi di culture diverse. Lo straniero è un uomo diviso tra due culture, dà alla vita collettiva una nuova dinamicità. Oggi gli stranieri sono indefiniti e mutevoli come la loro identità. Tuttavia, tagliare e restringere la loro libertà non aggiunge nulla alla libertà di chi è già libero: al contrario, sottrae a molti altri la possibilità di sentirsi liberi. Ciò dovrebbe farci pensare, quando rifiutiamo lo straniero perché porta scompiglio nella nostra routine quotidiana. Nel mondo d0oggi siamo tutti viaggiatori e attraversiamo la nostra vita alla ricerca di noi stessi sentendoci a nostra volta estranei tra estranei. Se il mondo postmoderno è capace di generare Libertà e Differenza, nella loro accezione positiva, lo stesso non si può dire per la Solidarietà che viene dimenticata. Senza solidarietà, però, nessuna libertà è sicura mentre le differenze e il tipo di politica dell’identità che tendono a generare conducono, spesso, all’interiorizzazione dell’oppressione. La presenza dello straniero è ambivalente: può portare al riconoscimento della sua diversità culturale, ma anche alla sua dignità di uomo; può nel contempo rafforzare la coesione interna del gruppo che si riconosce con maggior forza nella propria identità e continuità, quanto più prende le distanze e precisa la propria diversità dallo straniero.

Siamo tutti stranieri

TESSAROLO, MARISELDA
2013

Abstract

Le migrazioni hanno alimentato le civiltà per secoli mettendo gli uomini in condizione di abbandonare antiche tradizioni e pregiudizi, di manifestare la propria individualità, di fondersi e amalgamarsi in nuove culture. Ogni grande civiltà è stata prodotta dal mescolarsi di culture diverse. Lo straniero è un uomo diviso tra due culture, dà alla vita collettiva una nuova dinamicità. Oggi gli stranieri sono indefiniti e mutevoli come la loro identità. Tuttavia, tagliare e restringere la loro libertà non aggiunge nulla alla libertà di chi è già libero: al contrario, sottrae a molti altri la possibilità di sentirsi liberi. Ciò dovrebbe farci pensare, quando rifiutiamo lo straniero perché porta scompiglio nella nostra routine quotidiana. Nel mondo d0oggi siamo tutti viaggiatori e attraversiamo la nostra vita alla ricerca di noi stessi sentendoci a nostra volta estranei tra estranei. Se il mondo postmoderno è capace di generare Libertà e Differenza, nella loro accezione positiva, lo stesso non si può dire per la Solidarietà che viene dimenticata. Senza solidarietà, però, nessuna libertà è sicura mentre le differenze e il tipo di politica dell’identità che tendono a generare conducono, spesso, all’interiorizzazione dell’oppressione. La presenza dello straniero è ambivalente: può portare al riconoscimento della sua diversità culturale, ma anche alla sua dignità di uomo; può nel contempo rafforzare la coesione interna del gruppo che si riconosce con maggior forza nella propria identità e continuità, quanto più prende le distanze e precisa la propria diversità dallo straniero.
2013
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2836588
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