Nell’attuale quadro storico-sociale, caratterizzato da elevata complessità, da un ritmo crescente di trasformazioni, da uno stato di incertezza circa le sue linee evolutive e quindi di disorientamento generale, la formazione scolastica può giocare un ruolo di grande rilievo per accompagnare i giovani a sviluppare capacità di adattabilità e di progettualità a medio e lungo termine. L’orientamento dei giovani costituisce in questo momento uno dei fattori strategici del processo di sviluppo del paese e rappresenta un dispositivo di sostegno al rinnovamento del sistema dell’istruzione a livello locale e nazionale. L’obiettivo dell’orientamento a scuola è quello di stimolare un processo di crescita e di responsabilizzazione, aiutando i giovani a trovare dentro di sé le risposte ad alcune domande di fondo (quali sono gli interessi, le motivazioni, il progetto di vita, le possibilità concrete di realizzarlo), rendendoli capaci di compiere scelte autonome, che tengano opportunamente conto del contesto sociale. Ciò richiede di rivedere modelli e metodi di intervento dell’orientamento realizzato nelle scuole, al fine di supportare i giovani nelle innumerevoli fasi di scelta e transizioni che caratterizzeranno tutta la loro vita. Essendo un processo multidimensionale (con componenti di tipo pedagogico, psicologico, sociologico, economico), richiede la collaborazione di una squadra di professionisti, che insieme ai docenti, garantiscano la presa in carico globale dello studente. Ciò richiede un raccordo tra sistemi (scuola, formazione professionale, servizi per l’orientamento, università, ecc.) che presuppone l’esistenza di una rete di relazioni tra organizzazioni che hanno mission specifiche rispetto all’ orientamento. Il tema dell’orientamento è trattato nella ricerca in stretta connessione con il costrutto di rete sociale, intesa come organizzazione-rete. Quest’ultima è costituita da un sistema di riconoscibili e multiple connessioni e strutture entro cui operano nodi ad alto livello di autoregolazione, capaci di cooperare tra loro in vista di fini comuni e di risultati condivisi. La ricerca parte dall’esperienza decennale delle reti territoriali di orientamento per i giovani della Regione del Veneto, composte da partner di varia tipologia (attori del sistema dell’istruzione, formazione, lavoro e del sociale) che collaborano nella realizzazione di una ampia gamma di azioni di orientamento rivolte agli studenti. Il problema dal quale il lavoro ha preso avvio è la presenza di eterogeneità nelle tipologie di reti, distribuite in un continuum bipolare da “reti di informazione e collaborazione” che presentano un basso grado di coordinamento, a “reti cooperative” che presentano un alto grado di coordinamento. Lo scopo è stato quello di approfondire lo studio delle reti cooperative, considerate buone pratiche di orientamento. La ricerca empirica si è focalizzata sull’indagine approfondita di sette “reti di tipo cooperativo”, adottando una metodologia quali-quantitativa. La raccolta dei dati si è svolta in due fasi: interviste semi-strutturate ai coordinatori delle sette reti e l’elaborazione dei questionari compilati dai referenti scolastici dei progetti di orientamento di rete. Le interviste ai coordinatori di rete hanno permesso di esplicitare la storia delle reti, le caratteristiche del sistema di governance e di coordinamento, di comunicazione ed il ruolo svolto dal coordinatore. Le analisi dei dati sui questionari compilati dai referenti scolastici di progetto, hanno permesso di evidenziare le tendenze dei diversi tipi di scuola, rispetto alle seguenti tematiche: riconoscimento e applicazione del progetto di orientamento nelle singole scuole; atteggiamento dei colleghi e del dirigente rispetto alle attività del progetto di orientamento; i bisogni e le modalità di formazione ed autoformazione degli stessi sui temi dell’orientamento; la loro rappresentazione sul tema.

Le reti che orientano:casi di studio delle reti di orientamento per giovani della Regione del Veneto

MANIERO, SABRINA
2012

Abstract

Nell’attuale quadro storico-sociale, caratterizzato da elevata complessità, da un ritmo crescente di trasformazioni, da uno stato di incertezza circa le sue linee evolutive e quindi di disorientamento generale, la formazione scolastica può giocare un ruolo di grande rilievo per accompagnare i giovani a sviluppare capacità di adattabilità e di progettualità a medio e lungo termine. L’orientamento dei giovani costituisce in questo momento uno dei fattori strategici del processo di sviluppo del paese e rappresenta un dispositivo di sostegno al rinnovamento del sistema dell’istruzione a livello locale e nazionale. L’obiettivo dell’orientamento a scuola è quello di stimolare un processo di crescita e di responsabilizzazione, aiutando i giovani a trovare dentro di sé le risposte ad alcune domande di fondo (quali sono gli interessi, le motivazioni, il progetto di vita, le possibilità concrete di realizzarlo), rendendoli capaci di compiere scelte autonome, che tengano opportunamente conto del contesto sociale. Ciò richiede di rivedere modelli e metodi di intervento dell’orientamento realizzato nelle scuole, al fine di supportare i giovani nelle innumerevoli fasi di scelta e transizioni che caratterizzeranno tutta la loro vita. Essendo un processo multidimensionale (con componenti di tipo pedagogico, psicologico, sociologico, economico), richiede la collaborazione di una squadra di professionisti, che insieme ai docenti, garantiscano la presa in carico globale dello studente. Ciò richiede un raccordo tra sistemi (scuola, formazione professionale, servizi per l’orientamento, università, ecc.) che presuppone l’esistenza di una rete di relazioni tra organizzazioni che hanno mission specifiche rispetto all’ orientamento. Il tema dell’orientamento è trattato nella ricerca in stretta connessione con il costrutto di rete sociale, intesa come organizzazione-rete. Quest’ultima è costituita da un sistema di riconoscibili e multiple connessioni e strutture entro cui operano nodi ad alto livello di autoregolazione, capaci di cooperare tra loro in vista di fini comuni e di risultati condivisi. La ricerca parte dall’esperienza decennale delle reti territoriali di orientamento per i giovani della Regione del Veneto, composte da partner di varia tipologia (attori del sistema dell’istruzione, formazione, lavoro e del sociale) che collaborano nella realizzazione di una ampia gamma di azioni di orientamento rivolte agli studenti. Il problema dal quale il lavoro ha preso avvio è la presenza di eterogeneità nelle tipologie di reti, distribuite in un continuum bipolare da “reti di informazione e collaborazione” che presentano un basso grado di coordinamento, a “reti cooperative” che presentano un alto grado di coordinamento. Lo scopo è stato quello di approfondire lo studio delle reti cooperative, considerate buone pratiche di orientamento. La ricerca empirica si è focalizzata sull’indagine approfondita di sette “reti di tipo cooperativo”, adottando una metodologia quali-quantitativa. La raccolta dei dati si è svolta in due fasi: interviste semi-strutturate ai coordinatori delle sette reti e l’elaborazione dei questionari compilati dai referenti scolastici dei progetti di orientamento di rete. Le interviste ai coordinatori di rete hanno permesso di esplicitare la storia delle reti, le caratteristiche del sistema di governance e di coordinamento, di comunicazione ed il ruolo svolto dal coordinatore. Le analisi dei dati sui questionari compilati dai referenti scolastici di progetto, hanno permesso di evidenziare le tendenze dei diversi tipi di scuola, rispetto alle seguenti tematiche: riconoscimento e applicazione del progetto di orientamento nelle singole scuole; atteggiamento dei colleghi e del dirigente rispetto alle attività del progetto di orientamento; i bisogni e le modalità di formazione ed autoformazione degli stessi sui temi dell’orientamento; la loro rappresentazione sul tema.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2837381
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