Il volume raccoglie gli atti del Colloquio internazionale «Terra aliena». L’esilio degli intellettuali europei, tenutosi a Padova e a Venezia tra il 31 maggio e il 2 giugno del 2012. Nato dalla collaborazione tra studiosi dell’Università di Padova e delle Università di Bucarest, Venezia “Ca’ Foscari”, Paris XII e Innsbruck, il convegno è stato realizzato con il sostegno del Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova e dell’Istituto romeno di cultura e ricerca umanistica di Venezia. Pensato come momento di incontro tra studiosi di diversa provenienza e nazionalità, il convegno ha offerto l’occasione per accostarsi al tema dell’esilio da una prospettiva comparata e all’interno di un orizzonte interpretativo che superasse i confini delle singole dimensioni nazionali. La categoria dell’esilio, o come diceva Iosif Brodskij, «la condizione che chiamiamo esilio», ha segnato profondamente la storia europea nel suo insieme, presentandosi, da sempre, sotto aspetti molteplici e spesso contraddittori, assumendo significati di volta in volta diversi. Dall’Antichità al Novecento, l’esilio è stato, infatti, non solo drammatica esperienza politica, dai risvolti biografici ed esistenziali, ma anche condizione spirituale e filosofica, in virtù della quale lo sradicamento e la ‘terra straniera’ (la «terra aliena» dei celebri versi di Bernardo di Chartres) sono diventate le insegne ideali del chierico, la premessa dolorosa ma necessaria della sua libertà intellettuale. Al contempo, il dispatrio e l’erranza culturale hanno potuto, a volte, assumere il volto fecondo del «felix exilium», rappresentando, per il chierico medievale così come per lo scrittore dissidente del Novecento, la possibilità di ritrovare la propria identità e integrità, di accedere alla realizzazione di sé al di fuori di ogni ambiguità e compromesso con il Potere, in una ideale e utopica «patria delle lettere». Seguendo queste due direttive, i vari interventi presentati hanno cercato di ricostruire singoli momenti o dinamiche più vaste dell’esilio degli scrittori nel corso della storia europea, non solo mettendo in luce i modi in cui l’espatrio e la peregrinazione in terra straniera hanno condizionato tragicamente vite e destini, ma anche riflettendo sulle categorie concettuali che ne hanno determinato i significati culturali, politici e civili.

"Terra Aliena". L’esilio degli intellettuali europei

CEPRAGA, DAN OCTAVIAN;
2013

Abstract

Il volume raccoglie gli atti del Colloquio internazionale «Terra aliena». L’esilio degli intellettuali europei, tenutosi a Padova e a Venezia tra il 31 maggio e il 2 giugno del 2012. Nato dalla collaborazione tra studiosi dell’Università di Padova e delle Università di Bucarest, Venezia “Ca’ Foscari”, Paris XII e Innsbruck, il convegno è stato realizzato con il sostegno del Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova e dell’Istituto romeno di cultura e ricerca umanistica di Venezia. Pensato come momento di incontro tra studiosi di diversa provenienza e nazionalità, il convegno ha offerto l’occasione per accostarsi al tema dell’esilio da una prospettiva comparata e all’interno di un orizzonte interpretativo che superasse i confini delle singole dimensioni nazionali. La categoria dell’esilio, o come diceva Iosif Brodskij, «la condizione che chiamiamo esilio», ha segnato profondamente la storia europea nel suo insieme, presentandosi, da sempre, sotto aspetti molteplici e spesso contraddittori, assumendo significati di volta in volta diversi. Dall’Antichità al Novecento, l’esilio è stato, infatti, non solo drammatica esperienza politica, dai risvolti biografici ed esistenziali, ma anche condizione spirituale e filosofica, in virtù della quale lo sradicamento e la ‘terra straniera’ (la «terra aliena» dei celebri versi di Bernardo di Chartres) sono diventate le insegne ideali del chierico, la premessa dolorosa ma necessaria della sua libertà intellettuale. Al contempo, il dispatrio e l’erranza culturale hanno potuto, a volte, assumere il volto fecondo del «felix exilium», rappresentando, per il chierico medievale così come per lo scrittore dissidente del Novecento, la possibilità di ritrovare la propria identità e integrità, di accedere alla realizzazione di sé al di fuori di ogni ambiguità e compromesso con il Potere, in una ideale e utopica «patria delle lettere». Seguendo queste due direttive, i vari interventi presentati hanno cercato di ricostruire singoli momenti o dinamiche più vaste dell’esilio degli scrittori nel corso della storia europea, non solo mettendo in luce i modi in cui l’espatrio e la peregrinazione in terra straniera hanno condizionato tragicamente vite e destini, ma anche riflettendo sulle categorie concettuali che ne hanno determinato i significati culturali, politici e civili.
2013
9786061604036
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