Con il termine“petechial rash”si intende una patologia descritta in precedenza in Spagna nel 2007 in orate allevate di 250-500 grammi e successivamente osservata in orate d’allevamento anche in Italia. Tale patologia, ad eziologia al momento sconosciuta, regredisce spontaneamente ed è responsabile di mortalità bassa o comunque trascurabile, ma può determinare gravi perdite commerciali. In Spagna è stata osservata soprattutto nel periodo invernale, con il possibile verificarsi di casi anche in maggio e giugno. Macroscopicamente è caratterizzata dalla presenza di lesioni emorragiche ed ulcerative in differenti parti della superficie corporea, comprese le pinne, che solo raramente si approfondano nel sottocute. Microscopicamente le osservazioni istologiche di ricercatori spagnoli hanno evidenziato nell’epidermide una marcata iperplasia, acantolisi degli strati medio e superiore con exocitosi linfocitaria e di mastociti e nel derma una grave risposta infiammatoria, con emorragie e neoangiogenesi solitamente limitate allo strato spongioso. Manicotti perivascolari di granulociti e linfocitisono stati costantemente osservati nelle aree circostanti le ulcere ele tasche delle squame apparivanogravemente colpite da fenomeni flogistici, con riassorbimento delle squame ad opera di osteoclasti. Nel luglio 2012 e ottobre 2013 sono pervenute al Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna alcune orate di taglia commerciale (350g di peso medio) che presentavano petecchie, soffusioni e piccole ulcere di dimensioni variabili da qualche millimetro a uno-due centimetri, con localizzazione prevalentemente nelle pinne e talora nella cute del dorso e del ventre. L’esame parassitologico e l’esame batteriologico dei soggetti esaminati sono risultati negativi. All’esame istologico è stata riscontrata una dermatite cronica erosivo-ulcerativa caratterizzata da ulcere cutanee emorragiche che in alcuni casi raggiungevano la muscolatura scheletrica. Ai margini delle ulcere, l’epidermide mostrava una marcata iperplasia, assumendo talvolta un aspetto papillomatoso. La maggior parte delle cellule epiteliali mostrava segni di sofferenza, in particolare degenerazione idropico-vacuolare, con nuclei in picnosi.A tutto spessore il derma e l’ipoderma, fino ad arrivare al muscolo,erano caratterizzati da un abbondante infiltrato infiammatorio costituito da linfociti, plasmacellule, macrofagi e fibroblasti e, in minor quantità,da mastociti. Nel derma si osservano emorragie multifocali ed un imponente riassorbimento delle tasche delle squame e del tessuto osseo dei raggi delle pinne coinvolte; si osservava inoltre una marcata neoangiogenesi. L’ipoderma appariva colpito da una marcata fibrosi dei setti connettivali,associata a marcata flogosi; nel muscolo scheletrico sottostante le miofibre mostravano atrofia, associata ad occasionali fenomeni di degenerazione. Sia a livello dell’ipoderma che del muscolo si riscontrava un abbondante deposito di tessuto adiposo. Le caratteristiche macroscopiche ed istologiche osservate richiamano in modo stringente quanto decritto nella Red Mark Syndrome dei Salmonidi, mentre si discostano da quelle osservate in corso di “petechial rash” in Spagna in quanto nei casi qui riportati le lesioni appaiono estendersi in profondità fino a coinvolgere il tessuto muscolare con presenza di un anomalo accumulo di tessuto adiposo nell’ipoderma e nel muscolo scheletrico. Sebbene nei lotti di provenienza delle orate da noi esaminate non sia stata registrata mortalità di rilievo riferibile a questa patologia, non sono da sottovalutare gli effetti negativi registrati sulla qualità commerciale del prodotto. Appaiono opportuni approfondimenti sull’eziopatogenesi di questa sindrome, anche per la futura messa a punto di idonee misure di prevenzione e/o controllo.

Osservazioni istopatologiche in orate (Sparus aurata) affette da “petechial rash”

QUAGLIO, FRANCESCO;
2013

Abstract

Con il termine“petechial rash”si intende una patologia descritta in precedenza in Spagna nel 2007 in orate allevate di 250-500 grammi e successivamente osservata in orate d’allevamento anche in Italia. Tale patologia, ad eziologia al momento sconosciuta, regredisce spontaneamente ed è responsabile di mortalità bassa o comunque trascurabile, ma può determinare gravi perdite commerciali. In Spagna è stata osservata soprattutto nel periodo invernale, con il possibile verificarsi di casi anche in maggio e giugno. Macroscopicamente è caratterizzata dalla presenza di lesioni emorragiche ed ulcerative in differenti parti della superficie corporea, comprese le pinne, che solo raramente si approfondano nel sottocute. Microscopicamente le osservazioni istologiche di ricercatori spagnoli hanno evidenziato nell’epidermide una marcata iperplasia, acantolisi degli strati medio e superiore con exocitosi linfocitaria e di mastociti e nel derma una grave risposta infiammatoria, con emorragie e neoangiogenesi solitamente limitate allo strato spongioso. Manicotti perivascolari di granulociti e linfocitisono stati costantemente osservati nelle aree circostanti le ulcere ele tasche delle squame apparivanogravemente colpite da fenomeni flogistici, con riassorbimento delle squame ad opera di osteoclasti. Nel luglio 2012 e ottobre 2013 sono pervenute al Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna alcune orate di taglia commerciale (350g di peso medio) che presentavano petecchie, soffusioni e piccole ulcere di dimensioni variabili da qualche millimetro a uno-due centimetri, con localizzazione prevalentemente nelle pinne e talora nella cute del dorso e del ventre. L’esame parassitologico e l’esame batteriologico dei soggetti esaminati sono risultati negativi. All’esame istologico è stata riscontrata una dermatite cronica erosivo-ulcerativa caratterizzata da ulcere cutanee emorragiche che in alcuni casi raggiungevano la muscolatura scheletrica. Ai margini delle ulcere, l’epidermide mostrava una marcata iperplasia, assumendo talvolta un aspetto papillomatoso. La maggior parte delle cellule epiteliali mostrava segni di sofferenza, in particolare degenerazione idropico-vacuolare, con nuclei in picnosi.A tutto spessore il derma e l’ipoderma, fino ad arrivare al muscolo,erano caratterizzati da un abbondante infiltrato infiammatorio costituito da linfociti, plasmacellule, macrofagi e fibroblasti e, in minor quantità,da mastociti. Nel derma si osservano emorragie multifocali ed un imponente riassorbimento delle tasche delle squame e del tessuto osseo dei raggi delle pinne coinvolte; si osservava inoltre una marcata neoangiogenesi. L’ipoderma appariva colpito da una marcata fibrosi dei setti connettivali,associata a marcata flogosi; nel muscolo scheletrico sottostante le miofibre mostravano atrofia, associata ad occasionali fenomeni di degenerazione. Sia a livello dell’ipoderma che del muscolo si riscontrava un abbondante deposito di tessuto adiposo. Le caratteristiche macroscopiche ed istologiche osservate richiamano in modo stringente quanto decritto nella Red Mark Syndrome dei Salmonidi, mentre si discostano da quelle osservate in corso di “petechial rash” in Spagna in quanto nei casi qui riportati le lesioni appaiono estendersi in profondità fino a coinvolgere il tessuto muscolare con presenza di un anomalo accumulo di tessuto adiposo nell’ipoderma e nel muscolo scheletrico. Sebbene nei lotti di provenienza delle orate da noi esaminate non sia stata registrata mortalità di rilievo riferibile a questa patologia, non sono da sottovalutare gli effetti negativi registrati sulla qualità commerciale del prodotto. Appaiono opportuni approfondimenti sull’eziopatogenesi di questa sindrome, anche per la futura messa a punto di idonee misure di prevenzione e/o controllo.
2013
XIX Convegno Nazionale della Società Italiana di Patologia Ittica.
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