Il volume “Famiglie in lutto” curato da Graziella Fava Vizziello segue ed estende la precedente opera dal titolo “Quando il legame si spezza” (Fava Vizziello, Feltrin, 2010), argomento che in questa sede viene ulteriormente discusso a partire dagli occhi dei bambini, pur essendo presentata anche un’indagine sull’interezza dei legami familiari. Gli studi qui considerati presentano infatti un ampio spettro di analisi delle forme con cui la famiglia gestisce il lutto, lungo tutto il ciclo di vita. Si può morire a qualsiasi età e, in base al momento in cui questo accade, diverse sono le reazioni delle persone e dei loro gruppi primari, al cui interno i legami possono farsi più forti e significativi o al contrario più difficili fino al loro scioglimento dovuto a rimandi affettivi che non trovano risoluzione al di là della sofferenza (cfr. Andolfi, D'Elia, 2007). Alcune parole chiave unificano i due testi, tra queste “lavoro del lutto” e “resilienza” sono forse quelle cruciali. Possiamo inscrivere la prima all’interno del task mourning perspective (Worden, 1982), ossia degli studi che mostrano come l’elaborazione della perdita raggiunge una soluzione positiva, e il volume prende ampiamente in considerazione gli elementi di fondo grazie ai quali è possibile gestire al meglio l’esperienza irreversibile della morte di una persona cara. Già Froma Walsh (2006) traslava metaforicamente la qualità fisica della resilienza in ambito psicologico familiare, assumendola dai linguaggi delle scienze dure e biologiche il termine indica la caratteristica di alcuni materiali o sistemi in grado di recuperare la propria struttura dopo un impatto o un incidente. Il concetto ha poi guadagnato un tale successo che ormai viene considerato un costrutto psicologico a tutti gli effetti. In questa sede, esso viene dunque utilizzato da un lato per riconoscere i fattori di protezione che permettono alla famiglia di riprendersi dalla crisi che inevitabilmente la perdita impone, e dall’altro per rilevare quali fattori di debolezza possano determinare l’incapacità di gestire la sofferenza. Il filo rosso che unifica i due estremi è la fragilità dell’individuo. Qualsiasi persona quando sia isolata è necessariamente esposta al rischio più temibile, perché nessuna autosufficienza può trasformare la solitudine in un punto di forza per affrontare il dolore della perdita. La discussione del testo non cede dunque alla tentazione di concepire la resilienza come un tratto che caratterizza la forza individuale, ma al contrario la considera come il risultato del lavoro compiuto all’interno delle reti di relazione, impegnate nella ricostruzione dello spazio psicologico che aiuta le persone ferite a ritrovare il proprio equilibrio. L’aspetto relazionale viene in tal senso indicato come il perno su cui fare leva per comprendere la natura della sofferenza legata alla morte ma anche per riattivare i percorsi esistenziali di chi soffre, con una competenza più grande e dunque una più profonda consapevolezza rispetto al valore della vita e degli affetti.

Presentazione volume “Famiglie in lutto”

TESTONI, INES
2014

Abstract

Il volume “Famiglie in lutto” curato da Graziella Fava Vizziello segue ed estende la precedente opera dal titolo “Quando il legame si spezza” (Fava Vizziello, Feltrin, 2010), argomento che in questa sede viene ulteriormente discusso a partire dagli occhi dei bambini, pur essendo presentata anche un’indagine sull’interezza dei legami familiari. Gli studi qui considerati presentano infatti un ampio spettro di analisi delle forme con cui la famiglia gestisce il lutto, lungo tutto il ciclo di vita. Si può morire a qualsiasi età e, in base al momento in cui questo accade, diverse sono le reazioni delle persone e dei loro gruppi primari, al cui interno i legami possono farsi più forti e significativi o al contrario più difficili fino al loro scioglimento dovuto a rimandi affettivi che non trovano risoluzione al di là della sofferenza (cfr. Andolfi, D'Elia, 2007). Alcune parole chiave unificano i due testi, tra queste “lavoro del lutto” e “resilienza” sono forse quelle cruciali. Possiamo inscrivere la prima all’interno del task mourning perspective (Worden, 1982), ossia degli studi che mostrano come l’elaborazione della perdita raggiunge una soluzione positiva, e il volume prende ampiamente in considerazione gli elementi di fondo grazie ai quali è possibile gestire al meglio l’esperienza irreversibile della morte di una persona cara. Già Froma Walsh (2006) traslava metaforicamente la qualità fisica della resilienza in ambito psicologico familiare, assumendola dai linguaggi delle scienze dure e biologiche il termine indica la caratteristica di alcuni materiali o sistemi in grado di recuperare la propria struttura dopo un impatto o un incidente. Il concetto ha poi guadagnato un tale successo che ormai viene considerato un costrutto psicologico a tutti gli effetti. In questa sede, esso viene dunque utilizzato da un lato per riconoscere i fattori di protezione che permettono alla famiglia di riprendersi dalla crisi che inevitabilmente la perdita impone, e dall’altro per rilevare quali fattori di debolezza possano determinare l’incapacità di gestire la sofferenza. Il filo rosso che unifica i due estremi è la fragilità dell’individuo. Qualsiasi persona quando sia isolata è necessariamente esposta al rischio più temibile, perché nessuna autosufficienza può trasformare la solitudine in un punto di forza per affrontare il dolore della perdita. La discussione del testo non cede dunque alla tentazione di concepire la resilienza come un tratto che caratterizza la forza individuale, ma al contrario la considera come il risultato del lavoro compiuto all’interno delle reti di relazione, impegnate nella ricostruzione dello spazio psicologico che aiuta le persone ferite a ritrovare il proprio equilibrio. L’aspetto relazionale viene in tal senso indicato come il perno su cui fare leva per comprendere la natura della sofferenza legata alla morte ma anche per riattivare i percorsi esistenziali di chi soffre, con una competenza più grande e dunque una più profonda consapevolezza rispetto al valore della vita e degli affetti.
2014
Famiglie in lutto
9788867872206
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2981300
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