Estesi tratti di foreste alpine, dove la gestione è cessata da tempo, hanno assunto caratteri di vetustà. Per esplorare gli effetti di questa vetustà secondaria, abbiamo confrontato la ricchezza di specie e la composizione di uccelli di abetine in due bacini di uguale estensione (1.040 ha): Val Tovanella, dove i boschi non sono più gestiti da oltre 50 anni, e Cajada, i cui boschi sono tuttora gestiti. Entrambi i bacini si trovano nelle Dolomiti di Zoldo e sono compresi tra 500 e 2400 m di altitudine. In ciascuna delle due foreste sono stati rilevati 10 punti di ascolto durante la stagione riproduttiva, per due anni consecutivi (2010 e 2011). In entrambi i bacini, i punti di ascolto sono stati ubicati all'interno di abetine mature. Alcune variabili strutturali assumevano valori più alti nei boschi non più gestiti: quantità di azoto nel suolo, proporzione di faggio, numero di specie arboree e quantità di legno morto in piedi. Inoltre, la composizione degli strati arborei ed erbacei differiva in modo significativo. Per verificare le differenze in ricchezza di specie ornitiche, sono state condotte analisi con modelli lineari misti, con il metodo REML per la stima delle componenti della varianza. Le differenze in composizione sono state invece verificate attraverso l'applicazione della PERMANOVA e della PERMDISP. Il numero di specie di uccelli è risultato più elevato nella foresta ancora gestita (REML, P=0,013, F=7,691). Nel complesso, la composizione è risultata significativamente diversa (PERMANOVA, R2=0,198, P <0.001) con differenze dovute a differenze tra le due foreste (PERMDISP, P=0,153, F=2,224). Alcune specie hanno manifestato frequenze decisamente più elevate nella foresta gestita: Cuculus canorus, Dendrocopos major, Turdus viscivorus; e solo Parus palustris una frequenza decisamente più elevata in quella abbandonata. Si può quindi concludere che 50 anni di abbandono hanno condotto ad una riduzione della ricchezza in specie di uccelli e ad una diversa composizione delle comunità. E' verosimile che il periodo di non utilizzo sia stato ancora troppo breve per poter aver determinato strutture forestali idonee a sostenere comunità ornitiche più differenziate e ricche, anche in relazione alle caratteristiche proprie del faggio, piuttosto abbondante nella foresta della Val Tovanella.

Effetti dell'abbandono della gestione sull'avifauna: un caso nelle abetine miste

SITZIA, TOMMASO;CAMPAGNARO, THOMAS;DAINESE, MATTEO;
2014

Abstract

Estesi tratti di foreste alpine, dove la gestione è cessata da tempo, hanno assunto caratteri di vetustà. Per esplorare gli effetti di questa vetustà secondaria, abbiamo confrontato la ricchezza di specie e la composizione di uccelli di abetine in due bacini di uguale estensione (1.040 ha): Val Tovanella, dove i boschi non sono più gestiti da oltre 50 anni, e Cajada, i cui boschi sono tuttora gestiti. Entrambi i bacini si trovano nelle Dolomiti di Zoldo e sono compresi tra 500 e 2400 m di altitudine. In ciascuna delle due foreste sono stati rilevati 10 punti di ascolto durante la stagione riproduttiva, per due anni consecutivi (2010 e 2011). In entrambi i bacini, i punti di ascolto sono stati ubicati all'interno di abetine mature. Alcune variabili strutturali assumevano valori più alti nei boschi non più gestiti: quantità di azoto nel suolo, proporzione di faggio, numero di specie arboree e quantità di legno morto in piedi. Inoltre, la composizione degli strati arborei ed erbacei differiva in modo significativo. Per verificare le differenze in ricchezza di specie ornitiche, sono state condotte analisi con modelli lineari misti, con il metodo REML per la stima delle componenti della varianza. Le differenze in composizione sono state invece verificate attraverso l'applicazione della PERMANOVA e della PERMDISP. Il numero di specie di uccelli è risultato più elevato nella foresta ancora gestita (REML, P=0,013, F=7,691). Nel complesso, la composizione è risultata significativamente diversa (PERMANOVA, R2=0,198, P <0.001) con differenze dovute a differenze tra le due foreste (PERMDISP, P=0,153, F=2,224). Alcune specie hanno manifestato frequenze decisamente più elevate nella foresta gestita: Cuculus canorus, Dendrocopos major, Turdus viscivorus; e solo Parus palustris una frequenza decisamente più elevata in quella abbandonata. Si può quindi concludere che 50 anni di abbandono hanno condotto ad una riduzione della ricchezza in specie di uccelli e ad una diversa composizione delle comunità. E' verosimile che il periodo di non utilizzo sia stato ancora troppo breve per poter aver determinato strutture forestali idonee a sostenere comunità ornitiche più differenziate e ricche, anche in relazione alle caratteristiche proprie del faggio, piuttosto abbondante nella foresta della Val Tovanella.
2014
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