Il convegno “La Fotografia come Fonte di Storia” nasce a “chiusura” del progetto di ricerca “Storia della Fotografia a Venezia, tra mito e realtà” promosso dall’Università degli Studi di Padova. L’intento del progetto è stato quello di redigere una storia della fotografia a Venezia, dalle origini alla metà del Novecento, integrando, e sistematizzando le conoscenze e i documenti ad oggi disponibili. Fin dalla sua nascita, la fotografia trovò in città grande attenzione ed applicazione. La produzione più tipica e diffusa fu però quella rivolta alla corrente turistica che a Venezia cercava suggestioni romantiche e letterarie ormai consolidate. Tuttavia, la pervasività di una rappresentazione tendenzialmente sempre uguale a sé stessa risulta limitante, qualora la si voglia rapportare alla città reale, luogo che vive non in un mito statico nel tempo, ma come organismo inserito nella storia, condizionato da esigenze sociali, economiche e politiche non dissimili da quelle di altre città. Gli studi fino ad oggi compiuti hanno enucleato solo alcuni dei momenti importanti della diffusione della fotografia a Venezia - quelli appunto destinati alle necessità turistiche - e hanno studiato quasi esclusivamente i protagonisti principali. Contestualmente alla ricostruzione della biografia personale e professionale degli autori, il progetto ha realizzato indagini documentarie ed iconografiche presso archivi e collezioni presenti in città o in altre sedi, lo studio della stampa locale, e, ove necessario, la raccolta di fonti orali. Tra le collezioni più importanti che sono state esplorate ricordo, quelle della Fondazione Musei Civici Veneziani, l’Archivio Turio Böhm, l’Archivio storico e l’Archivio dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Venezia, l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee, e molti altri ancora, che pur di consistenza più limitata costituiscono una testimonianza fondamentale della vita della città in questo secolo e mezzo che ci separa dalla nascita e dall’ampia diffusione della fotografia. A queste collezioni locali, nella nostra ricerca, si sono aggiunte altre raccolte - italiane e straniere - dove la fotografia veneziana è spesso ben rappresentata: gli archivi della Fratelli Alinari di Firenze; il Museo Archivio di Fotografia Storica, Fototeca Nazionale ed Aerofototeca dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma; la Bibliothèque Nationale e l’Institut National de l’Histoire de l’Art di Parigi. Le fotografie di Venezia hanno fatto il giro del mondo: un’indagine in tal senso consentirà anche di delineare i confini di un fenomeno che si sa molto vasto, ma di cui non si hanno le esatte proporzioni. Situandosi come naturale proseguimento delle ricerche già condotte negli anni passati, vorrei ricordare i due convegni che sono stati ospitati in questa sede “L’immagine di Venezia nel cinema del Novecento” nel 2002 e “La Bottega veneziana” nel 2005 inoltre, la mostra fotografica “L’acqua e la luce. La fotografia a Venezia all'alba dell'Unità d'Italia” nel mese di marzo del 2011, questa ricerca si è posta come punto di riferimento e fornirà in futuro validi strumenti di studio a settori disciplinari diversificati per i quali la fotografia costituisce ormai fonte documentaria imprescindibile, come ad esempio gli studi di storia dell’arte, dell’architettura e dell’urbanistica, ed altri ancora. La ricostruzione cronologica ha cercato di descrivere il percorso evolutivo della disciplina, e ha presentato una rassegna degli autori e delle rispettive produzioni. L’analisi tematica ha consentito più precisi approfondimenti, lo studio e la descrizione del ruolo che la fotografia ebbe all’interno di processi sociali, culturali, artistici, editoriali, economici e scientifici. Ha permesso inoltre di identificare i soggetti e i temi più praticati e diffusi, e consente ora di definire il ruolo avuto da organismi privati ed enti pubblici nella sua affermazione a livello locale, tracciando le linee fondamentali della sua diffusione nella stampa veneziana. In breve, ha consentito di definirne la portata e l’influenza all’interno dei processi comunicativi, nei vari ambiti in cui fu coinvolta, in quanto strumento di rappresentazione e autorappresentazione della città, e in quanto documento della sua vita. Alla scadenza del biennio, il team di ricerca è giunto ad una fase avanzata nella raccolta dei documenti archivistici e nell’esplorazione dei fondi fotografici, che ha consentito di delineare, almeno nelle sue linee principali, le idee portanti e i fatti storici e linguistici nodali della vicenda fotografica veneziana. La produzione storica nel nostro ambito scientifico mostra - palesemente - il gap esistente tra il nostro paese ed altri, primi fra tutti Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, dove riflessioni e strutturazioni delle fonti sono state avviate da anni e hanno prodotto strumenti ed analisi molto approfondite. Crediamo che in Italia gli studi siano ancora lontani dal rappresentare in modo non che veritiero, ma nemmeno sufficiente, i frutti delle produzioni locali e dei singoli autori, a partire da quell’ormai lontano 1839. Ancora più eclatante il caso veneziano: dei numerosissimi studi fotografici proliferati attorno a Piazza San Marco e negli altri luoghi simbolo della città, troviamo nei repertori stranieri solo il nome di Carlo Ponti, a volte accompagnato da quello di Carlo Naya. Che questa assenza sia dovuta ad una minor presenza in Italia di figure di statura mondiale tra i protagonisti non è dimostrato; molto più probabilmente la ragione vera di quest’assenza è motivata dalla scarsità delle ricerche fino ad oggi realizzate e pubblicate anche all’estero. Obiettivo del nostro progetto è stato proprio quello di contribuire a colmare almeno in parte questa “assenza” e di fornire anche un modello di analisi interdisciplinare che potrà servire - auspicabilmente - di esempio per altre ricerche consimili. La fotografia infatti, vive di una duplicità di fondo: è un linguaggio autonomo e autosufficiente, ma grazie al suo valore di traccia, di indice della realtà - più o meno marcato, ma innegabile - preferisce fortemente la contestualizzazione rispetto al referente. I nuovi materiali documentari e iconografici che sono emersi, hanno costituito un punto di riferimento importante non solo per la storia della fotografia a Venezia, ma anche per settori disciplinari diversi, oltre che agli studi storici tout court. E ancora, la Storia della Fotografia che abbiamo proposto risulterà molto utile anche agli enti che conservano e gestiscono raccolte fotografiche, perché potranno disporre ora di nuovi dati e informazioni utili per il loro lavoro. Proprio in questo settore, la Regione Veneto ha avviato da tempo iniziative per la valorizzazione e tutela dei beni fotografici, auspichiamo quindi voglia accogliere favorevolmente i risultati della nostra ricerca. La realizzazione di questo progetto ha avvicinato il nostro ambito scientifico alle più attente correnti di studi storici sulla città che da molti anni ormai guardano a Venezia non più esclusivamente come luogo di un’eccezione immutabile, ma anche come città che vive il proprio tempo nella storia, pulsando al ritmo del mondo attorno ad essa.

La fotografia come fonte di storia

BRUNETTA, GIAN PIERO;ZOTTI MINICI, CARLO ALBERTO
2014

Abstract

Il convegno “La Fotografia come Fonte di Storia” nasce a “chiusura” del progetto di ricerca “Storia della Fotografia a Venezia, tra mito e realtà” promosso dall’Università degli Studi di Padova. L’intento del progetto è stato quello di redigere una storia della fotografia a Venezia, dalle origini alla metà del Novecento, integrando, e sistematizzando le conoscenze e i documenti ad oggi disponibili. Fin dalla sua nascita, la fotografia trovò in città grande attenzione ed applicazione. La produzione più tipica e diffusa fu però quella rivolta alla corrente turistica che a Venezia cercava suggestioni romantiche e letterarie ormai consolidate. Tuttavia, la pervasività di una rappresentazione tendenzialmente sempre uguale a sé stessa risulta limitante, qualora la si voglia rapportare alla città reale, luogo che vive non in un mito statico nel tempo, ma come organismo inserito nella storia, condizionato da esigenze sociali, economiche e politiche non dissimili da quelle di altre città. Gli studi fino ad oggi compiuti hanno enucleato solo alcuni dei momenti importanti della diffusione della fotografia a Venezia - quelli appunto destinati alle necessità turistiche - e hanno studiato quasi esclusivamente i protagonisti principali. Contestualmente alla ricostruzione della biografia personale e professionale degli autori, il progetto ha realizzato indagini documentarie ed iconografiche presso archivi e collezioni presenti in città o in altre sedi, lo studio della stampa locale, e, ove necessario, la raccolta di fonti orali. Tra le collezioni più importanti che sono state esplorate ricordo, quelle della Fondazione Musei Civici Veneziani, l’Archivio Turio Böhm, l’Archivio storico e l’Archivio dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Venezia, l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee, e molti altri ancora, che pur di consistenza più limitata costituiscono una testimonianza fondamentale della vita della città in questo secolo e mezzo che ci separa dalla nascita e dall’ampia diffusione della fotografia. A queste collezioni locali, nella nostra ricerca, si sono aggiunte altre raccolte - italiane e straniere - dove la fotografia veneziana è spesso ben rappresentata: gli archivi della Fratelli Alinari di Firenze; il Museo Archivio di Fotografia Storica, Fototeca Nazionale ed Aerofototeca dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma; la Bibliothèque Nationale e l’Institut National de l’Histoire de l’Art di Parigi. Le fotografie di Venezia hanno fatto il giro del mondo: un’indagine in tal senso consentirà anche di delineare i confini di un fenomeno che si sa molto vasto, ma di cui non si hanno le esatte proporzioni. Situandosi come naturale proseguimento delle ricerche già condotte negli anni passati, vorrei ricordare i due convegni che sono stati ospitati in questa sede “L’immagine di Venezia nel cinema del Novecento” nel 2002 e “La Bottega veneziana” nel 2005 inoltre, la mostra fotografica “L’acqua e la luce. La fotografia a Venezia all'alba dell'Unità d'Italia” nel mese di marzo del 2011, questa ricerca si è posta come punto di riferimento e fornirà in futuro validi strumenti di studio a settori disciplinari diversificati per i quali la fotografia costituisce ormai fonte documentaria imprescindibile, come ad esempio gli studi di storia dell’arte, dell’architettura e dell’urbanistica, ed altri ancora. La ricostruzione cronologica ha cercato di descrivere il percorso evolutivo della disciplina, e ha presentato una rassegna degli autori e delle rispettive produzioni. L’analisi tematica ha consentito più precisi approfondimenti, lo studio e la descrizione del ruolo che la fotografia ebbe all’interno di processi sociali, culturali, artistici, editoriali, economici e scientifici. Ha permesso inoltre di identificare i soggetti e i temi più praticati e diffusi, e consente ora di definire il ruolo avuto da organismi privati ed enti pubblici nella sua affermazione a livello locale, tracciando le linee fondamentali della sua diffusione nella stampa veneziana. In breve, ha consentito di definirne la portata e l’influenza all’interno dei processi comunicativi, nei vari ambiti in cui fu coinvolta, in quanto strumento di rappresentazione e autorappresentazione della città, e in quanto documento della sua vita. Alla scadenza del biennio, il team di ricerca è giunto ad una fase avanzata nella raccolta dei documenti archivistici e nell’esplorazione dei fondi fotografici, che ha consentito di delineare, almeno nelle sue linee principali, le idee portanti e i fatti storici e linguistici nodali della vicenda fotografica veneziana. La produzione storica nel nostro ambito scientifico mostra - palesemente - il gap esistente tra il nostro paese ed altri, primi fra tutti Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, dove riflessioni e strutturazioni delle fonti sono state avviate da anni e hanno prodotto strumenti ed analisi molto approfondite. Crediamo che in Italia gli studi siano ancora lontani dal rappresentare in modo non che veritiero, ma nemmeno sufficiente, i frutti delle produzioni locali e dei singoli autori, a partire da quell’ormai lontano 1839. Ancora più eclatante il caso veneziano: dei numerosissimi studi fotografici proliferati attorno a Piazza San Marco e negli altri luoghi simbolo della città, troviamo nei repertori stranieri solo il nome di Carlo Ponti, a volte accompagnato da quello di Carlo Naya. Che questa assenza sia dovuta ad una minor presenza in Italia di figure di statura mondiale tra i protagonisti non è dimostrato; molto più probabilmente la ragione vera di quest’assenza è motivata dalla scarsità delle ricerche fino ad oggi realizzate e pubblicate anche all’estero. Obiettivo del nostro progetto è stato proprio quello di contribuire a colmare almeno in parte questa “assenza” e di fornire anche un modello di analisi interdisciplinare che potrà servire - auspicabilmente - di esempio per altre ricerche consimili. La fotografia infatti, vive di una duplicità di fondo: è un linguaggio autonomo e autosufficiente, ma grazie al suo valore di traccia, di indice della realtà - più o meno marcato, ma innegabile - preferisce fortemente la contestualizzazione rispetto al referente. I nuovi materiali documentari e iconografici che sono emersi, hanno costituito un punto di riferimento importante non solo per la storia della fotografia a Venezia, ma anche per settori disciplinari diversi, oltre che agli studi storici tout court. E ancora, la Storia della Fotografia che abbiamo proposto risulterà molto utile anche agli enti che conservano e gestiscono raccolte fotografiche, perché potranno disporre ora di nuovi dati e informazioni utili per il loro lavoro. Proprio in questo settore, la Regione Veneto ha avviato da tempo iniziative per la valorizzazione e tutela dei beni fotografici, auspichiamo quindi voglia accogliere favorevolmente i risultati della nostra ricerca. La realizzazione di questo progetto ha avvicinato il nostro ambito scientifico alle più attente correnti di studi storici sulla città che da molti anni ormai guardano a Venezia non più esclusivamente come luogo di un’eccezione immutabile, ma anche come città che vive il proprio tempo nella storia, pulsando al ritmo del mondo attorno ad essa.
2014
9788895996479
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