Negli ultimi anni sono molte le ricerche che si stanno interessando di come corpo e cognizione si interfaccino ed influenzino reciprocamente. I processi senso-motori, dovuti sia a stati fisici transitori che ad interazioni abituali e ripetute con l’ambiente, si sono rivelati importanti anche nella rappresentazione e costruzione del mondo sociale. Allo stato attuale dell’arte è importante chiedersi 1) se è possibile distinguere diversi processi attraverso cui l’embodiment influenza la cognizione, 2) quali fattori possano moderare processi di tipo embodied e 3) che implicazioni pratiche hanno tali processi nelle prese di decisione. Gli studi qui proposti apportano nuove conoscenze in questa direzione, presentando recenti risultati empirici su diversi bias di tipo embodied individuando da un lato possibili moderatori come la distanza psicologica (Giacomantonio & Suitner) o l’intensità delle esperienze corporee (Bettinsoli & Kumar) e dall’altro implicazioni concrete per la vita di tutti i giorni come la scelte lavorative delle donne (Mazzurega, Bonfiglioli & Bizzego) o l’affidamento di bambini a tutori (Timeo & Bettinsoli). Inoltre verranno discussi possibili processi cognitivi che spiegano gli effetti embodied da approcci teorici differenti (Sulpizio, Mulatti, Treccani & Job). Tra i fenomeni embodied indagati dai contributi al presente simposio possiamo annoverare lo Spatial Agency Bias (SAB), dovuto alla traiettoria della lettura e scrittura (vettore sinistra-destra per l’Italiano), la verticalità, associata a caratteristiche come potere e status, e l’effetto del tipo di font (facile o difficile da leggere) sulla percezione della difficoltà di un compito. Questo simposio ha dunque come obiettivo ampliare il dibattito sulla cognizione situata, superando la tendenza degli ultimi anni di portare esempi a suo sostegno per promuovere invece un approccio critico teso ad uno sviluppo di tipo teorico del fenomeno.

DISCUTENDO DI EMBODIMENT: NECESSITÀ O STRATEGIA COGNITIVA?

MAZZUREGA, MARA;SUITNER, CATERINA
2012

Abstract

Negli ultimi anni sono molte le ricerche che si stanno interessando di come corpo e cognizione si interfaccino ed influenzino reciprocamente. I processi senso-motori, dovuti sia a stati fisici transitori che ad interazioni abituali e ripetute con l’ambiente, si sono rivelati importanti anche nella rappresentazione e costruzione del mondo sociale. Allo stato attuale dell’arte è importante chiedersi 1) se è possibile distinguere diversi processi attraverso cui l’embodiment influenza la cognizione, 2) quali fattori possano moderare processi di tipo embodied e 3) che implicazioni pratiche hanno tali processi nelle prese di decisione. Gli studi qui proposti apportano nuove conoscenze in questa direzione, presentando recenti risultati empirici su diversi bias di tipo embodied individuando da un lato possibili moderatori come la distanza psicologica (Giacomantonio & Suitner) o l’intensità delle esperienze corporee (Bettinsoli & Kumar) e dall’altro implicazioni concrete per la vita di tutti i giorni come la scelte lavorative delle donne (Mazzurega, Bonfiglioli & Bizzego) o l’affidamento di bambini a tutori (Timeo & Bettinsoli). Inoltre verranno discussi possibili processi cognitivi che spiegano gli effetti embodied da approcci teorici differenti (Sulpizio, Mulatti, Treccani & Job). Tra i fenomeni embodied indagati dai contributi al presente simposio possiamo annoverare lo Spatial Agency Bias (SAB), dovuto alla traiettoria della lettura e scrittura (vettore sinistra-destra per l’Italiano), la verticalità, associata a caratteristiche come potere e status, e l’effetto del tipo di font (facile o difficile da leggere) sulla percezione della difficoltà di un compito. Questo simposio ha dunque come obiettivo ampliare il dibattito sulla cognizione situata, superando la tendenza degli ultimi anni di portare esempi a suo sostegno per promuovere invece un approccio critico teso ad uno sviluppo di tipo teorico del fenomeno.
2012
Congresso nazionale delle sezioni
9788897412663
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