Negli ultimi dieci anni si è assistito ad un progressivo incremento del numero di trapianti di organo solido e di midollo osseo/cellule staminali periferiche sia in Europa che negli Stati Uniti. Nei pazienti trapiantati, l’impiego della terapia immunosoppressiva, certamente indispensabile per prevenire l’insorgenza del rigetto, determina un rischio aumentato di sviluppare neoplasie, frequentemente di origine linfoide, spesso associate ad infezioni virali. Tali neoplasie sono denominate disordini linfoproliferativi post trapianto e sono il più delle volte associate al virus di Epstein-Barr. La riduzione o sospensione del regime immunosoppressivo rappresenta la prima opzione terapeutica che, sebbene efficace nell'indurre una regressione della neoplasia, in alcuni casi porta pressoché invariabilmente al rigetto dell'organo. Anche nel primate non umano, trapiantato con un regime immunosoppressivo di lunga durata (>6 mesi), in particolare in Macaca fascicularis, si assiste allo sviluppo di neoplasie prevalentemente linfoidi, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio e di quello alimentare. Tali linfomi, multicentrici, di tipo B a grandi cellule, sono rapidamente progressivi, e sono associati alla presenza di Lymphocryptovirus specie-specifico. Nella casistica da noi analizzata i linfomi sono stati caratterizzati dal punto di vista morfologico, immunoistochimico e molecolare e i risultati ottenuti dimostrano una similitudine di complicazioni neoplastiche nella fase di post-trapianto sia nell’uomo che nei primati.

DISORDINI LINFOPROLIFERATIVI POST TRAPIANTO IN PRIMATI NON UMANI

CAVICCHIOLI, LAURA
2013

Abstract

Negli ultimi dieci anni si è assistito ad un progressivo incremento del numero di trapianti di organo solido e di midollo osseo/cellule staminali periferiche sia in Europa che negli Stati Uniti. Nei pazienti trapiantati, l’impiego della terapia immunosoppressiva, certamente indispensabile per prevenire l’insorgenza del rigetto, determina un rischio aumentato di sviluppare neoplasie, frequentemente di origine linfoide, spesso associate ad infezioni virali. Tali neoplasie sono denominate disordini linfoproliferativi post trapianto e sono il più delle volte associate al virus di Epstein-Barr. La riduzione o sospensione del regime immunosoppressivo rappresenta la prima opzione terapeutica che, sebbene efficace nell'indurre una regressione della neoplasia, in alcuni casi porta pressoché invariabilmente al rigetto dell'organo. Anche nel primate non umano, trapiantato con un regime immunosoppressivo di lunga durata (>6 mesi), in particolare in Macaca fascicularis, si assiste allo sviluppo di neoplasie prevalentemente linfoidi, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio e di quello alimentare. Tali linfomi, multicentrici, di tipo B a grandi cellule, sono rapidamente progressivi, e sono associati alla presenza di Lymphocryptovirus specie-specifico. Nella casistica da noi analizzata i linfomi sono stati caratterizzati dal punto di vista morfologico, immunoistochimico e molecolare e i risultati ottenuti dimostrano una similitudine di complicazioni neoplastiche nella fase di post-trapianto sia nell’uomo che nei primati.
2013
Animali e Uomo alleati contro il cancro: Attualità e nuove Prospettive. I tumori in Medicina Comparata: Oncogenesi spontanea umana ed animale
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3033655
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact