Il saggio propone un’analisi degli aspetti formali delle traduzioni di Mario Luzi dai poeti francesi, raccolte e pubblicate dall’autore in prima battuta nel 1980 con il titolo Francamente per l’editore Vallecchi, e successivamente, per Einaudi, nel 1983, con alcune aggiunte e il nuovo titolo La Cordigliera delle Ande e altri versi tradotti. La raccolta si compone di una trentina di versioni con testo a fronte, ordinate cronologicamente a partire dal Cinquecento di Ronsard e Labé fino al Novecento di Michaux, Supervielle e Cadou, passando attraverso i maestri del simbolismo francese: Baudelaire, Rimbaud, Valéry e Mallarmè. Nonostante l’estrema varietà delle soluzioni adottate dal poeta-traduttore, l’analisi stilistica, retorica e metrica ha premesso di individuare alcune costanti nella sua prassi versoria. Tra queste la predilezione per la traduzione metrica, con la messa in campo dei più tipici espedienti novecenteschi a compenso della perdita della rima, come assonanze, consonanze e rime ritmiche, e la propensione per una lingua alta, caratterizzata da un lessico incline all’aulicismo, alla variante rara e preziosa, al calco dal lessema originale. Dall’esame delle scelte sintattiche e retoriche, a conferma di quanto emerso, risulta la tendenza a variare l’ordine lineare della frase introducendo iperbati e inversioni ad innalzare il tono rispetto agli originali. Il costante raffronto con l’attività di poeta in proprio, finalizzato a considerare il corpus delle traduzioni alla luce delle svolte stilistiche che scandiscono le stagioni poetiche luziane, ha consentito infine di rilevare la centralità della ricerca ritmico-sonora nel sistema espressivo di Luzi.

Mario Luzi traduttore dal francese: lingua, stile e metrica della "Cordigliera delle Ande"

ORGANTE, LAURA
2012

Abstract

Il saggio propone un’analisi degli aspetti formali delle traduzioni di Mario Luzi dai poeti francesi, raccolte e pubblicate dall’autore in prima battuta nel 1980 con il titolo Francamente per l’editore Vallecchi, e successivamente, per Einaudi, nel 1983, con alcune aggiunte e il nuovo titolo La Cordigliera delle Ande e altri versi tradotti. La raccolta si compone di una trentina di versioni con testo a fronte, ordinate cronologicamente a partire dal Cinquecento di Ronsard e Labé fino al Novecento di Michaux, Supervielle e Cadou, passando attraverso i maestri del simbolismo francese: Baudelaire, Rimbaud, Valéry e Mallarmè. Nonostante l’estrema varietà delle soluzioni adottate dal poeta-traduttore, l’analisi stilistica, retorica e metrica ha premesso di individuare alcune costanti nella sua prassi versoria. Tra queste la predilezione per la traduzione metrica, con la messa in campo dei più tipici espedienti novecenteschi a compenso della perdita della rima, come assonanze, consonanze e rime ritmiche, e la propensione per una lingua alta, caratterizzata da un lessico incline all’aulicismo, alla variante rara e preziosa, al calco dal lessema originale. Dall’esame delle scelte sintattiche e retoriche, a conferma di quanto emerso, risulta la tendenza a variare l’ordine lineare della frase introducendo iperbati e inversioni ad innalzare il tono rispetto agli originali. Il costante raffronto con l’attività di poeta in proprio, finalizzato a considerare il corpus delle traduzioni alla luce delle svolte stilistiche che scandiscono le stagioni poetiche luziane, ha consentito infine di rilevare la centralità della ricerca ritmico-sonora nel sistema espressivo di Luzi.
2012
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