Quattro piste d’indagine si rivolgono in questo volume al Pantagruel e al Tiers Livre di Rabelais (Nadine Kuperty-Tsur), all’opera romana di Joachim Du Bellay (Loris Petris), ai poeti italiani avuti in mano da Claude Expilly (Alessandra Preda), alla Rodomontade di Charles Bauter (Laura Rescia). Nel Cinquecento francese, la sfida lanciata da Rabelais contro i tabù e contro il falso sapere si scopre come un rivoluzionario passo in avanti, verso una vitalità che sia libera da contorni morali, concreta e corporea nella sua allegria (Rabelais). Così, ugualmente concreta, può essere la poesia, quel canto di una vita – o di un periodo della vita – che indagini d’archivio sanno rivelare come sorprendentemente più biografico, di quanto si potesse immaginare (Du Bellay). Sul finire del secolo, possono poi essere le tracce manoscritte, lasciate sui propri libri da un intellettuale appassionato e italofilo (Claude Expilly), a fornire l’immagine di una concretezza della lettura. Mentre nel primissimo Seicento è una riscrittura ariostesca ad andare nella direzione del tangibile: una pièce teatrale, costruita su prestiti e letture – dall’Ariosto e dall’Aretino a Philippe Desportes – che porta in scena Rodomonte, il più emblematico degli eroi dell’Orlando Furioso (Charles Bauter). Prefazione di Anna Bettoni.

Seminari di storia della lettura e della ricezione, tra Italia e Francia, nel Cinquecento - vol. 3

BETTONI, ANNA
2014

Abstract

Quattro piste d’indagine si rivolgono in questo volume al Pantagruel e al Tiers Livre di Rabelais (Nadine Kuperty-Tsur), all’opera romana di Joachim Du Bellay (Loris Petris), ai poeti italiani avuti in mano da Claude Expilly (Alessandra Preda), alla Rodomontade di Charles Bauter (Laura Rescia). Nel Cinquecento francese, la sfida lanciata da Rabelais contro i tabù e contro il falso sapere si scopre come un rivoluzionario passo in avanti, verso una vitalità che sia libera da contorni morali, concreta e corporea nella sua allegria (Rabelais). Così, ugualmente concreta, può essere la poesia, quel canto di una vita – o di un periodo della vita – che indagini d’archivio sanno rivelare come sorprendentemente più biografico, di quanto si potesse immaginare (Du Bellay). Sul finire del secolo, possono poi essere le tracce manoscritte, lasciate sui propri libri da un intellettuale appassionato e italofilo (Claude Expilly), a fornire l’immagine di una concretezza della lettura. Mentre nel primissimo Seicento è una riscrittura ariostesca ad andare nella direzione del tangibile: una pièce teatrale, costruita su prestiti e letture – dall’Ariosto e dall’Aretino a Philippe Desportes – che porta in scena Rodomonte, il più emblematico degli eroi dell’Orlando Furioso (Charles Bauter). Prefazione di Anna Bettoni.
2014
9788867872688
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