Più di dieci anni orsono, sull’importante rivista Educational Researcher, compariva un lungo articolo, a firma di Alison Cook-Sather, in cui l’autrice richiamava il fatto che, seppure già in quel momento fossero presenti alcune iniziative volte ad allargare la schiera delle voci considerate autorevoli nell’ambito delle riflessioni e dei processi decisionali in ambito educativo, fosse necessario andare oltre a quanto già fatto, operando per ottenere che anche, e soprattutto, gli studenti fossero finalmente riconosciuti come partner esperti, dotati di competenza e, quindi, di autorevolezza, per prendere parte ai dibattiti riguardanti l’educazione e la scuola. L’autrice statunitense, perseguendo la strada d’importanti maestri, quali McIntyre e Rudduck a Cambridge (UK), Fielding a Londra, Fullan in Canada, voleva così lanciare un appello ai ricercatori in educazione, affinché si facessero carico del fatto che, fin dall’avvento dell’educazione formale, i sistemi educativi si siano fondati su visioni “adulte” riguardo alle modalità con cui la formazione debba essere teorizzata e praticata, e che fosse dunque tempo di includere le prospettive dei ragazzi nei contesti di riflessione pedagogica. All’interno di questo framework, poco conosciuto in contesto italiano, l’articolo considera le nuove traiettorie di ricerca possibili e le implicazioni metodologiche ed etiche della ricerca con i ragazzi. Si conclude presentando le emergenti iniziative in atto nel nostro paese in ottica Student Voice.

Student Voice: nuove traiettorie della ricerca educativa

GRION, VALENTINA;
2015

Abstract

Più di dieci anni orsono, sull’importante rivista Educational Researcher, compariva un lungo articolo, a firma di Alison Cook-Sather, in cui l’autrice richiamava il fatto che, seppure già in quel momento fossero presenti alcune iniziative volte ad allargare la schiera delle voci considerate autorevoli nell’ambito delle riflessioni e dei processi decisionali in ambito educativo, fosse necessario andare oltre a quanto già fatto, operando per ottenere che anche, e soprattutto, gli studenti fossero finalmente riconosciuti come partner esperti, dotati di competenza e, quindi, di autorevolezza, per prendere parte ai dibattiti riguardanti l’educazione e la scuola. L’autrice statunitense, perseguendo la strada d’importanti maestri, quali McIntyre e Rudduck a Cambridge (UK), Fielding a Londra, Fullan in Canada, voleva così lanciare un appello ai ricercatori in educazione, affinché si facessero carico del fatto che, fin dall’avvento dell’educazione formale, i sistemi educativi si siano fondati su visioni “adulte” riguardo alle modalità con cui la formazione debba essere teorizzata e praticata, e che fosse dunque tempo di includere le prospettive dei ragazzi nei contesti di riflessione pedagogica. All’interno di questo framework, poco conosciuto in contesto italiano, l’articolo considera le nuove traiettorie di ricerca possibili e le implicazioni metodologiche ed etiche della ricerca con i ragazzi. Si conclude presentando le emergenti iniziative in atto nel nostro paese in ottica Student Voice.
2015
Pedagogia militante. Diritti, culture, territorio
978-884674372-5
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