La presenza sempre più cospicua di rifiuti plastici in mare sta costituendo un problema ambientale emergente. Negli ultimi 10 anniparticolare attenzione è stata rivolta alle microplastiche (particelle<5mm) che, acausa dell’elevato rapporto superficie volume, possono adsorbire differenti classi di contaminanti, rappresentando quindi una rischiosa fonte di esposizione per gli organismi marini. Tale ipotesi tuttavia non è ancora stata supportata da evidenze sperimentali dirette. In questo studio è stata valutata l'efficienza di microparticelle di polietilene (PE) e di polistirolo (PS) di adsorbire pirene, scelto come molecola rappresentativa della classe degli idrocarburi policiclici aromatici; i risultati ottenuti in laboratorio sono stati comparati con quelli relativi alla caratterizazione chimica di microplastiche campionate lungo le coste marchigiane. Esperimenti di esposizione di mitili Mytilus galloprovincialisa plastiche vergini e contaminate hanno permesso di valutare il potenziale trasferimento trofico degli IPA veicolati dalle plastiche e gli effetti cellulari e biochimici indotti. I risultati mostrano una elevata capacità delle microplastiche di adsorbire pirene; lo studio sulla localizzazione tissutale delle microparticelle nei mitili esposti rivela la loro presenza nell’emolinfa, nelle branchie ed in particolare nel tessuto digestivo, dove è stato anche osservato un elevato accumulo di pirene. Le alterazioni cellulari causate dall’esposizione ai polimeri sono state valutate attraverso l’analisi di una ampia batteria di biomarkers, tra cui quelli di proliferazione perossisomiale, stress ossidativo, perossidazione lipidica, alterazione lisosomiale e di danno genotossico. Attraverso un approccio innovativo di DNA-microarray, è stato analizzato anche il profilo di espressione genica nella ghiandola. Questo studio ha dimostrato che le microplastiche possono adsorbire efficacemente i contaminanti come gli idrocarburi policiclici aromatici, evidenziando per la prima volta la loro biodisponibiltà per gli organismi marini che mostrano anche un'ampia gamma di effetti molecolari e cellulari in risposta a polimeri sia vergini che contaminati.

Microplastiche come sorgente di Contaminazione e di rischio Ecotossicologico per gli organismi marini

MILAN, MASSIMO;PAULETTO, MARIANNA;BARGELLONI, LUCA;
2014

Abstract

La presenza sempre più cospicua di rifiuti plastici in mare sta costituendo un problema ambientale emergente. Negli ultimi 10 anniparticolare attenzione è stata rivolta alle microplastiche (particelle<5mm) che, acausa dell’elevato rapporto superficie volume, possono adsorbire differenti classi di contaminanti, rappresentando quindi una rischiosa fonte di esposizione per gli organismi marini. Tale ipotesi tuttavia non è ancora stata supportata da evidenze sperimentali dirette. In questo studio è stata valutata l'efficienza di microparticelle di polietilene (PE) e di polistirolo (PS) di adsorbire pirene, scelto come molecola rappresentativa della classe degli idrocarburi policiclici aromatici; i risultati ottenuti in laboratorio sono stati comparati con quelli relativi alla caratterizazione chimica di microplastiche campionate lungo le coste marchigiane. Esperimenti di esposizione di mitili Mytilus galloprovincialisa plastiche vergini e contaminate hanno permesso di valutare il potenziale trasferimento trofico degli IPA veicolati dalle plastiche e gli effetti cellulari e biochimici indotti. I risultati mostrano una elevata capacità delle microplastiche di adsorbire pirene; lo studio sulla localizzazione tissutale delle microparticelle nei mitili esposti rivela la loro presenza nell’emolinfa, nelle branchie ed in particolare nel tessuto digestivo, dove è stato anche osservato un elevato accumulo di pirene. Le alterazioni cellulari causate dall’esposizione ai polimeri sono state valutate attraverso l’analisi di una ampia batteria di biomarkers, tra cui quelli di proliferazione perossisomiale, stress ossidativo, perossidazione lipidica, alterazione lisosomiale e di danno genotossico. Attraverso un approccio innovativo di DNA-microarray, è stato analizzato anche il profilo di espressione genica nella ghiandola. Questo studio ha dimostrato che le microplastiche possono adsorbire efficacemente i contaminanti come gli idrocarburi policiclici aromatici, evidenziando per la prima volta la loro biodisponibiltà per gli organismi marini che mostrano anche un'ampia gamma di effetti molecolari e cellulari in risposta a polimeri sia vergini che contaminati.
2014
Ricerca e applicazione di metodologie ecotossicologiche in ambienti acquatici e matrici contaminate
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