Il Fiano è uno dei vitigni simbolo della viticoltura della Campania, la cui presenza ha radici storiche antiche. Questo vitigno ha tuttavia avuto e ha un ruolo importante anche nella storia attuale del settore vitivinicolo campano che nella seconda metà del XX secolo ha vissuto una profonda evoluzione. Dopo una fase di crescita della capacità produttiva, tra il 1950 e il 1975, che ha parzialmente recuperato quanto si era perso con la diffusione della fillossera tra le due guerre mondiali, è iniziata anche nella regione una diminuzione della produzione che è durata fino agli anni più recenti. Al tempo stesso, però, è iniziato un processo di riqualificazione dell’offerta che ha avuto un’accelerazione negli ultimi 20 anni. Tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 del secolo scorso iniziavano infatti le attività d’imbottigliamento su scala commerciale che, rimaste per molto tempo confinate in poche aziende, all’inizio degli anni ’90 si diffondevano rapidamente in un grande numero di imprese spesso di nuova costituzione. Talento produttivo e un atteggiamento favorevole da parte della critica del vino consentivano di valorizzare, nel quadro di una congiuntura del mercato del vino favorevole, una piattaforma varietale del tutto originale rispetto al panorama nazionale, nella quale il Fiano giovava un ruolo decisamente qualificante (Pomarici, 2010). Il Fiano rappresenta dunque uno degli elementi di forza della rinascita moderna del settore vitivinicolo campano, ma la dimensione delle superfici investite con questo vitigno è rimasta piuttosto contenuta, attestandosi nel 2009 intorno a 800 ettari, quindi meno del 3% della superficie vitata regionale che si attesta invece su circa 28.000 ettari. Si può ritenere che questa superficie sia cresciuta negli ultimi 10 anni, anche grazie al fatto che in Campania il Fiano è un vitigno raccomandato in tutte le province. Il Fiano rimane comunque tra i cinque vitigni storici della Campania quello con la minore estensione. Il Fiano rappresenta dunque un’importante risorsa per il settore vitivinicolo della Campania e potrà dare il suo contributo per un’accelerazione della crescita di questo settore, soprattutto in termini di valore, direttamente generato o generato attraverso le attività indotte, dato il posizionamento alto del vitigno che sarà opportuno rafforzare e qualificare ulteriormente.

Il Fiano in Campania: potenziale di produzione, offerta e valorizzazione

POMARICI, EUGENIO;
2012

Abstract

Il Fiano è uno dei vitigni simbolo della viticoltura della Campania, la cui presenza ha radici storiche antiche. Questo vitigno ha tuttavia avuto e ha un ruolo importante anche nella storia attuale del settore vitivinicolo campano che nella seconda metà del XX secolo ha vissuto una profonda evoluzione. Dopo una fase di crescita della capacità produttiva, tra il 1950 e il 1975, che ha parzialmente recuperato quanto si era perso con la diffusione della fillossera tra le due guerre mondiali, è iniziata anche nella regione una diminuzione della produzione che è durata fino agli anni più recenti. Al tempo stesso, però, è iniziato un processo di riqualificazione dell’offerta che ha avuto un’accelerazione negli ultimi 20 anni. Tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 del secolo scorso iniziavano infatti le attività d’imbottigliamento su scala commerciale che, rimaste per molto tempo confinate in poche aziende, all’inizio degli anni ’90 si diffondevano rapidamente in un grande numero di imprese spesso di nuova costituzione. Talento produttivo e un atteggiamento favorevole da parte della critica del vino consentivano di valorizzare, nel quadro di una congiuntura del mercato del vino favorevole, una piattaforma varietale del tutto originale rispetto al panorama nazionale, nella quale il Fiano giovava un ruolo decisamente qualificante (Pomarici, 2010). Il Fiano rappresenta dunque uno degli elementi di forza della rinascita moderna del settore vitivinicolo campano, ma la dimensione delle superfici investite con questo vitigno è rimasta piuttosto contenuta, attestandosi nel 2009 intorno a 800 ettari, quindi meno del 3% della superficie vitata regionale che si attesta invece su circa 28.000 ettari. Si può ritenere che questa superficie sia cresciuta negli ultimi 10 anni, anche grazie al fatto che in Campania il Fiano è un vitigno raccomandato in tutte le province. Il Fiano rimane comunque tra i cinque vitigni storici della Campania quello con la minore estensione. Il Fiano rappresenta dunque un’importante risorsa per il settore vitivinicolo della Campania e potrà dare il suo contributo per un’accelerazione della crescita di questo settore, soprattutto in termini di valore, direttamente generato o generato attraverso le attività indotte, dato il posizionamento alto del vitigno che sarà opportuno rafforzare e qualificare ulteriormente.
2012
Cori, odori e enologia del Fiano
9788895230122
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3147185
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact