Il testo ricostruisce l'attività di Raffaello Giolli nella Milano fra il 1920 e il 1925. Teso fra le cronache d’arte per il quotidiano "La Sera" e l'organizzazione di mostre e conferenze per il Circolo d'Arte e d'Alta Cultura, egli tenta di favorire lo sviluppo di una relazione attiva fra creatività e società, segnalando la centralità del linguaggio figurale nello sviluppo armonico dell’individuo, prodotto di cultura, quotidianità e coscienza. Il suo percorso dunque si snoda fra attività curatoriali, didattiche e scrittorie, monitorando ad ampio raggio molte iniziative artistiche cittadine e nazionali. Fra le mostre aperte al circolo, Giolli promuove e spiega Antichi pittori veneziani (1922); le retrospettive dedicate a Gola, Previati, Mancini (1921) e Fontanesi (1922); la Prima mostra dell’arte dell’estremo Oriente (1922); la Prima mostra d’arte infantile (1922); Antichi Pittori Lombardi (1923) e Daniele Ranzoni (1923); la Mostra del Tessuto (1922-23) e i Saggi della Scuola [diretta di A. Wildt] per l’Arte del Marmo (1923). Numerosi articoli dedica ad autori particolarmente amati, come Mancini stesso («La Sera», 21 ottobre 1921) e Vladimiro Shereshevski («La Sera», 6 giugno 1921); in altri casi si sofferma su episodi di senso stratificato, come la compresenza dell’arte "negra" e di Modigliani alla Biennale del ’22 («La Sera», 4 maggio 1922). Come animatore del circolo propone, assieme a Costantini, un ciclo di conferenze d’arte, affidate, nel tempo, a Adolfo e Lionello Venturi, Guido Marangoni, Giuseppe Gerola, la Sarfatti ecc. Da simile iniziativa prenderà corpo «L’Accademia libera di Coltura e d’Arte», pensata da Vincenzo Cento, per affiancare a corsi storico-teorici (Letteratura, Lingue straniere, Sviluppo delle Scienze e Storia dell’Arte), insegnamenti creativi (Pittura, Danza, Canto, Recitazione) e, ancora, corsi di «Avviamento al pensiero riflesso» e «Storia politica». Nel 1925, allo spirare del Circolo (ormai divenuto Istituto) l’Accademia passerà in forze al Circolo Filologico Femminile. Proprio qui Giolli insegnerà Storia dell’arte, allargando alle aule l’opzione laboratoriale della sua riflessione e sfuggendo, al contempo, all’interdizione professionale per il mancato giuramento di fedeltà al fascismo.

Raffaello Giolli fra «L’Araldo» e «La Sera»: scritture maieutiche per una critica in atto

NEZZO, MARTA
2013

Abstract

Il testo ricostruisce l'attività di Raffaello Giolli nella Milano fra il 1920 e il 1925. Teso fra le cronache d’arte per il quotidiano "La Sera" e l'organizzazione di mostre e conferenze per il Circolo d'Arte e d'Alta Cultura, egli tenta di favorire lo sviluppo di una relazione attiva fra creatività e società, segnalando la centralità del linguaggio figurale nello sviluppo armonico dell’individuo, prodotto di cultura, quotidianità e coscienza. Il suo percorso dunque si snoda fra attività curatoriali, didattiche e scrittorie, monitorando ad ampio raggio molte iniziative artistiche cittadine e nazionali. Fra le mostre aperte al circolo, Giolli promuove e spiega Antichi pittori veneziani (1922); le retrospettive dedicate a Gola, Previati, Mancini (1921) e Fontanesi (1922); la Prima mostra dell’arte dell’estremo Oriente (1922); la Prima mostra d’arte infantile (1922); Antichi Pittori Lombardi (1923) e Daniele Ranzoni (1923); la Mostra del Tessuto (1922-23) e i Saggi della Scuola [diretta di A. Wildt] per l’Arte del Marmo (1923). Numerosi articoli dedica ad autori particolarmente amati, come Mancini stesso («La Sera», 21 ottobre 1921) e Vladimiro Shereshevski («La Sera», 6 giugno 1921); in altri casi si sofferma su episodi di senso stratificato, come la compresenza dell’arte "negra" e di Modigliani alla Biennale del ’22 («La Sera», 4 maggio 1922). Come animatore del circolo propone, assieme a Costantini, un ciclo di conferenze d’arte, affidate, nel tempo, a Adolfo e Lionello Venturi, Guido Marangoni, Giuseppe Gerola, la Sarfatti ecc. Da simile iniziativa prenderà corpo «L’Accademia libera di Coltura e d’Arte», pensata da Vincenzo Cento, per affiancare a corsi storico-teorici (Letteratura, Lingue straniere, Sviluppo delle Scienze e Storia dell’Arte), insegnamenti creativi (Pittura, Danza, Canto, Recitazione) e, ancora, corsi di «Avviamento al pensiero riflesso» e «Storia politica». Nel 1925, allo spirare del Circolo (ormai divenuto Istituto) l’Accademia passerà in forze al Circolo Filologico Femminile. Proprio qui Giolli insegnerà Storia dell’arte, allargando alle aule l’opzione laboratoriale della sua riflessione e sfuggendo, al contempo, all’interdizione professionale per il mancato giuramento di fedeltà al fascismo.
2013
La consistenza dell'effimero. Riviste d'arte tra Ottocento e Novecento
9788860261830
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3155150
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