I secoli altomedievali videro un crescente investimento economico nella commemorazione dei defunti, espresso dai ricchi corredi depositati nelle sepolture. Questo nuovo fenomeno è stato tradizionalmente spiegato con l’arrivo dei barbari, portatori di una cultura radicalmente diversa da quella del mondo romano. Al contrario, esso riflette la competizione sociale presente nelle società post romane, che erano fortemente instabili. In questo contesto, studiare le sepolture vuol dire cercare di comprendere le strategie di commemorazione adottate dai parenti in lutto. Organizzare il funerale, scegliere la tomba, il luogo e gli oggetti da riporre significava anzitutto costruire la memoria dei propri antenati, definendo i propri legami affettivi e sociali. Inoltre le sepolture contenevano le ossa del defunto, la traccia palpabile del suo vivere e morire, ciò che aveva preso forma da geni, cibo, aria e acqua. Le sepolture altomedievali, con i loro ricchi corredi, racchiudono storie stratificatesi nei secoli, e la loro lettura è uno scavo delle molteplici dimensioni, proiettato nel passato lontano ma anche vicino: infatti esse hanno sempre stimolato l’immaginario collettivo, che ne ha ricavato interpretazioni diverse, spesso contrastanti, a seconda delle epoche e dei contesti. Scopo di questo libro è pertanto quello di sezionare e analizzare, attraverso fonti scritte, archeologiche e antropologiche, le diverse patine interpretative: ossia come sono state lette le tombe nel recente passato, e perché sono state lette proprio così; che cosa voleva, invece, comunicare attraverso di esse la società altomedievale; quali informazioni sulla vita dei bambini, degli uomini e delle donne vissuti allora racchiudono i corpi dei defunti.

Memorie sepolte. Tombe e identità nell’alto Medioevo (secoli V-VIII)

BARBIERA, IRENE
2012

Abstract

I secoli altomedievali videro un crescente investimento economico nella commemorazione dei defunti, espresso dai ricchi corredi depositati nelle sepolture. Questo nuovo fenomeno è stato tradizionalmente spiegato con l’arrivo dei barbari, portatori di una cultura radicalmente diversa da quella del mondo romano. Al contrario, esso riflette la competizione sociale presente nelle società post romane, che erano fortemente instabili. In questo contesto, studiare le sepolture vuol dire cercare di comprendere le strategie di commemorazione adottate dai parenti in lutto. Organizzare il funerale, scegliere la tomba, il luogo e gli oggetti da riporre significava anzitutto costruire la memoria dei propri antenati, definendo i propri legami affettivi e sociali. Inoltre le sepolture contenevano le ossa del defunto, la traccia palpabile del suo vivere e morire, ciò che aveva preso forma da geni, cibo, aria e acqua. Le sepolture altomedievali, con i loro ricchi corredi, racchiudono storie stratificatesi nei secoli, e la loro lettura è uno scavo delle molteplici dimensioni, proiettato nel passato lontano ma anche vicino: infatti esse hanno sempre stimolato l’immaginario collettivo, che ne ha ricavato interpretazioni diverse, spesso contrastanti, a seconda delle epoche e dei contesti. Scopo di questo libro è pertanto quello di sezionare e analizzare, attraverso fonti scritte, archeologiche e antropologiche, le diverse patine interpretative: ossia come sono state lette le tombe nel recente passato, e perché sono state lette proprio così; che cosa voleva, invece, comunicare attraverso di esse la società altomedievale; quali informazioni sulla vita dei bambini, degli uomini e delle donne vissuti allora racchiudono i corpi dei defunti.
2012
978-88-430-6286-7
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