È stato ampiamente sottolineato in altre parti del volume che i bambini e gli adolescenti del XXI secolo si trovano a vivere in una società caratterizzata dai rapidi cambiamenti economici e tecnologici, dalla super-diversità dovuta alla co-presenza e all’intreccio di variabili come nazionalità, etnia, lingua, religione, percorsi di migrazione, presenza di menomazioni, difficoltà di apprendimento, differenze di genere, tradizioni territoriali, ecc. (Vertovec, 2007; 2010). Per fronteggiare una realtà così complessa sono necessarie una serie di capacità e di atteggiamenti come, ad esempio, la flessibilità, sia cognitiva che sociale, la capacità di considerare le diversità, di esplorarle e di saperne fare tesoro; l’utilizzo di una forma di ‘pensiero complesso’, che comporta il guardare gli eventi da diverse angolazioni, evitando giudizi semplicistici e stereotipati (Hargreaves, 2003; Olimpo, 2010), l’accettazione dell’incertezza, la creatività e il saper dialogare e confrontarsi con gli altri (Hunsberger, Lea, Pancer, Pratt, & McKenzie, 1994). Di fatto sebbene la propensione a cooperare, a creare coesione sociale, ad essere tolleranti e solidali, costituiscono i valori su cui si fonda la società europea attuale e rappresentano i pilastri di una società globale, multiculturale ed inclusiva (Commissione Europea, 2015), poca attenzione sembra essere riservata a come di fatto poter stimolare lo sviluppo delle competenze necessarie per trasformare in comportamenti quotidiani gli auspici e i valori di cui sopra (West, El Mouden, & Gardner, 2011). A riguardo, Sennett (2012) arriva persino ad affermare che allenare le persone a cooperare, a vivere insieme, nonostante le differenze etniche, religiose, economiche, è la sfida più importante dei tempi moderni. Contrariamente a ciò, però, nella nostra realtà occidentale, i bambini e gli adolescenti sono più frequentemente stimolati alla competizione che alla cooperazione; i social network facilitano il senso di comunità e la creazione di un numero maggiore di amicizie e a lunga distanza, ma non favoriscono il contatto necessario per allenare le capacità sociali e di negoziazione tra prospettive di pensiero differenti. Sembra quindi importante, soprattutto nel contesto scolastico, ridurre la pressione all’individualismo e alla competizione creando opportunità di interazione e di riflessività sociale (West et al., 2011), stimolare e allenare i bambini e gli adolescenti a riflettere sulle loro esperienze da diverse prospettive, a ipotizzare nuove vedute, a riconoscere le diversità, ad essere tolleranti e solidali nei confronti degli altri, a stabilire relazioni supportive e positive con coetanei diversi, indipendentemente da difficoltà e vulnerabilità, dal paese di provenienza, ecc.

Come stimolare e sostenere il coinvolgimento e la partecipazione dei compagni

GINEVRA, MARIA CRISTINA;NOTA, LAURA;SORESI, SALVATORE
2015

Abstract

È stato ampiamente sottolineato in altre parti del volume che i bambini e gli adolescenti del XXI secolo si trovano a vivere in una società caratterizzata dai rapidi cambiamenti economici e tecnologici, dalla super-diversità dovuta alla co-presenza e all’intreccio di variabili come nazionalità, etnia, lingua, religione, percorsi di migrazione, presenza di menomazioni, difficoltà di apprendimento, differenze di genere, tradizioni territoriali, ecc. (Vertovec, 2007; 2010). Per fronteggiare una realtà così complessa sono necessarie una serie di capacità e di atteggiamenti come, ad esempio, la flessibilità, sia cognitiva che sociale, la capacità di considerare le diversità, di esplorarle e di saperne fare tesoro; l’utilizzo di una forma di ‘pensiero complesso’, che comporta il guardare gli eventi da diverse angolazioni, evitando giudizi semplicistici e stereotipati (Hargreaves, 2003; Olimpo, 2010), l’accettazione dell’incertezza, la creatività e il saper dialogare e confrontarsi con gli altri (Hunsberger, Lea, Pancer, Pratt, & McKenzie, 1994). Di fatto sebbene la propensione a cooperare, a creare coesione sociale, ad essere tolleranti e solidali, costituiscono i valori su cui si fonda la società europea attuale e rappresentano i pilastri di una società globale, multiculturale ed inclusiva (Commissione Europea, 2015), poca attenzione sembra essere riservata a come di fatto poter stimolare lo sviluppo delle competenze necessarie per trasformare in comportamenti quotidiani gli auspici e i valori di cui sopra (West, El Mouden, & Gardner, 2011). A riguardo, Sennett (2012) arriva persino ad affermare che allenare le persone a cooperare, a vivere insieme, nonostante le differenze etniche, religiose, economiche, è la sfida più importante dei tempi moderni. Contrariamente a ciò, però, nella nostra realtà occidentale, i bambini e gli adolescenti sono più frequentemente stimolati alla competizione che alla cooperazione; i social network facilitano il senso di comunità e la creazione di un numero maggiore di amicizie e a lunga distanza, ma non favoriscono il contatto necessario per allenare le capacità sociali e di negoziazione tra prospettive di pensiero differenti. Sembra quindi importante, soprattutto nel contesto scolastico, ridurre la pressione all’individualismo e alla competizione creando opportunità di interazione e di riflessività sociale (West et al., 2011), stimolare e allenare i bambini e gli adolescenti a riflettere sulle loro esperienze da diverse prospettive, a ipotizzare nuove vedute, a riconoscere le diversità, ad essere tolleranti e solidali nei confronti degli altri, a stabilire relazioni supportive e positive con coetanei diversi, indipendentemente da difficoltà e vulnerabilità, dal paese di provenienza, ecc.
2015
Tutti diversamente a scuola. L'inclusione scolastica nel XXI secolo
9788867874712
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3166681
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