È noto in letteratura che le radici di numerose piante spontanee e coltivate sviluppano a livello radicale simbiosi mutualistiche e associazioni che possono migliorare l’assorbimento di acqua e nutrienti con indubbi vantaggi produttivi e di contenimento degli apporti fertilizzanti. In un’ottica di miglioramento della sostenibilità della coltivazione del frumento tenero (var. Africa, SIS), presso l’azienda agraria sperimentale dell’Università di Padova (Legnaro), nel corso del 2013-14 è stata svolta una prima sperimentazione per verificare il livello di surrogabilità della concimazione azotata con trattamenti biofertilizzanti. In fase di pre-levata, è stato applicato attraverso irrorazione fogliare il prodotto Rhizosum-N (Biosum Technology – Madrid, ES) contenente micorrize VA gen. Glomus (2% p/p) e Azotobacter vinelandii (1 x 1010 UFC/g) in parcelle concimate con dosi decrescenti di azoto di sintesi (170, 130 e 90 kg/ha) in raffronto a tesi non trattate con il preparato microbiologico. Ad ogni livello di concimazione, i parametri morfo-fisiologici delle tesi trattate (altezza, biomassa, indici SPAD e NDVI) non si sono discostati in maniera significativa da quelli delle tesi non trattate con micorrize, mentre è stato osservato un effetto significativo dell’azoto al crescere della dose. Anche in termini produttivi (n. di spighe/m2, resa di granella), il trattamento con micorrize non ha sortito risultati significativi. Mentre l’apporto azotato ha influito positivamente sui parametri qualitativi della granella, quali tenore in proteina, glutine umido e indice di Zeleny, non si è potuto osservare un analogo miglioramento per effetto del trattamento micorrizico. Le osservazioni al microscopio di un campione rappresentativo di apici radicali ha comunque evidenziato una percentuale di colonizzazione da Glomus sp. più elevata nelle tesi trattate con il preparato microbiologico rispetto al controllo non trattato (38% vs. 35%), ma solo alla dose di azoto più bassa (90 kg/ha). A questo livello di N, le piante hanno presentato un’altezza superiore al non trattato (+2,3%, P≤0.05) e una resa in granella tendenzialmente superiore (+ 9,5%). Questi primi risultati suggeriscono che la valorizzazione di trattamenti micorrizici può verosimilmente avvenire a dosaggi bassi di concimazione azotata ed una conferma di quanto osservato potrà avvenire nel corso del secondo anno di sperimentazione (in corso) su una varietà (Bologna, SIS) molto apprezzata nel settore panificatorio.

Effetti di trattamenti di post emergenza con preparati microbiologici in frumento tenero

DAL CORTIVO, CRISTIAN;BARION, GIUSEPPE;BANDIERA, MARIANNA;ZANELLA, VALENTINA;MOSCA, GIULIANO;VAMERALI, TEOFILO
2015

Abstract

È noto in letteratura che le radici di numerose piante spontanee e coltivate sviluppano a livello radicale simbiosi mutualistiche e associazioni che possono migliorare l’assorbimento di acqua e nutrienti con indubbi vantaggi produttivi e di contenimento degli apporti fertilizzanti. In un’ottica di miglioramento della sostenibilità della coltivazione del frumento tenero (var. Africa, SIS), presso l’azienda agraria sperimentale dell’Università di Padova (Legnaro), nel corso del 2013-14 è stata svolta una prima sperimentazione per verificare il livello di surrogabilità della concimazione azotata con trattamenti biofertilizzanti. In fase di pre-levata, è stato applicato attraverso irrorazione fogliare il prodotto Rhizosum-N (Biosum Technology – Madrid, ES) contenente micorrize VA gen. Glomus (2% p/p) e Azotobacter vinelandii (1 x 1010 UFC/g) in parcelle concimate con dosi decrescenti di azoto di sintesi (170, 130 e 90 kg/ha) in raffronto a tesi non trattate con il preparato microbiologico. Ad ogni livello di concimazione, i parametri morfo-fisiologici delle tesi trattate (altezza, biomassa, indici SPAD e NDVI) non si sono discostati in maniera significativa da quelli delle tesi non trattate con micorrize, mentre è stato osservato un effetto significativo dell’azoto al crescere della dose. Anche in termini produttivi (n. di spighe/m2, resa di granella), il trattamento con micorrize non ha sortito risultati significativi. Mentre l’apporto azotato ha influito positivamente sui parametri qualitativi della granella, quali tenore in proteina, glutine umido e indice di Zeleny, non si è potuto osservare un analogo miglioramento per effetto del trattamento micorrizico. Le osservazioni al microscopio di un campione rappresentativo di apici radicali ha comunque evidenziato una percentuale di colonizzazione da Glomus sp. più elevata nelle tesi trattate con il preparato microbiologico rispetto al controllo non trattato (38% vs. 35%), ma solo alla dose di azoto più bassa (90 kg/ha). A questo livello di N, le piante hanno presentato un’altezza superiore al non trattato (+2,3%, P≤0.05) e una resa in granella tendenzialmente superiore (+ 9,5%). Questi primi risultati suggeriscono che la valorizzazione di trattamenti micorrizici può verosimilmente avvenire a dosaggi bassi di concimazione azotata ed una conferma di quanto osservato potrà avvenire nel corso del secondo anno di sperimentazione (in corso) su una varietà (Bologna, SIS) molto apprezzata nel settore panificatorio.
2015
Atti del XLIV Convegno Nazionale della Società Italiana di Agronomia
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