Il sito arginato dell’Età del bronzo di Fondo Paviani, central place della polity delle Valli Grandi Veronesi, è stato oggetto, a partire dal 2007, di un progetto interdisciplinare diretto dall’équipe protostorica del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova. Le ricerche finora condotte hanno consentito di definire i principali punti nodali relativi sia alle caratteristiche strutturali del sito, sia alle dinamiche paleoambientali e territoriali precedenti, contemporanee e successive all’impianto dello stesso. Il presente contributo presenta nella prima parte le fasi dell’evoluzione strutturale del sito, inserite nel quadro geomorfologico e paleoambientale locale. Il sito, sorto nella fase a cavallo tra BM3 e BR1, in un momento compreso tra il maturo BR1 e il BR2, si dota di un imponente sistema di perimetrazione con aggere e fossato. In fase con questa strutturazione, si hanno le evidenze - nella porzione scavata del sito - di una prima fase con un settore a destinazione abitativa e un settore destinato probabilmente alla trasformazione dei cereali. Nel BR2 l’area è disattivata mediante la stesura di materiali di riporto. L’avvio della crisi del sito, nella fase più avanzata del BR coincide a livello ambientale con un momento di incremento dell’aridità. Nel BF1-2, ultimo orizzonte di vita del sito, la medesima area viene infine completamente riconvertita; essa ora non ospita più infatti abitazioni e/o aree produttive, ma campi o orti. È probabile quindi che, nella fase in questione, l’insediamento abbia subito una drastica trasformazione e anche una notevole riduzione dell’estensione. L’intera sequenza si chiude con potenti coltri alluvionali depositatesi a partire dalla prima Età del ferro. Il contributo presenta tuttavia anche i risultati delle analisi integrate effettuate sulle diverse categorie di produzioni artigianali emerse dalle indagini – in particolare la metallurgia del bronzo, la lavorazione dell’ambra e quella dei materiali vetrosi – e le nuove importanti evidenze riguardanti i contatti che il sito intrattenne da un lato con le regioni dell’Italia nord-occidentale e con l’area alpina, dall’altro con l’Italia peninsulare, l’Egeo e il Mediterraneo orientale. Il contributo propone infine delle considerazioni sull’assetto sociale che doveva contraddistinguere la polity terramaricola basso veronese e, conclusivamente, un bilancio aggiornato della vexata quaestio del rapporto “fenomeno Valli Grandi Veronesi” > “fenomeno Frattesina”, evidenziandone gli elementi di forte continuità e quindi il loro legame genetico.

Fondo Paviani (Legnago, Verona): il central place della polity delle Valli Grandi Veronesi nella tarda Età del bronzo. Cronologia, aspetti culturali, evoluzione delle strutture e trasformazioni paleoambientali

CUPITO', MICHELE;LEONARDI, GIOVANNI;DALLA LONGA, ELISA;Nicosia, Cristiano;
2015

Abstract

Il sito arginato dell’Età del bronzo di Fondo Paviani, central place della polity delle Valli Grandi Veronesi, è stato oggetto, a partire dal 2007, di un progetto interdisciplinare diretto dall’équipe protostorica del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova. Le ricerche finora condotte hanno consentito di definire i principali punti nodali relativi sia alle caratteristiche strutturali del sito, sia alle dinamiche paleoambientali e territoriali precedenti, contemporanee e successive all’impianto dello stesso. Il presente contributo presenta nella prima parte le fasi dell’evoluzione strutturale del sito, inserite nel quadro geomorfologico e paleoambientale locale. Il sito, sorto nella fase a cavallo tra BM3 e BR1, in un momento compreso tra il maturo BR1 e il BR2, si dota di un imponente sistema di perimetrazione con aggere e fossato. In fase con questa strutturazione, si hanno le evidenze - nella porzione scavata del sito - di una prima fase con un settore a destinazione abitativa e un settore destinato probabilmente alla trasformazione dei cereali. Nel BR2 l’area è disattivata mediante la stesura di materiali di riporto. L’avvio della crisi del sito, nella fase più avanzata del BR coincide a livello ambientale con un momento di incremento dell’aridità. Nel BF1-2, ultimo orizzonte di vita del sito, la medesima area viene infine completamente riconvertita; essa ora non ospita più infatti abitazioni e/o aree produttive, ma campi o orti. È probabile quindi che, nella fase in questione, l’insediamento abbia subito una drastica trasformazione e anche una notevole riduzione dell’estensione. L’intera sequenza si chiude con potenti coltri alluvionali depositatesi a partire dalla prima Età del ferro. Il contributo presenta tuttavia anche i risultati delle analisi integrate effettuate sulle diverse categorie di produzioni artigianali emerse dalle indagini – in particolare la metallurgia del bronzo, la lavorazione dell’ambra e quella dei materiali vetrosi – e le nuove importanti evidenze riguardanti i contatti che il sito intrattenne da un lato con le regioni dell’Italia nord-occidentale e con l’area alpina, dall’altro con l’Italia peninsulare, l’Egeo e il Mediterraneo orientale. Il contributo propone infine delle considerazioni sull’assetto sociale che doveva contraddistinguere la polity terramaricola basso veronese e, conclusivamente, un bilancio aggiornato della vexata quaestio del rapporto “fenomeno Valli Grandi Veronesi” > “fenomeno Frattesina”, evidenziandone gli elementi di forte continuità e quindi il loro legame genetico.
2015
Preistoria e Protostoria del Veneto
9788860450562
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