Il saggio ricostruisce, attraverso gli scritti e i documenti d’archivio, le prime fasi dell’attività critica di Lionello Venturi (1907-1915), che furono segnati da un appassionato interesse nei confronti dell’arte veneta, che sfociò nella pubblicazione di due ponderosi volumi, uno dedicato alle Origini della pittura veneziana (1907) e l’altro a Giorgione e il Giorgionismo (1913). Ebbe inoltre l’incarico di Ispettore alle Gallerie di Venezia (1909-1911) e fu libero docente all’Università di Padova. Il suo percorso di formazione si pose dunque nell’orbita di Venezia sia sotto il profilo scientifico che operativo, pur senza escludere altri stimoli e sollecitazioni, fra cui l’interesse per Caravaggio. Nel corso di quegli anni, densi di lavoro e di polemiche, Venturi mise a fuoco il proprio metodo e precisò i propri interessi. L’analisi dei suoi primi scritti costituisce l’occasione non solo di indagare sugli inizi del suo percorso critico, ma anche di riflettere sullo stato degli studi storico-artistici in Italia. Muovendosi fra le diverse influenze, dal padre Adolfo a Giovanni Morelli, da Cavalcaselle-Crowe a Berenson a Croce, il giovane Venturi cerca il proprio metodo e il proprio linguaggio, elaborando il sistema di valori – alternativo rispetto a quello classicistico – su cui si sarebbe fondato Il Gusto dei Primitivi (1926).
Lionello Venturi e l'arte veneta (1907-1915)
TOMASELLA, GIULIANA
2015
Abstract
Il saggio ricostruisce, attraverso gli scritti e i documenti d’archivio, le prime fasi dell’attività critica di Lionello Venturi (1907-1915), che furono segnati da un appassionato interesse nei confronti dell’arte veneta, che sfociò nella pubblicazione di due ponderosi volumi, uno dedicato alle Origini della pittura veneziana (1907) e l’altro a Giorgione e il Giorgionismo (1913). Ebbe inoltre l’incarico di Ispettore alle Gallerie di Venezia (1909-1911) e fu libero docente all’Università di Padova. Il suo percorso di formazione si pose dunque nell’orbita di Venezia sia sotto il profilo scientifico che operativo, pur senza escludere altri stimoli e sollecitazioni, fra cui l’interesse per Caravaggio. Nel corso di quegli anni, densi di lavoro e di polemiche, Venturi mise a fuoco il proprio metodo e precisò i propri interessi. L’analisi dei suoi primi scritti costituisce l’occasione non solo di indagare sugli inizi del suo percorso critico, ma anche di riflettere sullo stato degli studi storico-artistici in Italia. Muovendosi fra le diverse influenze, dal padre Adolfo a Giovanni Morelli, da Cavalcaselle-Crowe a Berenson a Croce, il giovane Venturi cerca il proprio metodo e il proprio linguaggio, elaborando il sistema di valori – alternativo rispetto a quello classicistico – su cui si sarebbe fondato Il Gusto dei Primitivi (1926).Pubblicazioni consigliate
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