Sense, sensibility e la rivincita del Kitsch Il divorzio della forma dalla sua funzione, dell’invenzione dalle logiche liberatorie ma imitative del kitsch è fatto scontato nell’arte contemporanea dalle avanguardie al Bauhaus. Il sistema mediatico ha introdotto poi la dimensione dell’emotività nella politica e persino nella finanza attraverso la spettacolarizzazione (Debord 1967). Mi servirò di seguito di alcuni esempi per illustrare come una razionalità indebolita abbia dato spazio al sorgere del kitsch nell’arte nel xx secolo. La poltrona Proust di Mendini (versioni 1978-2014) raggiunge l’apice della sua assurdità tradotta in marmo e in ceramica, e persino in rame dorato: un capolavoro di antifunzionalità, cent’anni dopo l’orinatoio di Duchamp. Si tratta, tuttavia, di un duplice inganno: quello dell’antifunzionalità, il primo, negato poi dalla forte carica creativa e innovativa dell’idea. La bellezza, da zuccherosa e melensa, si fa così grottesca e ammiccante, per quanto non ancora rabbiosa e polemica, come in certa acuminata avant-garde. L’altro inganno consiste nel kitsch solo apparente, giacché un testo kitsch inserisce già nell'atto di produzione anche l'interpretazione finale, scopo ultimo del messaggio stesso, con una connotazione fortemente sentimentale (Greenberg 1939). Lo spirito giocoso e irriverente di Mendini si applica di preferenza al barocco, preda facile, soprattutto nelle sue versioni rococò. Qui la leziosità e i preziosismi, anziché venire eliminati, sono sottolineati e messi in evidenza, gli elementi decorativi colorati in maniera palesemente assurda e contraria ai canoni estetici barocchi, strillando volutamente la propria decontestualizzata forza di neo-dada imperante. L’emozione, tutt’altro che sopita, si affida all’immagine dissacrante, con ammiccamenti e riferimenti colti alle ideologie della vecchia estetica borghese e bon ton.

Ragioni e Sentimenti

VERDI, LAURA
2015

Abstract

Sense, sensibility e la rivincita del Kitsch Il divorzio della forma dalla sua funzione, dell’invenzione dalle logiche liberatorie ma imitative del kitsch è fatto scontato nell’arte contemporanea dalle avanguardie al Bauhaus. Il sistema mediatico ha introdotto poi la dimensione dell’emotività nella politica e persino nella finanza attraverso la spettacolarizzazione (Debord 1967). Mi servirò di seguito di alcuni esempi per illustrare come una razionalità indebolita abbia dato spazio al sorgere del kitsch nell’arte nel xx secolo. La poltrona Proust di Mendini (versioni 1978-2014) raggiunge l’apice della sua assurdità tradotta in marmo e in ceramica, e persino in rame dorato: un capolavoro di antifunzionalità, cent’anni dopo l’orinatoio di Duchamp. Si tratta, tuttavia, di un duplice inganno: quello dell’antifunzionalità, il primo, negato poi dalla forte carica creativa e innovativa dell’idea. La bellezza, da zuccherosa e melensa, si fa così grottesca e ammiccante, per quanto non ancora rabbiosa e polemica, come in certa acuminata avant-garde. L’altro inganno consiste nel kitsch solo apparente, giacché un testo kitsch inserisce già nell'atto di produzione anche l'interpretazione finale, scopo ultimo del messaggio stesso, con una connotazione fortemente sentimentale (Greenberg 1939). Lo spirito giocoso e irriverente di Mendini si applica di preferenza al barocco, preda facile, soprattutto nelle sue versioni rococò. Qui la leziosità e i preziosismi, anziché venire eliminati, sono sottolineati e messi in evidenza, gli elementi decorativi colorati in maniera palesemente assurda e contraria ai canoni estetici barocchi, strillando volutamente la propria decontestualizzata forza di neo-dada imperante. L’emozione, tutt’altro che sopita, si affida all’immagine dissacrante, con ammiccamenti e riferimenti colti alle ideologie della vecchia estetica borghese e bon ton.
2015
Ragioni e sentimenti
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