Il contributo si propone di discutere i possibili casi di endecasillabi con cesura epica reperiti all’interno della produzione di ser Cione Baglioni, notaio fiorentino della seconda metà del Duecento, a cui sono attribuiti venti sonetti traditi dal canzoniere Vaticano Latino 3793. La sopravvivenza di questo tipo di cesura nella lirica italiana delle origini è oggetto di un dibattito ad oggi molto vivo e tutt’altro che chiuso. La presenza in Cione (così come nel più dotato corrispondente Monte Andrea) di questi ‘endecasillabi crescenti’ potrebbe essere dovuta non al modello trobadorico (come supposto per i Siciliani), quanto piuttosto all’influsso della tradizione lirica oitanica.

Ancora sulla cesura epica nella lirica italiana del Duecento: il caso di ser Cione Baglioni

BERARDI, LUCIA
2014

Abstract

Il contributo si propone di discutere i possibili casi di endecasillabi con cesura epica reperiti all’interno della produzione di ser Cione Baglioni, notaio fiorentino della seconda metà del Duecento, a cui sono attribuiti venti sonetti traditi dal canzoniere Vaticano Latino 3793. La sopravvivenza di questo tipo di cesura nella lirica italiana delle origini è oggetto di un dibattito ad oggi molto vivo e tutt’altro che chiuso. La presenza in Cione (così come nel più dotato corrispondente Monte Andrea) di questi ‘endecasillabi crescenti’ potrebbe essere dovuta non al modello trobadorico (come supposto per i Siciliani), quanto piuttosto all’influsso della tradizione lirica oitanica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3190802
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