Nel loro costante dividersi fra studio, insegnamento, predicazione ed evangelizzazione (anzi, neo-evangelizzazione) i Minori hanno elaborato una vera e propria politica culturale, al cui interno il libro, posto funzionalmente al centro di un efficace sistema di comunicazione, ha contribuito alla canonizzazione e alla diffusione dei saperi. In questo contesto l’attività di scrittura non può che rivestire un ruolo importante nella vita di molti Francescani, impegnati, in modo più o meno regolare e continuativo, come scriptores, di testi finalizzati alla predicazione, allo studio, alla regolamentazione della vita comunitaria. Tuttavia la produzione del codice francescano si realizza, oltre che secondo modalità consuete e formalizzate, anche in modo meno sistematico, in grande autonomia. In una inevitabile generalizzazione, potremmo dire che dal collettivo, dal partecipato, dal condiviso, dal coordinato si passa, anche all’interno dei medesimi conventi, all’individuale, talora all’estemporaneo. Si assiste insomma a una evidente polarizzazione di modalità e di scelte, che si muovono fra l’assoluta autarchia e l’altrettanto totale esternalizzazione, in un’oscillazione fra i due estremi, quello rappresentato dai modelli convenzionali del centro di copia organizzato e organico rispetto a un convento e quello invece della produzione affidata all’esterno del convento medesimo, che vede il succedersi di situazioni intermedie di compromesso, rappresentate in primis dall’attività di singoli frati che operano in autonomia, senza coordinamento, soprattutto senza seguire una linea di continuità. La perfetta sovrapposizione fra scrivente francescano e codice francescano spesso viene dunque a rarefarsi, dando vita a una mossa varietà di combinazioni, che vedono un intreccio fra Minori, membri di altri ordini religiosi, esponenti del clero regolare, laici, uomini e donne, senza dimenticare i lettori di questi stessi libri, e senza dimenticare un fenomeno notevole e costantemente attestato nel mondo francescano, quello cioè dell’autografia.

Scrivere (e leggere) il libro francescano

GIOVE', NICOLETTA
2015

Abstract

Nel loro costante dividersi fra studio, insegnamento, predicazione ed evangelizzazione (anzi, neo-evangelizzazione) i Minori hanno elaborato una vera e propria politica culturale, al cui interno il libro, posto funzionalmente al centro di un efficace sistema di comunicazione, ha contribuito alla canonizzazione e alla diffusione dei saperi. In questo contesto l’attività di scrittura non può che rivestire un ruolo importante nella vita di molti Francescani, impegnati, in modo più o meno regolare e continuativo, come scriptores, di testi finalizzati alla predicazione, allo studio, alla regolamentazione della vita comunitaria. Tuttavia la produzione del codice francescano si realizza, oltre che secondo modalità consuete e formalizzate, anche in modo meno sistematico, in grande autonomia. In una inevitabile generalizzazione, potremmo dire che dal collettivo, dal partecipato, dal condiviso, dal coordinato si passa, anche all’interno dei medesimi conventi, all’individuale, talora all’estemporaneo. Si assiste insomma a una evidente polarizzazione di modalità e di scelte, che si muovono fra l’assoluta autarchia e l’altrettanto totale esternalizzazione, in un’oscillazione fra i due estremi, quello rappresentato dai modelli convenzionali del centro di copia organizzato e organico rispetto a un convento e quello invece della produzione affidata all’esterno del convento medesimo, che vede il succedersi di situazioni intermedie di compromesso, rappresentate in primis dall’attività di singoli frati che operano in autonomia, senza coordinamento, soprattutto senza seguire una linea di continuità. La perfetta sovrapposizione fra scrivente francescano e codice francescano spesso viene dunque a rarefarsi, dando vita a una mossa varietà di combinazioni, che vedono un intreccio fra Minori, membri di altri ordini religiosi, esponenti del clero regolare, laici, uomini e donne, senza dimenticare i lettori di questi stessi libri, e senza dimenticare un fenomeno notevole e costantemente attestato nel mondo francescano, quello cioè dell’autografia.
2015
Scriptoria e biblioteche nel basso medioevo (secoli XII-XV). Atti del LI Convegno storico internazionale (Todi, 12-15 ottobre 2014)
978-88-6809-080-7
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