E’ certamente vero che nel corso di tutto il medioevo, c’è stata una distanza forte fra le donne e la pratica della scrittura. Una distanza esito di un rapporto faticoso ed episodico, una distanza difficile da colmare, che pone le donne in una condizione spesso di incapacità o di inferiorità manifeste, dal momento che, quando scrivono, lo fanno assai di frequente con abilità limitate ed esiti assai diseguali, non raggiungendo sempre il livello grafico per così dire maschile. Accanto e connessa alla questione dello scrivere i libri vi è poi quella del leggere i libri da parte delle donne così come quella, strettamente correlata alle prime due, della committenza di libri da parte delle donne. La verifica delle relazioni attive e passive fra le donne e i libri può essere condotta, in un modo forse meno usuale e più originale, non solo e non tanto cercando le testimonianze relative all’attività delle donne copiste - che hanno materialmente prodotto dei codici, ma anche e soprattutto indagando sulle donne committenti – che i codici li hanno fatti confezionare -, in un percorso anche diacronico, che permetta di ricostruire, accanto a delle biografie individuali, anche ambiti di produzione, reti di scambi, processi culturali.
Donne che scrivono, donne che fanno scrivere
GIOVE', NICOLETTA;
2015
Abstract
E’ certamente vero che nel corso di tutto il medioevo, c’è stata una distanza forte fra le donne e la pratica della scrittura. Una distanza esito di un rapporto faticoso ed episodico, una distanza difficile da colmare, che pone le donne in una condizione spesso di incapacità o di inferiorità manifeste, dal momento che, quando scrivono, lo fanno assai di frequente con abilità limitate ed esiti assai diseguali, non raggiungendo sempre il livello grafico per così dire maschile. Accanto e connessa alla questione dello scrivere i libri vi è poi quella del leggere i libri da parte delle donne così come quella, strettamente correlata alle prime due, della committenza di libri da parte delle donne. La verifica delle relazioni attive e passive fra le donne e i libri può essere condotta, in un modo forse meno usuale e più originale, non solo e non tanto cercando le testimonianze relative all’attività delle donne copiste - che hanno materialmente prodotto dei codici, ma anche e soprattutto indagando sulle donne committenti – che i codici li hanno fatti confezionare -, in un percorso anche diacronico, che permetta di ricostruire, accanto a delle biografie individuali, anche ambiti di produzione, reti di scambi, processi culturali.Pubblicazioni consigliate
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