L’infrastruttura da sempre è stata riconosciuta quale strumento volto a rendere competitivo un territorio e, soprattutto, ad essa è stata associata la capacità di portare la modernità: essa è risultata essere quasi una precondizione essenziale per lo sviluppo del territorio e sinonimo di progresso. In particolare nella storia della montagna veneta e bellunese, oggetto di osservazione di questo paper, la costruzione dell’infrastruttura è stata strumento capace di trainare l’ammodernamento in un momento in cui questi territori necessitavano di costruire relazioni sia trasversali, tra le diverse vallate che strutturano il sistema insediativo, che verso la pianura, con la quale sostanziare un rapporto biunivoco di scambio. Così le linee ferroviarie prima e l’autostrada poi, il sistema idroelettrico del bacino del Piave e le molte piccole centraline idroelettriche diffuse sul territorio hanno consentito di superare l’isolamento locale (si pensi ad esempio che il paese di Soverzene prima della costruzione della diga sul Piave negli anni ’30 del secolo scorso era raggiungibile solo attraversando il fiume sulle spalle di una persone che svolgeva il compito di traghettatore). Oggi alcune di queste infrastrutture sono dismesse o in via di dismissione perché incapaci di autosostenersi (come le ferrovie Bribano-Agordo o Calalzo-Cortina) o, a seguito dell’ottimizzazione delle reti di trasporto elettrico, permangono come attività redditizia, ma anziché garantire una sorta di rivincita della montagna sulla pianura, vengono a sostenere di più lo sviluppo di quest’ultima rispetto a quello locale

Riciclare, rigenerare ed innovare infrastrutture e territorio

BOVE, ALESSANDRO
2015

Abstract

L’infrastruttura da sempre è stata riconosciuta quale strumento volto a rendere competitivo un territorio e, soprattutto, ad essa è stata associata la capacità di portare la modernità: essa è risultata essere quasi una precondizione essenziale per lo sviluppo del territorio e sinonimo di progresso. In particolare nella storia della montagna veneta e bellunese, oggetto di osservazione di questo paper, la costruzione dell’infrastruttura è stata strumento capace di trainare l’ammodernamento in un momento in cui questi territori necessitavano di costruire relazioni sia trasversali, tra le diverse vallate che strutturano il sistema insediativo, che verso la pianura, con la quale sostanziare un rapporto biunivoco di scambio. Così le linee ferroviarie prima e l’autostrada poi, il sistema idroelettrico del bacino del Piave e le molte piccole centraline idroelettriche diffuse sul territorio hanno consentito di superare l’isolamento locale (si pensi ad esempio che il paese di Soverzene prima della costruzione della diga sul Piave negli anni ’30 del secolo scorso era raggiungibile solo attraversando il fiume sulle spalle di una persone che svolgeva il compito di traghettatore). Oggi alcune di queste infrastrutture sono dismesse o in via di dismissione perché incapaci di autosostenersi (come le ferrovie Bribano-Agordo o Calalzo-Cortina) o, a seguito dell’ottimizzazione delle reti di trasporto elettrico, permangono come attività redditizia, ma anziché garantire una sorta di rivincita della montagna sulla pianura, vengono a sostenere di più lo sviluppo di quest’ultima rispetto a quello locale
2015
Atti della XVIII Conferenza Nazionale SIU. Italia '45-'45. Radici, Condizioni, Prospettive, Venezia, 11-13 giugno 2015
XVIII Conferenza Nazionale SIU. Italia '45-'45. Radici, Condizioni, Prospettive
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