Secondo i sostenitori dell’investimento nell’infanzia, aver avuto un’esperienza da piccoli in un nido d’infanzia di qualità, favorisce la costruzione di abilità spendibili nei percorsi scolastici e professionali realizzati nell’adolescenza. Posizioni forti, sostenute da studiosi autorevoli in base a particolari acquisizioni della neuroscienza, riguardanti lo sviluppo dei cosiddetti primi mille giorni di vita e da numerose evidenze empiriche. Argomentazioni che negli ultimi vent’anni sono state fatte proprie da importanti istituzioni politiche e organismi internazionali per poter contrastare la povertà crescente della popolazione. Quanto queste convinzioni rischiano di essere semplicemente dei miti e produrre “effetti perversi” nelle politiche che ne declinano l’attuazione? In che modo queste possono essere conciliabili, se lo sono, con una visione del welfare fondata sulla cittadinanza e in particolare sui diritti individuali e collettivi dei bambini nel qui e ora e non solo nel loro divenire adulti produttivi? In questo volume si propone una rassegna ragionata dei principali contributi di ricerca conseguiti negli ultimi anni su questi temi e allo stesso tempo presenta e discute i risultati di un’indagine originale svolta sul campo. Una delle rare esperienze di ricerca realizzate in Italia sugli effetti di medio e lungo periodo della partecipazione ai nidi d’infanzia. Gli esiti della ricerca sono per certi versi sorprendenti e indicano che sì, il nido in effetti sembra contare. In certe situazioni e a certe condizioni, legate proprio a uno sforzo, possibile, di conciliazione tra l’approccio basato sull’investimento sociale e quello basato sui diritti di cittadinanza.

I bambini tra cittadinanza e investimento. Partecipazione al nido d'infanzia ed effetti di lungo periodo

BELOTTI, VALERIO
2016

Abstract

Secondo i sostenitori dell’investimento nell’infanzia, aver avuto un’esperienza da piccoli in un nido d’infanzia di qualità, favorisce la costruzione di abilità spendibili nei percorsi scolastici e professionali realizzati nell’adolescenza. Posizioni forti, sostenute da studiosi autorevoli in base a particolari acquisizioni della neuroscienza, riguardanti lo sviluppo dei cosiddetti primi mille giorni di vita e da numerose evidenze empiriche. Argomentazioni che negli ultimi vent’anni sono state fatte proprie da importanti istituzioni politiche e organismi internazionali per poter contrastare la povertà crescente della popolazione. Quanto queste convinzioni rischiano di essere semplicemente dei miti e produrre “effetti perversi” nelle politiche che ne declinano l’attuazione? In che modo queste possono essere conciliabili, se lo sono, con una visione del welfare fondata sulla cittadinanza e in particolare sui diritti individuali e collettivi dei bambini nel qui e ora e non solo nel loro divenire adulti produttivi? In questo volume si propone una rassegna ragionata dei principali contributi di ricerca conseguiti negli ultimi anni su questi temi e allo stesso tempo presenta e discute i risultati di un’indagine originale svolta sul campo. Una delle rare esperienze di ricerca realizzate in Italia sugli effetti di medio e lungo periodo della partecipazione ai nidi d’infanzia. Gli esiti della ricerca sono per certi versi sorprendenti e indicano che sì, il nido in effetti sembra contare. In certe situazioni e a certe condizioni, legate proprio a uno sforzo, possibile, di conciliazione tra l’approccio basato sull’investimento sociale e quello basato sui diritti di cittadinanza.
2016
978-88-6787-568-9
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