L’affermazione di Gilles Deleuze, secondo cui “Sartre sapeva inventare il nuovo”, delinea un profilo vitale del filosofo francese, in profondo disaccordo con l’immagine “passatista” che spesso ne è stata fornita. Il “filo rosso” del libro, incentrato soprattutto sugli scritti sartriani del dopoguerra (con particolare riferimento alla "Critica della ragione dialettica"), è costituito dal rapporto fra la singolarità sia del soggetto sia dell’evento politico rispetto a uno schema onnicomprensivo, e l’universalità della Storia, sulla base di un tentativo di comprendere il senso di quest’ultima a partire dal richiamo alla praxis: si tratta però di una relazione aperta, in cui non si perviene mai a una sintesi compiuta. In tale quadro svolge una funzione cruciale l’“invenzione del nuovo” da parte del “gruppo in fusione”, nella materialità della dinamica rivoluzionaria, con la sua forza dirompente ma anche con le sue zone d’ombra. L’approccio critico, dopo il 1956, nei confronti dell’Unione Sovietica, unitamente all’interesse per la situazione cubana, e al sempre maggior rilievo delle lotte anticoloniali e di una serie di nuove esperienze che troveranno nel 1968 una loro condensazione, spingono Sartre a una continua riarticolazione della riflessione politica. L’espressione “universale singolare” cerca di cogliere le potenzialità espansive dei soggetti individuali e collettivi, “quasi oggetti”, in quanto agiti dall’evento, sulla base di una relazione stretta, ma anche instabile, fra storia e politica.

Inventare il nuovo. Storia e politica in Jean-Paul Sartre

BASSO, LUCA
2016

Abstract

L’affermazione di Gilles Deleuze, secondo cui “Sartre sapeva inventare il nuovo”, delinea un profilo vitale del filosofo francese, in profondo disaccordo con l’immagine “passatista” che spesso ne è stata fornita. Il “filo rosso” del libro, incentrato soprattutto sugli scritti sartriani del dopoguerra (con particolare riferimento alla "Critica della ragione dialettica"), è costituito dal rapporto fra la singolarità sia del soggetto sia dell’evento politico rispetto a uno schema onnicomprensivo, e l’universalità della Storia, sulla base di un tentativo di comprendere il senso di quest’ultima a partire dal richiamo alla praxis: si tratta però di una relazione aperta, in cui non si perviene mai a una sintesi compiuta. In tale quadro svolge una funzione cruciale l’“invenzione del nuovo” da parte del “gruppo in fusione”, nella materialità della dinamica rivoluzionaria, con la sua forza dirompente ma anche con le sue zone d’ombra. L’approccio critico, dopo il 1956, nei confronti dell’Unione Sovietica, unitamente all’interesse per la situazione cubana, e al sempre maggior rilievo delle lotte anticoloniali e di una serie di nuove esperienze che troveranno nel 1968 una loro condensazione, spingono Sartre a una continua riarticolazione della riflessione politica. L’espressione “universale singolare” cerca di cogliere le potenzialità espansive dei soggetti individuali e collettivi, “quasi oggetti”, in quanto agiti dall’evento, sulla base di una relazione stretta, ma anche instabile, fra storia e politica.
2016
9788869480461
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Descrizione: Libro La pubblicazione di questo volume è stata possibile grazie al contributo del Proget- to di Ateneo 2015 dal titolo “Dimensioni della soggettività e trasformazioni sociali. Percorsi storici, dinamiche istituzionali e spazi politici” dell’Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali.
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