Introduzione I neonati sperimentano il primo approccio con il mondo attraverso la relazione con i propri caregiver: il piccolo costruisce le proprie esperienze sulla base del repertorio di espressioni facciali, vocali e di gesti della madre. Al contempo, il processo di divenire genitore porta con sé una serie di cambiamenti che possono alle volte essere accompagnati da sintomi psicopatologici, come per esempio la depressione post-partum. Tale disturbo è noto influenzare negativamente le abilità materne e produrre sentimenti di grande difficoltà nel prendersi cura del proprio bambino, accompagnati da senso di colpa e inefficacia. Nel valutare le conseguenze di tale disturbo, è importante tener conto che la diade madre-bambino è caratterizzata da influenze reciproche, tanto che il piccolo è in grado di rispondere alla madre a seconda del livello di maturazione raggiunto dai sistemi corporei e sensoriali e del proprio livello di sviluppo. Sono, infatti, già state dimostrate le conseguenze che può avere una sintomatologia depressiva materna a livelli clinici sullo sviluppo cognitivo e motorio dei piccoli nel primo anno di vita (Galler, et al., 2000; Sohr-Preston, et al., 2006; Nasreen, et al., 2013). L’indagine della qualità e quantità dei movimenti del piccolo potrebbe, quindi, rappresentare un potente mezzo per comprendere il ruolo che rivestono le attitudini materne (ad es. la presenza di sintomi depressivi) nel determinare il suo sviluppo motorio. Obiettivi Scopo del presente lavoro è illustrare i risultati di un progetto di ricerca volto a indagare le competenze di movimento in bambini tra 0-11 mesi di vita e se/in che misura la presenza di sintomatologia materna possa influenzare lo sviluppo motorio nel corso del primo anno di vita. Metodo La raccolta dati, svolta nel contesto del progetto di validazione italiana delle scale PDMS-2 (per la valutazione delle abilità motorie in bambini da 0 a 5 anni e 11 mesi), ha coinvolto 123 diadi madre- bambino di età compresa tra 0-11 mesi. I bambini sono stati testati attraverso le scale PDMS-2 e la sintomatologia materna è stata misurata tramite l’utilizzo di due test sintomatologici, SCL-90 e CES-D. Tutte le diadi coinvolte appartengono a una popolazione non clinica. Attraverso analisi correlazionali tra PDMS-2, SCL-90 e CES-D sono state rilevate correlazioni sia positive che negative tra alcuni sintomi percepiti dalla madre (Sensibilità Interpersonale, Ostilità e Ideazione Paranoide) e le abilità motorie dei bambini, in particolare capacità di afferramento, integrazione visuo-motoria e posizione stazionaria. Risultati I risultati suggeriscono che anche in una popolazione non clinica la sintomatologia percepita dalla madre può influenzare l’abilità del bambino di percepirsi come agente attivo rispetto all’ambiente circostante. In particolare, la presenza di sintomi, riferita dalla madre attraverso questionari self- report, sembra contribuire a spingere il bambino a muoversi maggiormente nell’ambiente circostante, allontanandosi dalla madre, o sollecitandola a stabilire uno spazio d’azione condiviso. Quando invece la madre non riporta la percezione di alcun sintomo, il bambino sembra potersi dotare liberamente di azioni di raggiungimento e afferramento di oggetti, in cui al valore dell’esperienza motoria in sé si aggiunge la possibilità di scambio intersoggettivo col caregiver.

Lo sviluppo motorio del bambino nel primo anno di vita in relazione ad una sintomatologia materna depressiva non clinica.

PIALLINI, GIULIA;SIMONELLI, ALESSANDRA
2016

Abstract

Introduzione I neonati sperimentano il primo approccio con il mondo attraverso la relazione con i propri caregiver: il piccolo costruisce le proprie esperienze sulla base del repertorio di espressioni facciali, vocali e di gesti della madre. Al contempo, il processo di divenire genitore porta con sé una serie di cambiamenti che possono alle volte essere accompagnati da sintomi psicopatologici, come per esempio la depressione post-partum. Tale disturbo è noto influenzare negativamente le abilità materne e produrre sentimenti di grande difficoltà nel prendersi cura del proprio bambino, accompagnati da senso di colpa e inefficacia. Nel valutare le conseguenze di tale disturbo, è importante tener conto che la diade madre-bambino è caratterizzata da influenze reciproche, tanto che il piccolo è in grado di rispondere alla madre a seconda del livello di maturazione raggiunto dai sistemi corporei e sensoriali e del proprio livello di sviluppo. Sono, infatti, già state dimostrate le conseguenze che può avere una sintomatologia depressiva materna a livelli clinici sullo sviluppo cognitivo e motorio dei piccoli nel primo anno di vita (Galler, et al., 2000; Sohr-Preston, et al., 2006; Nasreen, et al., 2013). L’indagine della qualità e quantità dei movimenti del piccolo potrebbe, quindi, rappresentare un potente mezzo per comprendere il ruolo che rivestono le attitudini materne (ad es. la presenza di sintomi depressivi) nel determinare il suo sviluppo motorio. Obiettivi Scopo del presente lavoro è illustrare i risultati di un progetto di ricerca volto a indagare le competenze di movimento in bambini tra 0-11 mesi di vita e se/in che misura la presenza di sintomatologia materna possa influenzare lo sviluppo motorio nel corso del primo anno di vita. Metodo La raccolta dati, svolta nel contesto del progetto di validazione italiana delle scale PDMS-2 (per la valutazione delle abilità motorie in bambini da 0 a 5 anni e 11 mesi), ha coinvolto 123 diadi madre- bambino di età compresa tra 0-11 mesi. I bambini sono stati testati attraverso le scale PDMS-2 e la sintomatologia materna è stata misurata tramite l’utilizzo di due test sintomatologici, SCL-90 e CES-D. Tutte le diadi coinvolte appartengono a una popolazione non clinica. Attraverso analisi correlazionali tra PDMS-2, SCL-90 e CES-D sono state rilevate correlazioni sia positive che negative tra alcuni sintomi percepiti dalla madre (Sensibilità Interpersonale, Ostilità e Ideazione Paranoide) e le abilità motorie dei bambini, in particolare capacità di afferramento, integrazione visuo-motoria e posizione stazionaria. Risultati I risultati suggeriscono che anche in una popolazione non clinica la sintomatologia percepita dalla madre può influenzare l’abilità del bambino di percepirsi come agente attivo rispetto all’ambiente circostante. In particolare, la presenza di sintomi, riferita dalla madre attraverso questionari self- report, sembra contribuire a spingere il bambino a muoversi maggiormente nell’ambiente circostante, allontanandosi dalla madre, o sollecitandola a stabilire uno spazio d’azione condiviso. Quando invece la madre non riporta la percezione di alcun sintomo, il bambino sembra potersi dotare liberamente di azioni di raggiungimento e afferramento di oggetti, in cui al valore dell’esperienza motoria in sé si aggiunge la possibilità di scambio intersoggettivo col caregiver.
2016
Associazione Italiana di Psicologia - XXIX Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione - PROGRAMMA
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3207762
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