Il volume – con saggi dello stesso curatore, di Paola Luchesa e di Franco de Checchi – ricostruisce su base documentaria storia, vita, architettura e opere d’arte delle varie fasi della casa certosina di Padova, dedicata ai santi Girolamo e Bernardo. Alla certosa ‘vecchia’ – installata nel 1449 per legato testamentario del vescovo Pietro Donà poco fuori porta Codalunga, negli edifici del soppresso monastero benedettino femminile di San Bernardo (fondato nel 1228), evacuata nel 1509 e demolita nel 1510 per l’assedio cambraico e il successivo guasto difensivo imposto da Venezia attorno alle mura della città – seguì infatti quella ‘nuova’, tuttora esistente presso Vigodarzere, la cui costruzione iniziò nel 1524 e si trascinò per oltre un secolo senza mai giungere a termine: dopo un trentennio di erranza presso varie case d’affitto in città, i monaci andarono a risiedervi nel 1538, a cantiere aperto e diretto in successione dai proti Andrea Moroni (†1560) e Andrea da Valle (†1578). Soppressa a sua volta dalla Repubblica veneta nel 1769, la certosa passò nella proprietà di varie famiglie nobili, che la trasformarono via via in opificio, villa padronale e azienda agricola fino alla decadenza innescata dalle conseguenze dei due conflitti mondiali.

Le certose di Padova

BENUCCI, FRANCO
2016

Abstract

Il volume – con saggi dello stesso curatore, di Paola Luchesa e di Franco de Checchi – ricostruisce su base documentaria storia, vita, architettura e opere d’arte delle varie fasi della casa certosina di Padova, dedicata ai santi Girolamo e Bernardo. Alla certosa ‘vecchia’ – installata nel 1449 per legato testamentario del vescovo Pietro Donà poco fuori porta Codalunga, negli edifici del soppresso monastero benedettino femminile di San Bernardo (fondato nel 1228), evacuata nel 1509 e demolita nel 1510 per l’assedio cambraico e il successivo guasto difensivo imposto da Venezia attorno alle mura della città – seguì infatti quella ‘nuova’, tuttora esistente presso Vigodarzere, la cui costruzione iniziò nel 1524 e si trascinò per oltre un secolo senza mai giungere a termine: dopo un trentennio di erranza presso varie case d’affitto in città, i monaci andarono a risiedervi nel 1538, a cantiere aperto e diretto in successione dai proti Andrea Moroni (†1560) e Andrea da Valle (†1578). Soppressa a sua volta dalla Repubblica veneta nel 1769, la certosa passò nella proprietà di varie famiglie nobili, che la trasformarono via via in opificio, villa padronale e azienda agricola fino alla decadenza innescata dalle conseguenze dei due conflitti mondiali.
2016
978 88 6787 646 4
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