Nella decorazione della cappella dell’Immacolata in San Francesco Grande a Padova, condotta da Girolamo dal Santo tra il 1523 e il 1526, compaiono spunti o riprese puntuali dalle stampe di Albrecht Dürer per la serie della Vita della Vergine, così come dalle opere di Romanino e di Tiziano. A questi modelli, che avevano orientato nel secondo decennio la prima e più felice produzione dell’artista, si affiancano, ecletticamente combinate, altre citazioni da opere più recenti di Tiziano, come l’Annunciazione Malchiostro, o da invenzioni raffaellesche, pure acquisite attraverso stampe o disegni, che manifestano la volontà da parte dell’artista di aggiornare il proprio repertorio in direzione romana e di tenere il passo con le nuove vicende della pittura. Il protagonismo del Tessari sulla scena padovana, i suoi contatti con la cerchia di Alvise Cornaro, uniti alla riconoscibilità delle fonti (tradotte dall’artista con un metodo semplificato e quasi artigianale) inducono a prendere in considerazione questi affreschi come un utile supporto alla ricostruzione delle tendenze dominanti, riflettendo sulla circolazione di alcuni modelli, in particolare attraverso il mezzo grafico, sul loro “fattore di impatto” e sui meccanismi di ricezione all’interno delle botteghe dell’Italia settentrionale.

Copiando Dürer, Tiziano, Raffaello. Girolamo dal Santo nella cappella dell’Immacolata in San Francesco Grande

SAVY, BARBARA MARIA
2013

Abstract

Nella decorazione della cappella dell’Immacolata in San Francesco Grande a Padova, condotta da Girolamo dal Santo tra il 1523 e il 1526, compaiono spunti o riprese puntuali dalle stampe di Albrecht Dürer per la serie della Vita della Vergine, così come dalle opere di Romanino e di Tiziano. A questi modelli, che avevano orientato nel secondo decennio la prima e più felice produzione dell’artista, si affiancano, ecletticamente combinate, altre citazioni da opere più recenti di Tiziano, come l’Annunciazione Malchiostro, o da invenzioni raffaellesche, pure acquisite attraverso stampe o disegni, che manifestano la volontà da parte dell’artista di aggiornare il proprio repertorio in direzione romana e di tenere il passo con le nuove vicende della pittura. Il protagonismo del Tessari sulla scena padovana, i suoi contatti con la cerchia di Alvise Cornaro, uniti alla riconoscibilità delle fonti (tradotte dall’artista con un metodo semplificato e quasi artigianale) inducono a prendere in considerazione questi affreschi come un utile supporto alla ricostruzione delle tendenze dominanti, riflettendo sulla circolazione di alcuni modelli, in particolare attraverso il mezzo grafico, sul loro “fattore di impatto” e sui meccanismi di ricezione all’interno delle botteghe dell’Italia settentrionale.
2013
"Musica e Figura, 2"
978-88-7115-850-1
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