Diritti umani e pace: il ruolo pioneristico della Regione del Veneto

A partire dal 1988, con la adozione della legge 18 del 1988 portante su “Interventi regionali per la promozione di una cultura di pace”, la Regione del Veneto ha sviluppato una politica organica in materia realizzata con la collaborazione attiva di organizzazioni nongovernative, enti locali, università, scuole e altri operatori di società civile. Tenuto conto della copiosa evidenza empirica a disposizione, l’arco diacronico preso in considerazione nel presente saggio si articola in due periodi. Il primo, dal 1988 al 1999, si qualifica sia per la creazione di una base legale fortemente innovativa sotto il profilo sostanziale e formale, sia per il rilievo politico del ruolo svolto dalla Regione riguardo a tematiche che, convenzionalmente, pertengono al campo della high politics. Il secondo periodo è quello degli anni che, a partire dal 1999 con la nuova legge n. 55 che riformula ed amplia la portata della precedente, si caratterizzano per il forte investimento sul terreno dell’educazione, arrivando a coinvolgere lo stesso Miur in una organica strategia di formazione soprattutto degli insegnanti. La sfida che la Regione raccoglie, è quella per un’educazione di qualità (quality education) nella scuola di ogni ordine e grado. Il saggio si propone di verificare se le iniziative legislative e di policy della Regione del Veneto a) hanno avuto ricadute di natura politica nel sistema politico italiano; b) hanno rafforzato il collegamento con le iniziative di politica estera italiana e le politiche per i diritti umani delle istituzioni internazionali multilaterali, in particolare delle Nazioni Unite; c) hanno contribuito ad un adattamento dell'ordinamento e degli apparati istituzionali dell'Italia rispetto agli standards internazionali in materia di diritti umani.