Tra le malattie che possono avere un notevole impatto sulla produttività delle specie ittiche d’allevamento vanno annoverate senz’altro quelle parassitarie. In particolare le parassitosi del tratto gastroenterico sostenute da protozoi del genere Eimeria e Cryptosporidium e da microsporidi possono interferire in modo rilevante con la funzionalità dell’apparato digerente e causare perdite economiche in acquacoltura. Negli ultimi anni le segnalazioni di infezioni enteriche da protozoi Apicomplexa e microsporidi in pesci marini allevati si stanno susseguendo, anche grazie all’affinamento delle metodiche d’indagine, soprattutto molecolari, che permettono una approfondita caratterizzazione eziologica dei parassiti stessi. Allo stesso tempo però le tecniche tradizionali, come l’istologia, continuano a rivestire un ruolo importante per lo studio eziopatogenetico e la diagnosi della patologia in atto, in quanto la associazione delle lesioni ad uno specifico agente eziologico rappresenta l’optimum per la gestione della patologia in allevamento. Scopo del presente lavoro è stato quello di valutare l’apporto diagnostico di metodiche istologiche, istochimiche ed immunoistochimiche nell’identificazione di coccidi e microsporidi in specie ittiche marine d’allevamento. Sono stati inclusi nello studio campioni di stomaco e intestino prelevati da 40 rombi (Psetta maxima) e 53 orate (Sparus aurata) confermati positivi rispettivamente per Cryptosporidium scophthalmi ed Enterospora nucleophila e 43 campioni di archivio di 15 spigole (Dicentrarchus labrax) e 28 orate inclusi in paraffina con pregressa diagnosi di coccidiosi e microsporidiosi enterica da Loma sp. I campioni sono stati colorati con Ematossilina-eosina (EE) e con le colorazioni istochimiche PAS, Ziehl-Neelsen (ZN) Giemsa, Brown and Brenn (BB), Blu di toluidina (BT) e colorazione di Luna. Inoltre sui campioni con microsporidiosi è stata testata la colorazione immunoistochimica (IIC) con l’anticorpo policlonale anti-Encephalitozoon cuniculi. Le colorazioni ZN e Giemsa si sono dimostrate efficaci nell’individuazione sia dei coccidi che dei microsporidi. In particolare la ZN è risultata utile per il rilevamento di Cryptosporidium sp., così come la BT, che ha permesso di individuarne con maggior efficacia gli stadi extracitoplasmatici. La PAS è stata di ausilio nell’evidenziare Eimeria sp. e Cryptosporidium sp. con ottimi risultati in particolare per rilevare gli stadi intraepiteliali, mentre per quanto riguarda i microsporidi ha dato scarsi risultati nell’evidenziazione delle spore all’interno degli xenomi. Queste ultime sono state invece ben messe in evidenza con BB che si è dimostrata utile anche per l’individuazione dei coccidi. La colorazione di Luna si è dimostrata molto efficace nell’evidenziazione dei microsporidi, sia per le spore all’interno degli xenomi nel caso della microsporidiosi enterica da Loma sp. nella spigola, che per Enterospora nucleophila nell’orata. Infine la IIC ha permesso di individuare sia le spore all’interno degli xenomi di Loma sp., che Enterospora nucleophila. L’utilizzo delle colorazioni istochimiche per il rilievo di protozoi e microsporidi applicate si è rivelato di notevole ausilio per la diagnosi e la caratterizzazione degli aspetti istopatologici correlati alle infezioni da questi agenti nelle specie ittiche prese in considerazione, permettendo di associare la colorazione più indicata per i diversi agenti. Inoltre l’applicazione dell’IIC per l’individuazione di microsporidi con l’anticorpo anti-Encephalitozoon cuniculi ha dimostrato di poter essere un valido ausilio diagnostico, pur con i limiti dati dalla non specificità del siero per l’agente indagato, ed eventualmente fungere come punto di partenza per la messa a punto di metodiche IIC specifiche per i microsporidi ittici.

Applicazione di colorazioni istochimiche ed immunoistochimiche per l’identificazione di protozoi e microsporidi in specie ittiche marine.

QUAGLIO, FRANCESCO;
2016

Abstract

Tra le malattie che possono avere un notevole impatto sulla produttività delle specie ittiche d’allevamento vanno annoverate senz’altro quelle parassitarie. In particolare le parassitosi del tratto gastroenterico sostenute da protozoi del genere Eimeria e Cryptosporidium e da microsporidi possono interferire in modo rilevante con la funzionalità dell’apparato digerente e causare perdite economiche in acquacoltura. Negli ultimi anni le segnalazioni di infezioni enteriche da protozoi Apicomplexa e microsporidi in pesci marini allevati si stanno susseguendo, anche grazie all’affinamento delle metodiche d’indagine, soprattutto molecolari, che permettono una approfondita caratterizzazione eziologica dei parassiti stessi. Allo stesso tempo però le tecniche tradizionali, come l’istologia, continuano a rivestire un ruolo importante per lo studio eziopatogenetico e la diagnosi della patologia in atto, in quanto la associazione delle lesioni ad uno specifico agente eziologico rappresenta l’optimum per la gestione della patologia in allevamento. Scopo del presente lavoro è stato quello di valutare l’apporto diagnostico di metodiche istologiche, istochimiche ed immunoistochimiche nell’identificazione di coccidi e microsporidi in specie ittiche marine d’allevamento. Sono stati inclusi nello studio campioni di stomaco e intestino prelevati da 40 rombi (Psetta maxima) e 53 orate (Sparus aurata) confermati positivi rispettivamente per Cryptosporidium scophthalmi ed Enterospora nucleophila e 43 campioni di archivio di 15 spigole (Dicentrarchus labrax) e 28 orate inclusi in paraffina con pregressa diagnosi di coccidiosi e microsporidiosi enterica da Loma sp. I campioni sono stati colorati con Ematossilina-eosina (EE) e con le colorazioni istochimiche PAS, Ziehl-Neelsen (ZN) Giemsa, Brown and Brenn (BB), Blu di toluidina (BT) e colorazione di Luna. Inoltre sui campioni con microsporidiosi è stata testata la colorazione immunoistochimica (IIC) con l’anticorpo policlonale anti-Encephalitozoon cuniculi. Le colorazioni ZN e Giemsa si sono dimostrate efficaci nell’individuazione sia dei coccidi che dei microsporidi. In particolare la ZN è risultata utile per il rilevamento di Cryptosporidium sp., così come la BT, che ha permesso di individuarne con maggior efficacia gli stadi extracitoplasmatici. La PAS è stata di ausilio nell’evidenziare Eimeria sp. e Cryptosporidium sp. con ottimi risultati in particolare per rilevare gli stadi intraepiteliali, mentre per quanto riguarda i microsporidi ha dato scarsi risultati nell’evidenziazione delle spore all’interno degli xenomi. Queste ultime sono state invece ben messe in evidenza con BB che si è dimostrata utile anche per l’individuazione dei coccidi. La colorazione di Luna si è dimostrata molto efficace nell’evidenziazione dei microsporidi, sia per le spore all’interno degli xenomi nel caso della microsporidiosi enterica da Loma sp. nella spigola, che per Enterospora nucleophila nell’orata. Infine la IIC ha permesso di individuare sia le spore all’interno degli xenomi di Loma sp., che Enterospora nucleophila. L’utilizzo delle colorazioni istochimiche per il rilievo di protozoi e microsporidi applicate si è rivelato di notevole ausilio per la diagnosi e la caratterizzazione degli aspetti istopatologici correlati alle infezioni da questi agenti nelle specie ittiche prese in considerazione, permettendo di associare la colorazione più indicata per i diversi agenti. Inoltre l’applicazione dell’IIC per l’individuazione di microsporidi con l’anticorpo anti-Encephalitozoon cuniculi ha dimostrato di poter essere un valido ausilio diagnostico, pur con i limiti dati dalla non specificità del siero per l’agente indagato, ed eventualmente fungere come punto di partenza per la messa a punto di metodiche IIC specifiche per i microsporidi ittici.
2016
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