Per quanto possa apparire inquietante o bizzarro, il termine neurodiritto non è più, ormai, un neologismo. Al contrario, esso raccoglie una vasta e variegata area di studi dedicati all’incontro tra le categorie e le prassi dell’esperienza giuridica e le scoperte, le innovazioni, le teorie che ricadono nel dominio delle neuroscienze. Che tale incontro vi sia stato e sia in pieno sviluppo, che i suoi effetti si facciano sentire, nelle pronunce giurisprudenziali, nel dibattito dottrinale o nella riflessione etica, sono dei dati di fatto i quali pongono almeno tre ordini di questioni. Il primo, di carattere epistemologico, attiene alle condizioni alle quali apparati concettuali così diversi possono essere messi in comunicazione. Il secondo, di tipo antropologico, concerne la visione dell’uomo che l’impiego di categorie o strumenti propri della ricerca neuroscientifica sembra riversare nell’orizzonte del giuridico. Il terzo, che si colloca nell’ambito della riflessione bioetica e biogiuridica, è suscitato dalle concrete applicazioni delle nuove tecnologie. Tali sono anche le questioni che i saggi contenuti in questo volume affrontano, discutendo di naturalizzazione del pensiero (Antonio Nunziante), di riduzionismo (Alberto Gaiani), di commensurabilità fra i saperi (Claudio Sarra), di fondazione neurobiologica del diritto (Stefano Fuselli), di neurocivilizzazione (Paolo Sommaggio), di potenziamento cognitivo (Laura Palazzani), di possibili applicazioni all’ambito militare (Salvatore Amato) e delle questioni bioetiche che ne derivano (Maurizio Balistreri)

Neurodiritto. Prospettive epistemologiche, antropologiche e biogiuridiche.

FUSELLI, STEFANO
2016

Abstract

Per quanto possa apparire inquietante o bizzarro, il termine neurodiritto non è più, ormai, un neologismo. Al contrario, esso raccoglie una vasta e variegata area di studi dedicati all’incontro tra le categorie e le prassi dell’esperienza giuridica e le scoperte, le innovazioni, le teorie che ricadono nel dominio delle neuroscienze. Che tale incontro vi sia stato e sia in pieno sviluppo, che i suoi effetti si facciano sentire, nelle pronunce giurisprudenziali, nel dibattito dottrinale o nella riflessione etica, sono dei dati di fatto i quali pongono almeno tre ordini di questioni. Il primo, di carattere epistemologico, attiene alle condizioni alle quali apparati concettuali così diversi possono essere messi in comunicazione. Il secondo, di tipo antropologico, concerne la visione dell’uomo che l’impiego di categorie o strumenti propri della ricerca neuroscientifica sembra riversare nell’orizzonte del giuridico. Il terzo, che si colloca nell’ambito della riflessione bioetica e biogiuridica, è suscitato dalle concrete applicazioni delle nuove tecnologie. Tali sono anche le questioni che i saggi contenuti in questo volume affrontano, discutendo di naturalizzazione del pensiero (Antonio Nunziante), di riduzionismo (Alberto Gaiani), di commensurabilità fra i saperi (Claudio Sarra), di fondazione neurobiologica del diritto (Stefano Fuselli), di neurocivilizzazione (Paolo Sommaggio), di potenziamento cognitivo (Laura Palazzani), di possibili applicazioni all’ambito militare (Salvatore Amato) e delle questioni bioetiche che ne derivano (Maurizio Balistreri)
2016
9788857536217
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