Quella che stiamo vivendo è un’epoca di marcato cambiamento che sta verificandosi così velocemente che è sempre più difficile averne una chiara consapevolezza e modulare su di essa i ritmi della nostra stessa esistenza. Le frequenti transizioni personali e sociali che questo provoca richiede alle persone strategie sofisticate di fronteggiamento in quanto ciò che è a rischio, accanto al lavoro e alle prospettive future, è il loro stesso benessere e la qualità della loro vita (Nota, Soresi, Ferrari e Ginevra, 2014; Soresi, Nota, Ferrari e Sgaramella, 2013; Sgaramella, Di Maggio, Bellotto e Castellani, 2014). Nello stesso tempo i nostri contesti di vita presentano tassi di complessità così elevati che le pur sofisticate modalità di analisi scientifiche che avevamo imparato ad utilizzare appaiono deboli e non in grado di far comprendere appieno cosa stia accadendo e quali conseguenze si potranno sperimentare. Ci si sta rendendo conto, anche grazie ai contributi delle teorie della complessità, che la realtà è fatta per lo più da sistemi caratterizzati da un elevato numero di elementi che si influenzano reciprocamente tramite microinfluenze che possono dar vita a conseguenze difficilmente prevedibili (Stacey, 1996; Parisi, 2010). Si è fatta strada l’idea che anche la gestione di fenomeni complessi richiede modalità di conoscenza e competenze sofisticate e in costante evoluzione, ma, in ogni caso, decisamente diverse da quelle utilizzate in passato (Savickas, Nota, et al., 2009).

Come supportare la progettazione professionale del 21° secolo: il contributo del Life Design e dell'International Hope Research Team

NOTA, LAURA;DI MAGGIO, ILARIA;SORESI, SALVATORE
2015

Abstract

Quella che stiamo vivendo è un’epoca di marcato cambiamento che sta verificandosi così velocemente che è sempre più difficile averne una chiara consapevolezza e modulare su di essa i ritmi della nostra stessa esistenza. Le frequenti transizioni personali e sociali che questo provoca richiede alle persone strategie sofisticate di fronteggiamento in quanto ciò che è a rischio, accanto al lavoro e alle prospettive future, è il loro stesso benessere e la qualità della loro vita (Nota, Soresi, Ferrari e Ginevra, 2014; Soresi, Nota, Ferrari e Sgaramella, 2013; Sgaramella, Di Maggio, Bellotto e Castellani, 2014). Nello stesso tempo i nostri contesti di vita presentano tassi di complessità così elevati che le pur sofisticate modalità di analisi scientifiche che avevamo imparato ad utilizzare appaiono deboli e non in grado di far comprendere appieno cosa stia accadendo e quali conseguenze si potranno sperimentare. Ci si sta rendendo conto, anche grazie ai contributi delle teorie della complessità, che la realtà è fatta per lo più da sistemi caratterizzati da un elevato numero di elementi che si influenzano reciprocamente tramite microinfluenze che possono dar vita a conseguenze difficilmente prevedibili (Stacey, 1996; Parisi, 2010). Si è fatta strada l’idea che anche la gestione di fenomeni complessi richiede modalità di conoscenza e competenze sofisticate e in costante evoluzione, ma, in ogni caso, decisamente diverse da quelle utilizzate in passato (Savickas, Nota, et al., 2009).
2015
Azioni e transizioni. I percorsi di orientamento nell'esperienza di Apof-il
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